Bei tempi, quelli dei Derby dello Stretto in Serie A: ce ne sono stati sei in campionato tra 2004 e 2007, il momento più glorioso della storia per il calcio in riva allo Stretto. Reggina e Messina militavano in serie A, guidate da Lillo Foti e Pietro Franza, e la sfida era vissuta tra le due sponde dello Stretto proprio come una stracittadina. In entrambe le città non si parlava d’altro, e vincere o perdere poteva valere una stagione a prescindere dall’esito finale in classifica.
Non sono trascorsi secoli, eppure sembra passata un’eternità: negli ultimi 18 anni il Messina è fallito due volte (2008 e 2017), la Reggina idem (2015 e 2023). Dopo Lillo Foti, gli amaranto hanno cambiato proprietà quattro volte (Mimmo Praticò, Luca Gallo, Felice Saladini e adesso Nino Ballarino); i biancoscudati addirittura otto volte (Alfredo Di Lullo, Pietro Santarelli, Bruno Martorano, Raffaele Manfredi, Pietro Lo Monaco, Natale Stracuzzi, Franco Proto e adesso Pietro Sciotto). Dal 2015 ad oggi la Reggina ha disputato tre stagioni nei Dilettanti, e altre quattro in serie C. Il Messina, dal 2008 ad oggi addirittura nove stagioni nei Dilettanti e otto in serie C. Un cammino analogamente disastroso, con l’unica differenza che il Messina è entrato nell’inferno nel 2008 senza mai uscirci, per la Reggina invece l’incubo è iniziato sette anni dopo ed è stato illusoriamente interrotto dall’aleatoria parentesi di Gallo culminata con il sogno di Pippo Inzaghi poi distrutto da Saladini.
Mai nella storia il calcio in riva allo Stretto ha vissuto un momento così buio e drammatico, e proprio quando pensavamo che al peggio non ci fosse fine, abbiamo raggiunto ulteriormente il fondo. In queste ore, infatti, la situazione è disperata sia a Reggio che a Messina. Con sfumature differenti, entrambe le realtà sono nel panico: a Messina, dopo otto anni, i castelli di sabbia costruiti da Sciotto stanno per crollare. A Reggio, invece, Ballarino dopo 15 mesi di figuracce sta compiendo uno scatto per cedere la società. E la giornata di domani, lunedì 16 dicembre, sarà determinante per entrambe, dopo un weekend molto negativo per i risultati emersi sul campo.
Messina: ultime 24 ore per pagare gli stipendi ed evitare la penalizzazione. Ma in ogni caso sta per crollare tutto
Proprio lunedì 16 dicembre scatta il gong delle scadenze federali: Sciotto dovrà sborsare circa 200 mila euro per pagare gli stipendi dei tesserati. La scadenza è tassativa. Se entro le ore 23:59 di lunedì non partirà il bonifico, il Messina sarà inadempiente e scatterà automaticamente il deferimento da cui poi arriverà la prima penalizzazione. Ma soprattutto, da quel momento i calciatori potranno chiedere la messa in mora del club attivando le procedure fallimentari.
La squadra è già in una situazione disperata: quest’anno Modica non sta riuscendo a compiere il miracolo già fatto lo scorso anno e nel 2018, ma al mister e ai calciatori nessuno potrebbe chiedere di più. La società è allo sbando e raccoglie semplicemente ciò che ha seminato. Non esiste più un punto di riferimento, non esiste più una struttura societaria, neanche le giovanili si stanno presentando in campo. E tra i pro, nessuno vuole più venire a giocare a Messina e molti calciatori hanno già espresso la volontà di rescindere il contratto in essere. Quindi anche se Sciotto dovesse decidere di onorare la scadenza di domani – che sarebbe il minimo sindacale – la situazione della squadra rimarrà disastrata: l’Acr è sul filo tra il fallimento e la retrocessione.
Reggina, domani a Roma primo incontro per un’eventuale cessione
A Reggio la squadra non ha giocato, ma le altre hanno vinto tutte e la situazione è sempre più difficile. Anche qui, per il secondo anno consecutivo, abbiamo ritardi nei pagamenti degli stipendi, ritardi che vengono più o meno mascherati dalla società ma ci sono, e ci sono sia nei confronti del personale che per alcuni calciatori (che, anche pubblicamente, hanno esternato specifica insofferenza): l’unica differenza con il Messina è che in serie D non ci sono scadenze federali né penalizzazioni quindi il mancato pagamento degli emolumenti rimane una questione lavorativa tra le parti.
Ma la novità più importante è che domani, lunedì 16 appunto, un dirigente della Reggina ha un appuntamento a Roma con il rappresentante di uno studio di advisor per spiegare i termini di una eventuale cessione. Ballarino – evidentemente – sta cercando di svincolarsi ed individuare un acquirente che possa consentirgli di uscire dal vicolo cieco in cui si è cacciato un anno fa. Difficilmente qualche imprenditore serio può pensare di rilevare la Reggina a campionato in corso, e con un esborso economico in favore di Ballarino. La cessione può avvenire davvero, alla luce della situazione societaria e sportiva, soltanto in via gratuita o simbolica e nel mese di maggio, affinché i nuovi proprietari possano programmare la futura stagione. E, a maggior ragione dopo l’esperienza di Ballarino, nessuno può pensare di venire a Reggio per non stravincere subito la D sulle orme del Siracusa di quest’anno, o del Trapani di un anno fa, o del Catania di due anni fa. Una squadra di calcio non si cede o acquista in due giorni, quindi ben venga se le parti iniziano a parlarsi oggi anche qualora dovessero concretizzare soltanto tra 5-6 mesi. In ogni caso, che anche questa stagione sia compromessa e che l’esperienza di Ballarino sia un totale fallimento, a Reggio lo hanno ormai compreso tutti e nessuno può farci niente. Se non chiederne conto all’Amministrazione Comunale e in particolare al vice Sindaco Brunetti, che aveva promesso di assumersi “tutte le responsabilità” della sua scelta di aver preferito questo modesto imprenditore catanese alla cordata multi-miliardaria guidata da Bandecchi affiancato da 5-6 imprenditori reggini che anche da soli avevano un fatturato superiore a quello di Ballarino. Adesso proprio la città dovrebbe chiedere a Brunetti di assumersele davvero, quelle responsabilità: se la Reggina si trova in questa situazione è esclusivamente per colpa delle scellerate scelte della politica.
















Vuoi ricevere le notifiche sulle nostre notizie più importanti?