Sciopero del personale di Trenitalia, sit in di protesta a Reggio Calabria: “attendiamo risposte urgenti a tutela dei lavoratori” | INTERVISTE

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    Foto di Salvatore Dato / StrettoWeb
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I sindacati protestano a Reggio Calabria: “vogliamo porre all’attenzione di Trenitalia e delle istituzioni competenti una situazione non più sostenibile per i lavoratori”

E’ in corso un sit in dei sindacati Filt Cgil, Fit Cisl, Uil Uilt, Ugl, Fast ed Or.S.A,  presso la stazione di Reggio Calabria Centrale. Alla protesta stanno partecipando i dipendenti di Trenitalia, che oggi scioperano per 24 ore, che sta comportando “lo stop dei treni ad alta velocità, gli intercity, nonché quelli operanti nell’ambito del trasporto regionale”. Gli organizzatori rimarcano: “la manifestazione vuole porre all’attenzione di Trenitalia e delle istituzioni competenti, una situazione non più sostenibile dettata dal graduale abbandono del territorio calabrese, assoggettato negli anni ad una politica di spoliazione, mediante la destrutturazione aziendale ed il taglio di numerosi servizi, con un prodotto notte fortemente razionalizzato e treni regionali assoggettati a continue soppressioni e variazioni di orario e le cui frequenze non risultano essere soddisfacenti, al cospetto della reale domanda”.

Le sigle sindacali denunciano inoltre “la violazione di alcuni istituti contrattuali in tema di orario di lavoro e di molti dei diritti primari spettanti al personale addetto ai treni, nonché agli impianti fissi. Si vuole inoltre porre un importante riflettore sulla distanza mostrata dalla dirigenza aziendale rispetto alle problematiche sottoposte più volte alla loro attenzione, che ha comportato come diretta conseguenza l’attuale stato di abbandono delle strutture calabresi di Trenitalia, ed all’assenza di una politica di rilancio dei livelli occupazionali, nonostante l’effettivo fabbisogno di agenti ai treni e non solo”. Le OO.SS. rivendicano inoltre “l’internalizzazione di molte attività che oggi hanno seguito una politica scellerata di esternalizzazione, comportando in tal modo il restringimento del perimetro aziendale oltre che possibili fenomeni di dumping contrattuale. Al centro della protesta pacifica è inoltre la sicurezza negli ambienti di lavoro, ed a quella legata all’incolumità fisica del personale assoggettato sempre più a fenomeni di aggressione”.

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