La Reggina, due anni fa, in questo periodo, si giocava e sognava il ritorno in Serie A. In panchina aveva Pippo Inzaghi, in campionato sfidava squadre come il Genoa di Gilardino e il Cagliari di Claudio Ranieri. Qualche anno prima “ballava” con le grandi del calcio italiano ospitando al Granillo la Roma di Totti, la Juve di Del Piero, il Milan di Kakà, l’Inter di Ronaldo. E’ passato? Certo, ma non va dimenticato. Anzi, va ricordato, perché è solo ricordando questo che si può tenere accesa la fiammella dell’ambizione. Se è stato già possibile una volta, significa che si può rifare. A Reggio Calabria, invece, è stato dimenticato. Tutto. In poche settimane si è passati dalla Serie A sfiorata con Hernani e Menez a “sognare” il ritorno in Serie C con una proprietà incapace in due anni di raggiungerla, quella Serie C.
Ieri, in un pomeriggio di ordinaria follia, si è toccato uno dei punti più bassi della storia. La tifoseria, la stessa tifoseria che idolatrava Inzaghi per poi tradirlo (salvo “ritirarsi” in calcio d’angolo dopo il gol di Canotto), ma anche la stessa tifoseria che una ventina d’anni fa vinceva il premio come miglior Curva d’Italia, “sbattuto” in faccia alle grandi di sempre, ieri ha insultato la Vibonese, dando ai calciatori dei “venduti”. Un’immagine, anzi un coro, registrato a fine primo tempo. Una figuraccia. Una vergogna, come più di un tifoso ha tenuto a precisare scrivendo in privato alla redazione di StrettoWeb.
Come si è ridotta, Reggio Calabria. L’assuefazione alla mediocrità di cui parliamo spesso si è trasformata in esultanza sfrenata per una C che non porterebbe a nulla. Si è trasformata, ancora, in insulto verso la… Vibonese. La Vibonese tra l’altro rappresentata da tifosi e simpatizzanti che – aggiungendosi alla provincia reggina – sempre venti anni fa si spostavano al Granillo per tifare Reggina contro le grandi della Serie A. Una sorta di replay a qualche settimana dall’infelice “scontro” con i tifosi del Locri, in questo caso squadra addirittura reggina. Ma non solo. L’assuefazione di cui sopra si è trasformata in insulti alla mamma dell’allenatore rossoblu Facciolo, tra l’altro nel giorno della festa di tutte le mamme. A denunciarlo è stato lo stesso tecnico, che alla domanda sul nervosismo lampante in campo ha risposto: “chiedetelo alla Reggina”.
Chi semina odio raccoglie vergogna
Non c’è bisogno di scavare molto a fondo per conoscere i motivi. Se provochi, lasciandoti andare a dichiarazioni oltre il limite, non fai altro che creare antipatia e veleni intorno a te, Reggina intesa come società e ambiente. Altro che “operazione simpatia”, come Ballarino affermava qualche settimana fa rispondendo alle domande della solita stampa accomodante. Se semini odio, raccogli vergogna. Se insinui sul fatto che il Siracusa compri le partite, non puoi stupirti dei cori di Ricci. Se per settimane istighi la tua tifoseria, il tuo ambiente, a pensare che la Vibonese si sia “scansata” a Siracusa, il risultato non può che essere quello visto ieri: un avversario arrabbiato, incazzato, da amico diventato improvvisamente nemico. E diremmo anche giustamente. Non ci si lamenti di reazioni, falli, agonismo vero. E’ un po’ come il delinquente che scippa una vecchietta e che poi si lamenta se lo arrestano. Assurdo!
Ma ancor più grave è che ad alimentare il clima sia la società stessa. Dalla tifoseria, spesso, nulla nasce per caso. Si ricordino le influenze di Saladini sugli ultrà, quando il lametino portò la città dalla sua parte in una “battaglia” contro Inzaghi, il quale smentì tutti e ne uscì da campione qual è. Oggi, è lo stesso. Perché se il Granillo grida “venduti” alla Vibonese è perché sono i vertici del club a pensarlo. Per nascondere le loro inefficienze e incapacità, Ballarino e compagnia hanno trovato l’alibi degli arbitri, poi del Siracusa che compra le partite e poi della Vibonese “scansata” a Siracusa. E i tesserati non hanno fatto nulla per nasconderlo.
Assurda la dichiarazione del DG Praticò: “c’era nervosismo perché la Vibonese ha giocato la partita della vita…”. Incredibile! Cosa avrebbe dovuto fare la Vibonese? A questo punto ci sembra assurdo che il Barcellona non si sia scansato a San Siro contro l’Inter. Pazzesco! Yamal ha persino colpito il palo sul 2-3. E i blaugrana, dopo essere andati sotto, ne hanno segnati tre. Ma perché non si sono scansati? Perché non hanno permesso all’Inter di raggiungere agilmente la finale di Champions League?
Ancora più rumorosa è la dichiarazione dell’attaccante amaranto De Felice, il quale senza mezzi termini ha detto che la Vibonese “si è consegnata a Siracusa”. Dichiarazioni veramente folli, senza una straccio di prova. Dichiarazioni davvero al limite, ai livelli di Procura Federale, espresse da un tesserato. Il DG, seconda carica del club, e un giocatore. Se il clima parte da loro, sostenuto dalla tifoseria, è normale trovare degli avversari sempre assatanati, arrabbiati. E’ normale il nervosismo. A crearlo è stata la Reggina stessa, follemente sostenuta da una tifoseria che – ahinoi, dispiace dirlo – ha perso il senso della ragione.
Due anni di Serie D, prossimi al terzo, tra bugie e fallimenti, con la politica “dentro” la società a parlare di “sogno” Serie C. Ma non è che forse è un sogno davvero? Anzi un incubo? Perché se è così, non scherzate, sta durando troppo e vorremmo essere svegliati…