Scopelliti torna a parlare della Fallara, quel messaggio prima del litigio: “ti dovevi vergognare prima”

Scopelliti parla per la prima volta del caso Fallara dopo l'uscita dal carcere. Tra gli argomenti anche il Modello Reggio e il rammarico in politica

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Giuseppe Scopelliti torna a parlare di Orsola Fallara e del caso che ha sconvolto la città oltre 10 anni fa. Lo fa per la prima volta dopo la sua uscita dal carcere, nel corso di un’interessante intervista a Sky Tg 24. “Il carcere è un’esperienza molto dura, in cui fai i conti con te stesso, con la tua esperienza di vita e capisci cosa hai vissuto. Queste cose le racconto per inviare un messaggio positivo, di come cioè alcune cose si possono superare. Ho scontato tutta la pena che mi è stata inflitta, una pena che ho sempre ritenuto profondamente ingiusta, e l’ho fatto a testa alta, con grande dignità”, esordisce parlando dell’esperienza che ha evidenziato anche all’interno del libro che sta presentando in tutta Italia.

“Oggi sono un uomo libero dall’odio, dalla paura, che punta a costruire una nuova vita, lontano dalla politica. Sono un uomo più forte, per aver dato prova di essere riuscito a superare un momento difficilissimo. Ma non nego le mie fragilità”. E tra le fragilità ci sono anche quelleper mia mamma che è morta, senza aver mai saputo che il figlio era in carcere. Un dolore che non meritava e che le abbiamo voluto risparmiare”.

Scopelliti, la politica e il rammarico svelato a distanza di anni

Non mancano i passaggi alla politica e a un rammarico svelato oggi, a distanza di anni: Il mio rammarico più grande è di non aver capito nel 2013 che era giunto il momento di chiudere con la mia esperienza politica in Calabria, per guardare altrove, magari a Roma o a Bruxelles. Invece aver insistito nel voler restare in questa terra, ha segnato la mia condanna: avevo avviato una “rivoluzione” che non piaceva alla cosiddetta borghesia mafiosa – fatta di quei pezzi delle istituzioni che camminano a braccetto con le ‘ndrine – e da lì è partita la mia demolizione. E oggi penso che avrebbe potuto andarmi molto peggio della condanna in carcere. Ho rischiato di essere ucciso, ho rischiato la mia vita”.

Il caso Fallara

E così si arriva al caso Orsola Fallara, dipendente del Comune suicida dopo una conferenza stampa. In riferimento alla condanna sui bilanci truccati di allora, Scopelliti confessa: “Non ho nulla di cui rimproverarmi, perché in una amministrazione comunale con 1200 dipendenti un sindaco non può avere il controllo di tutto. Da primo cittadino firmavo anche 300 o 400 incarichi: sapevo cosa firmavo, ma non a chi firmavo”.

E sui rapporti con la Fallara, svela gli ultimi scambi di messaggi prima del litigio: “Resta l’amarezza per aver chiuso tutti i rapporti con Orsola Fallara a novembre, un mese prima del suicidio. Quando venni a sapere della vicenda delle autoliquidazioni provai a telefonarle. Lei non mi rispose. Mi scrisse un messaggio: ‘scusa Giuseppe, non ti rispondo perché provo vergogna’. E io replicai: ‘ti dovevi vergognare prima’. E da lì chiusi tutti i miei rapporti, perché lei aveva tradito la mia fiducia”.

“Nonostante tutte le falsità che sono state dette e scritte su questa vicenda, non ho mai avuto alcun dubbio sul suicidio: a dirlo sono soprattutto i magistrati e i medici che l’ebbero in cura la notte che arrivò in ospedale dopo aver ingerito l’acido muriatico. Sono sicuro che se non si fosse suicidata, Orsola si sarebbe presa le sue responsabilità fino in fondo e la mia vicenda giudiziaria avrebbe avuto un altro esito. Nonostante la condanna, non c’è uno straccio di prova che io abbia detto ad Orsola Fallara di truccare i bilanci”, aggiunge.

Peppe Dj e il Modello Reggio

Scopelliti torna anche a parlare degli anni di una Reggio attrattiva, turistica, bella, mondana. Quelli definiti di “Peppe Dj” e del Modello Reggio. “Nessun’ubriacatura in riva allo stretto e la mia non è stata una politica dell’apparenza che puntava all’immagine senza sostanza verso i problemi reali: una città turistica non può vivere senza eventiammette – Il buco di bilancio del comune di Reggio Calabria non partì dall’amministrazione Scopelliti ma dall’amministrazione precedente, l’amministrazione Falcomatà, e io in parte poi l’ho ereditato. Mi sento la coscienza a posto e non ammetto alcun errore. Anzi da cittadino oggi rilevo che sul bilancio 2019 del comune di Reggio Calabria la Corte dei conti dice testualmente che i conti sono stati truccati, sono state volutamente omesse alcune voci per far quadrare i conti”.

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