“La sinistra non vuole il ponte, dobbiamo restare nel ghetto dei siciliani?”

Il Ponte sullo Stretto di Messina non solo è fattibile ma è indispensabile: lo spiega l'ingegner Giacomo Guglielmo, esperto trasportista

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Giacomo Guglielmo: "nessun trasportista serio può dire che il ponte non serve, che non è realizzabile"
StrettoWeb

Sembrano una sorta di armata Brancaleone, ma sono i “No Ponte”, risorti dalle loro ceneri ora che la grande infrastruttura si concretizza sempre più. Tanti, nelle ultime settimane, i dibattiti in merito al Ponte sullo Stretto, ma la verità scientifica e tecnica è solo una: l’opera è fattibile. E salvo i consueti bastoni tra le ruote dei ‘no tutto’, si farà.

Di recente si sono espressi in merito anche Mario Tozzi e Angelo Bonelli, i quali guidano la battaglia contro il Ponte sullo Stretto per ragioni ideologiche, senza farsi mancare bufale e fake news. Molti gli esperti, siciliani soprattutto, che si stanno esponendo sui social per far conoscere l’unica verità: il ponte non solo è fattibile, ma è anche indispensabile. Tra questi l’ingegner Giacomo Guglielmo, esperto Trasportista del Comitato Ponte e Libertà.

Caro dottor Andrea Scanzi – chiosa Guglielmo in un video affidato ai social –, lei è un giornalista come il suo direttore Marco Travaglio. Nessuno di voi è siciliano, nessuno di voi è ingegnere, ma soprattutto nessuno di voi viaggia di notte con i pullman. Nessuno di voi deve prendere un ferry boat, o un aliscafo o un aereo per superare tre chilometri. Noi (siciliani, ndr) non abbiamo la possibilità e il diritto di avere i treni. Voi che dite che non serve il ponte: sulla base di cosa? Nessun trasportista serio può dire che il ponte non serve, che il ponte non è realizzabile. Un ingegnere sarebbe radiato dall’ordine”.

Anche Tozzi, pagato dalla Rai: vi prego studiate! – dice anche Guglielmo – La sinistra non vuole il ponte perché tanto la maggior parte delle persone stanno al Nord”. E l’esperto passa poi agli esempi pratici. “Da Messina a Gioia Tauro ci vogliono tre ore, eppure io la vedo Gioia Tauro, è a 30 chilometri da noi! Un catanese che deve arrivare a Roma, o paga 300 euro di aereo ora o non può arrivare. Uno di Trapani comunque deve arrivare o a Fontanarossa o a Messina”, racconta Guglielmo, sottolineando le difficoltà e i controsensi di una classica giornata da pendolare siciliano.

Messina, Catania e Palermo sono tre città metropolitane e sono le città più isolate d’Italia. Ci obbligate ad inquinare“, sottolinea poi il trasportista. “Tozzi ha dovuto dire che il ponte era fattibile quando gli ho detto di non dire falsità, perché è pagato dalla Rai. Ma come si fa a dire che il ponte non è fattibile con un progetto definitivo? Il progetto è stato firmato da oltre 100 persone, tra i miglior ingegneri del mondo. Come si fa a dire che una nave inquina meno di un ponte?”

“Siamo italiani o no? O dobbiamo restare nel ghetto dei siciliani?“, si chiede infine Giacomo Guglielmo.

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