Elezioni, Paolo Mieli: “basta governi tecnici, neanche in Ghana o Zambia funziona così. In democrazia decide il popolo”

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Elezioni, un brillante Paolo Mieli commenta il risultato elettorale (in anticipo) con una riflessione molto interessante

Erano ancora aperti i seggi ieri sera quando, intorno alle 22:00 e quindi un’ora prima degli Exit Poll, l’autorevole giornalista e scrittore Paolo Mieli durante “Quarta Repubblica”, la trasmissione di Nicola Porro su Rete 4, commentava la situazione politica in vista di un risultato elettorale che da tempo era già abbastanza delineato in base ai sondaggi delle ultime settimane. Mieli, elettore dichiarato della sinistra, in pochi minuti ha asfaltato tante “menzogne” che la stessa sinistra ha propagandato nelle ultime settimane durante la campagna elettorale.

Il giornalista, infatti, ha illustrato la propria opinione: “noi abbiamo un’enorme ferita aperta su com’è andata a finire la seconda repubblica, il fatto che noi siamo l’unico Paese al mondo, sottolineo l’unico Paese al mondo, che ha avuto i governi tecnici, ne ha avuti quattro, Ciampi, Dini, Monti, Draghi, ma che è questo… E in più nell’ultimo decennio il substrato del governo tecnico è diventata norma, oggi i partiti si presentano alle elezioni dicendo ‘votateci, poi andiamo in parlamento e combiniamo un nuovo governo tecnico’, un governo che non è indicato dagli elettori. In questo senso il Centrodestra ha una posizione di vantaggio nel modo in cui si candida. Noi facciamo finta di niente, ma quest’unicità, questo sistema, se funzionasse ce lo avrebbero imitato tutti, in Germania, in Inghilterra, tutti a fare governi tecnici, tutti a fare governi che si vota e poi ci si combina in parlamento. Da noi invece è diventata un’ideologia, c’era un partito, quello di Calenda, che si presentava dicendo ‘voi votateci che se noi avremo più del 10% torna Draghi’. Ma che vuol dire? Se tu vuoi Draghi, candidi Draghi, crei un sistema di liste che lo sostengono, ottieni il 51% per Draghi e vinci le elezioni, anche in Ghana, anche in Zambia funziona così. L’idea che tu fai sì che in parlamento non ci sia la maggioranza e poi partiti che si sono contrapposti in campagna elettorale si mettono insieme e viene uno perché è bravo, questa roba qui, ripeto, non ce l’ha mai imitato nessuno. E’ noto che io sono un elettore dell’altra parte, però penso che è meglio che vinca chi si è coalizzato per vincere e che poi governi e se fallisce si torna alle urne, come accade in tutti i Paesi del mondo, in Israele siamo alle quinte elezioni in quattro anni. Io mi domando, ma in Italia da solo me lo domando: se tutti i Paesi del mondo nonostante questo nostro insegnamento sui governi tecnici, continuano a preferire la politica, ci sarà un motivo?. Anche gli altri fanno governi di unità nazionale, ma a guidare quei governi c’è sempre il leader del partito che ha la maggioranza relativa, non è che chiamano che so l’ex presidente della Bundesbank e gli dicono di fare il governo. Ripeto, considero quasi tutti questi tecnici delle persone di primissima scelta, uno di questi, il primo in modo particolare, è stato un Capo di Stato fenomenale, ma nessuno si ferma a riflettere sul fatto che questa storia meravigliosa che abbiamo vissuto per 30 anni adesso deve finire. Smettiamola di esautorare l’elettorato e, anche l’altra parte si organizzi per avere un capo da presentare agli elettori e vincere e governare con quel capo, non che si va alla viva il parroco in parlamento. E poi c’è la scusa della legge elettorale, un’altra menzogna. Il risultato di oggi lo avremmo avuto con qualsiasi sistema elettorale maggioritario, sarebbe stato uguale. Abbiamo sempre avuto durante la seconda repubblica sistemi elettorali maggioritari: col Mattarellum o con il Porcellum, il risultato sarebbe stato uguale. Chi dice che questo sistema è una porcata è una scusa miserabile: ogni sistema maggioritario consente allo schieramento che ha un voto in più di prendere un premio di maggioranza necessario a governare, è una cosa che era nei presupposti della seconda repubblica. E invece nelle prossime ore tra le tante menzogne che diranno gli sconfitti ci sarà la colpevolizzazione del sistema elettorale: no, è colpa vostra che non vi siete saputi coalizzare“.

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