Nassiriya, 12 novembre 2003: la morte di 19 italiani e le colpe, vent’anni dopo

Sono passati vent'anni dall'attacco terroristico alla base italiana Maestrale di Nassiriya, durante il quale morirono 28 persone e 58 rimasero ferite

StrettoWeb

Probabilmente molti di noi ricordano bene dov’erano e cosa stavano facendo esattamente vent’anni fa, quando a Nassiriya, in Iraq, si consumava una delle più brutte pagine della storia italiana. £rano le 10:40 ora locale, in Italia le 8:40. Carabinieri e militari dell’Esercito di stanza alla base “Maestrale” erano già in fermento e avevano iniziato con le consuete attività di un’ordinaria giornata in missione in Iraq. L’operazione Antica Babilonia che le Forze Armate italiane avevano intrapreso nel luglio di quell’anno, terminata poi nel dicembre 2006, aveva l’obiettivo di contribuire alla rinascita dell’Iraq, occupandosi della sicurezza del popolo iracheno e dello sviluppo della nazione.

Era dunque una giornata come tante altre nella base Maestrale: ricostruzione, aiuto alla popolazione,  approvvigionamento di cibo e di acqua, mantenimento dell’ordine pubblico, addestramento della nuova polizia locale, finalmente affrancata da corruzione e servilismo nei confronti del regime dittatoriale iracheno di Saddam Hussein. Queste erano, principalmente, le attività che anche quel giorno i militari avrebbero dovuto svolgere.

Alle 10:40, però, tutti si resero conto che quella non sarebbe stata una giornata ordinaria. Qualcuno non fece purtroppo in tempo nemmeno ad accorgersene. Un camion cisterna pieno di esplosivo guidato da due kamikaze, saltò in aria davanti alla base militare italiana. Il bilancio fu devastante: 28 morti, di cui 19 italiani, e ben 58 feriti. Una strage. Secondo le inchieste avviate in seguito il camion cisterna conteneva tra i 150 e i 300 kg di tritolo mescolato a liquido infiammabile.

Nassiriya: una strage evitabile?

Spesso ci si è chiesti se quella di Nassiriya fosse una strage che si poteva evitare. Secondo i vertici della base “Maestrale” non c’erano motivi di preoccupazione, perché la popolazione locale non dimostrava ostilità nei confronti dei militari italiani, considerati un aiuto indispensabile per rialzare le sorti del Paese. Gli estremisti locali erano attentamente controllati. In seguito, tutte le piste aperte per capire chi abbia organizzato l’attacco hanno individuato personaggi esterni all’area in questione. Tra le varie ipotesi la più accreditata è quella che coinvolge una cellula terroristica libanese affiliata ad al-Qāʿida.

Le polemiche contro i vertici della base Maestrali, accusati di aver affrontato i pericoli con leggerezza, furono immediati. A distanza di anni, nel 2008, è stato condannato a dover risarcire i familiari delle vittime il generale Bruno Stano. Assolti invece il generale Vincenzo Lops, predecessore di Stano, e l’allora colonnello dei Carabinieri che comandava la base Maestrale, Georg di Pauli. “In Italia si cercano dei capri espiatori“, aveva dichiarato Stano.

I funerali di Stato

I funerali di Stato degli italiani morti durante l’attentato si svolsero a Roma il 18 novembre. Attorno alle salme di questi eroi, diventati tali loro malgrado, oltre alle famiglie e alle più alte cariche dello Stato, si riunì anche una enorme folla di cittadini, commossi e sconvolti da quanto accaduto.

L’attentato di Nassiriya ha colpito decine di famiglie; ha lasciato figli senza padri e madri senza figli, nella folle logica della guerra, insita nella natura stessa dell’umanità.

I nomi

Ricordare i nomi dei nostri connazionali che hanno perso la vita nell’infame attentato di Nassiriya, vuole essere solo un piccolo gesto per onorarne la memoria.

I civili:

Marco Beci, cooperatore internazionale
Stefano Rolla, regista

I carabinieri:

Massimiliano Bruno, maresciallo aiutante, Medaglia d’Oro di Benemerito della cultura e dell’arte
Giovanni Cavallaro, sottotenente
Giuseppe Coletta, brigadiere
Andrea Filippa, appuntato
Enzo Fregosi, maresciallo luogotenente
Daniele Ghione, maresciallo capo
Horacio Majorana, appuntato
Ivan Ghitti, brigadiere
Domenico Intravaia, vice brigadiere
Filippo Merlino, sottotenente
Alfio Ragazzi, maresciallo aiutante, Medaglia d’Oro di Benemerito della cultura e dell’arte
Alfonso Trincone, Maresciallo aiutante

I militari dell’esercito:

Massimo Ficuciello, capitano
Silvio Olla, maresciallo capo
Alessandro Carrisi, primo caporal maggiore
Emanuele Ferraro, caporal maggiore capo scelto
Pietro Petrucci, caporal maggiore

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