Messina Denaro, dopo lo scacco al re inizia il “si salvi chi può”

Si dimette dalla giunta di Campobello di Mazara l'esponente del Pd per il quale avevano lavorato due donne strettamente legate a Messina Denaro

StrettoWeb

Pensare che a Campobello di Mazara tutti sapessero della presenza di Matteo Messina Denaro in città non solo è frutto di un pericoloso pregiudizio, ma è piuttosto inverosimile. Di certo alcuni lo hanno aiutato a nascondersi. Altri sapevano. Qualcuno sospettava. Molti erano ignari. A ricostruire la rete di protezione che si era creata intorno al boss ci stanno pensando ora gli inquirenti.

Di certo, c’è che adesso, dopo l’arresto di Messina Denaro, c’è un fuggi fuggi generale. Un’omertà che, a ben vedere, fa quasi sorridere se non fosse che stiamo parlando di un pericoloso criminale. Assassino di bambini. Ma in Sicilia, come in Calabria o in Campania, non tutto è mafia, a differenza di quello che racconta qualche giornalista forse distratto. Innegabile, però, la collusione a più livelli della società civile.

Le dimissioni di Tramonte

A Campobello tutti dicono di non sapere. Ma la giunta comunale, intanto, si sfalda. “Mi dimetto con l’amaro in bocca di chi, vittima quale mi ritengo di essere in questa tragica e assurda vicenda, in questi due anni ha provato a dare qualcosa di importante a questo paese e a questa comunità, mettendo a disposizione professionalità e competenze, ma sperando che i progetti in corso (come ad esempio il piano regolatore generale) possano essere portati a termine da chi mi succederà“.

Questo è uno dei passaggi della lettera di dimissioni che l’assessore Stefano Tramonte ha presentato al Comune di Campobello di Mazara dopo che il Pd ha deciso di uscire dalla giunta guidata dal sindaco Giuseppe Castiglione. Dopo la presa di posizione del partito sia a livello regionale sia provinciale, Tramonte si è dimesso anche dal Pd. “Mi dimetto con la testa alta di chi è da sempre contrario e condanna ogni forma di mafia ed illegalità, per cui ho combattuto e combatterò sempre e non saranno certo delle circostanze mediatiche di cattivo gusto e senza fondamento a scalfire la mia integrità“, si legge nella lettera dell’architetto Tramonte.

Le donne di Messina Denaro nello studio dell’ignaro Tramonte

Tramonte, lo ricordiamo, è un architetto e nel suo studio privato, che gestisce insieme al geometra Giuseppe Lanza, per anni ha lavorato Lorena Lanceri, arrestata perché ritenuta la vivandiera (e amante) del boss Messina Denaro. Ma non solo. Vi ha svolto il tirocinio anche Martina Gentile, figlia di Laura Bonafede, la maestra (e anch’essa amante di Messina Denaro) arrestata nell’ambito dell’indagine sulle rete di fiancheggiatori dell’ex latitante. Su entrambe Tramonte ha dichiarato di non aver mai sospettato nulla delle loro implicazioni con la mafia locale.

Credo nella giustizia, pertanto mi auguro, per tutta la comunità, che vengano date risposte concrete e condanne esemplari a tutti coloro che hanno fatto del male a questo paese“, conclude Tramonte nella missiva.

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