Reggio e quel retroscena sui parcheggi a pagamento: la scelta dell’allora Sindaco Italo Falcomatà

Un racconto del passato dell'imprenditore Falduto, all'epoca dei fatti Assessore della Giunta Italo Falcomatà, sui parcheggi a pagamento a Reggio

StrettoWeb

L’aumento della tariffa dei parcheggi a pagamento ha scatenato un vero e proprio putiferio a Reggio Calabria. Come prevedibile, d’altronde. Anziché 1 euro l’ora si pagherà 2 euro l’ora, da maggio a ottobre, in Via Marina. La scelta è stata fortemente criticata, a prescindere dalle motivazioni di facciata (per incentivare il green e diminuire la circolazione delle auto in centro), per le condizioni economiche in cui versa la città.

A tal proposito c’è un vecchio retroscena del passato raccontato dall’imprenditore Giuseppe Falduto, a fine anni ’90 Assessore della Giunta Italo Falcomatà. “Ricordo come se fosse successo ieri – rivela – l’incontro che ho avuto con il Sindaco Professore Italo Falcomatà, per presentare l’istituzione dei parcheggi a pagamento nella città di Reggio Calabria. Il Dottor Solendo, insieme all’Ingegnere Granata, al Geometra Angelo Pristeri, al Signor Stefano Capone, al Signor Scagliola e alla Signora Loddo, aveva predisposto l’atto deliberativo che, prima di portare in Giunta, volevo condividere con il Sindaco, soprattutto per stabilire la tariffa da applicare”.

“L’ufficio ‘Circolazione e Traffico’, dopo essersi confrontato con gli altri comuni d’Italia – si legge ancora – aveva proposto di fare pagare 1.000 lire all’ora. Io e il Professore ci siamo guardati negli occhi e, senza dire una parola tra di noi, abbiamo contemporaneamente deciso che la città si trovava in difficoltà e non si poteva fare pagare quanto a Milano o Roma; pertanto, bisognava fare pagare 500 lire. A quei tempi il Sindaco non aveva staff esterni da fare pagare al Comune e ai dirigenti si chiedeva di essere sempre d’esempio. Vi allego un ordine di servizio e alcune direttive da me impartite per fare in modo che ognuno facesse il suo dovere senza favoritismi”, aggiunge Falduto.

Un racconto che evidenzia la volontà di allora di non affossare i cittadini, perché Reggio non poteva permettersi di essere paragonata alle grandi città d’Italia, per servizi e costo della vita. Di certo, i reggini pagherebbero oro e firmerebbero carte false per tornare a quell’epoca, che ora viene rimpianta. Di seguito l’ordine di servizio e le direttive pubblicate da Falduto.

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