Parroco aggredito, parlano i presunti aggressori: tutto è dipeso dalla foto di una defunta

Nei giorni scorsi uno dei familiari dei presunti aggressori del parroco don Giovanni Rigoli ha pubblicato sui social un post spiegando le proprie ragioni

StrettoWeb

Ci sono sviluppi nella vicenda avvenuta qualche sera fa nella chiesa parrocchiale di Santo Stefano a Varapodio, dove il parroco don Giovanni Rigoli è stato aggredito. I carabinieri hanno diffuso oggi una nota stampa dove si comunica che gli aggressori sono stati denunciati. Uno di questi, intanto, nella giornata di ieri ha pubblicato sui social un comunicato dove spiega le ragioni del gesto. Lo riportiamo fedelmente di seguito:

Con riferimento ai fatti accaduti in chiesa il giorno 15/01/2024, la famiglia Madafferi precisa quanto segue: ci stavano preparando ad assistere alla Santa messa in memoria di una nostra congiunta morta in Australia qualche giorno addietro, allorquando si è avvicinato il parroco di Varapodio per chiederci di togliere la fotografia della defunta posta nel luogo dove solitamente viene poggiata la bara durante i riti funebri; la richiesta ci è sembrata tanto strana quanto inopportuna, considerato che la messa era stata chiesta in memoria della nostra cara defunta, che per l’occasione fungeva da funerale, e pertanto erano accorsi a far visita ai parenti alcune centinaia di persone di Varapodio e dei paesi vicini.

La richiesta del parroco non ha avuto seguito, non per mancanza di rispetto, bensì perché la nostra tradizione, tramandata nei decenni, ci ha sempre fatto fare cosi, pertanto ci è sembrata alquanto strana. Per tale rifiuto il parroco si è arrabbiato e non ha nemmeno celebrato la Santa Messa. Al termine delle esequie religiose, celebrate da altro parroco, come da tradizione, la nostra famiglia si è messa in fila nel posto dove avviene il rito delle condoglianze per ricevere il saluto da parte di tutte le persone che per l’occasione erano accorse al funerale.

Il parroco per la seconda volta si è avvicinato chiedendoci di sospendere la stretta di mano e di accomodarci fuori dalla chiesa, anche in questa occasione, vedendo che non avevamo dato seguito ad un suo ordine, ha tirato fuori il telefono ed ha incominciato a fare foto ai presenti, minacciando denunce contro tutte le persone che stavano eseguendo il rito delle condoglianze.

Abbiamo chiesto umilmente di farci onorare la nostra cara defunta in maniera dignitosa ed invece di accogliere la nostra giusta e sacrosanta richiesta ha continuato ad inveire contro tutto e tutti senza alcun rispetto né per i morti, né tantomeno per tutte le persone presenti in chiesa. Solo a questo punto, non potendone più, alcuni nostri familiari si sono avvicinati per calmarlo e farlo ragionare ed anziché fermarsi ha ulteriormente alzato il tono della voce facendo precipitare la situazione.

Questa è la pura e semplice verità, pertanto siamo amareggiati per quanto accaduto, siamo mortificati per la piega che ha preso questa incresciosa vicenda e siamo pronti a confrontarci con chiunque abbia a cuore di conoscere la verità; eravamo in chiesa per onorare una nostra parente e siamo stati insultati dal parroco con frasi del tipo: togliete questa foto perché non state celebrando una santa!!!

Vorremmo sottolineare che in chiesa non ci sono padroni, bensì dovremmo essere, umilmente, tutti servi della vigna del Signore ed ognuno di noi ha il diritto di manifestare la propria fede senza alcuna limitazione o autorizzazione. Confidiamo molto nell’aiuto delle telecamere che potranno dimostrare la nostra innocenza e buona fede, ma soprattutto potranno smentire tutta la pubblicità negativa che si è abbattuta contro la nostra famiglia! Varapodio 17/01/2024. La famiglia Madafferi“.

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