“Piazza De Nava 4.0: una lunga e sconcertante storia”: l’evoluzione geologica | VIDEO

Ospiti del Circolo Culturale “L’Agorà” il biologo Matteo Gatto Goldstein ed il geologo Alfonso Aliperta

StrettoWeb

Si è svolta venerdì 31 Marzo la conversazione su “Piazza De Nava 4.0: una lunga e sconcertante storia”. All’incontro hanno partecipato il biologo Matteo Gatto Goldstein ed il geologo Alfonso Aliperta. Si è discusso della formazione ed evoluzione geologica del centro storico cittadino, con particolare riferimento all’area in cui si colloca Piazza De Nava.

È stato evidenziato come il centro storico della città sia ubicato a cavallo tra le Fiumare Calopinace e Annunziata e di come la città si sia sviluppata anticamente lungo una ristretta piana alluvionale che risultava attraversata anche da altri corsi d’acqua minori oggi cancellati dall’urbanizzazione. Il territorio calabrese è denominato dal punto di vista geologico Arco calabro-peloritano. Esso è il tratto della catena che raccorda l’Appennino meridionale allungato in senso NW-SE con le Maghrebidi siciliane disposte da Est a Ovest.

Con i suoi terreni cristallini e metamorfici in opposizione ai terreni sedimentari dell’Appennino meridionale e della Sicilia rappresenta da lungo tempo uno dei problemi più affascinanti del Mediterraneo centrale, chiave per la comprensione dei rapporti tra Africa ed Europa. Tale catena, infatti, si colloca dal punto di vista geodinamico in prossimità del margine tra la placca eurasiatica e quella africana. Abitualmente viene incluso tra due allineamenti tettonici: la linea di Sangineto a Nord e la linea di Taormina a Sud.

Questi due lineamenti trascorrenti sinistro e destro rispettivamente, hanno svolto la loro attività fino al Tortoniano superiore (Amodio-Morelli et al., 1976). Le più importanti teorie degli anni ’70 descrivono l’Arco calabro-peloritano, come un edificio tettonico a falde di ricoprimento che si sono costituite e messe in posto durante le fasi pre- mioceniche dell’orogenesi alpina.

Nel corso del suo intervento, il geologo Aliperta ha analizzato la formazione e l’evoluzione geologica del centro storico cittadino, con particolare riferimento all’area in cui si colloca Piazza De Nava. L’antico reticolo idrografico cittadino è ormai cancellato dalla struttura urbana della città, anche se ne restano numerose testimonianze. In particolare, in adiacenza all’area oggi occupata dalla Piazza De Nava, defluiva il vecchio Torrente Santa Lucia / Schiavone oggi completamente intubato ed al cui posto si trovano la Via Domenico, la Via G. Melacrino, la Via S. Lucia e la Via Collina degli Angeli.

Come testimoniato da alcune forme del territorio, questo corso d’acqua nel passato era dotato di una discreta capacità idraulica, ma allo stato attuale non produce alcun rischio. Difatti, oltre alle opere di raccolta e canalizzazione delle acque, con la realizzazione della Tangenziale si è operata un’artificiosa riduzione del bacino di alimentazione. Il confronto tra foto storiche e quelle recenti, nonché di cartografie geologiche, consente agli spettatori di guardare la nostra città con un occhio differente, pensando a come era nel passato ed a cosa ci sia sotto i nostri piedi.

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