Viva i tifosi dell’Inter e il mega assembramento di Milano: la forza di un’emozione per ritrovare la libertà

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Infuriano le polemiche per gli assembramenti dei tifosi dell’Inter ieri a Milano dopo lo scudetto nerazzurro. Ma ci sono tanti precedenti che ci fanno ben sperare, e se anche stavolta non ci sarà alcun peggioramento della situazione epidemiologica salteranno in aria tutte le bufale dei terroristi della pandemia

Il punto non è se i festeggiamenti per Inter fossero legali o illegali in base alle leggi vigenti. Il punto è se i festeggiamenti per l’Inter fossero giusti o meno. E tra “giustizia” e “legalità” può esserci un abisso: appena 75 anni fa in Italia era legale tenere persone in campi di concentramento e illegale esprimere liberamente la propria opinione. Nessuno oggi considera giustizia quel tipo di legalità.

Per capire se è giusto o meno il comportamento dei tifosi dell’Inter, dovremmo interrogarci su cosa provoca. Ci sarà un aumento dei contagi? Ci sarà un aumento dei ricoverati e dei morti? Entro quanto tempo e in quale località? A Milano entro 15 giorni?

Bene. Se entro 15 giorni a Milano ci sarà un dramma sanitario, potremo considerare il comportamento dei tifosi dell’Inter ingiusto. E perseguire quei tifosi come untori pazzi e sconsiderati.

Ma se, al contrario, tra 15 giorni a Milano e in Lombardia come in tutt’Italia non ci sarà alcun aumento dei casi, alcun aumento dei contagi, alcun aumento dei ricoveri e, anzi, continuerà il trend di calo dei contagi, calo dei ricoverati e crollo del numero di morti (che tra l’altro si è già velocizzato nella prima settimana di riaperture come possiamo osservare dai dati epidemiologici) allora l’unica cosa da considerare illegale in modo definitivo saranno queste leggi balorde che stanno privando il Paese delle libertà fondamentali. Che comprendono, ovviamente, la possibilità delle persone di scendere in piazza e festeggiare qualsiasi cosa gli pare.

Abbiamo già visto enormi folle per festeggiamenti e celebrazioni, a giugno dell’anno scorso per la Coppa Italia del Napoli, per la promozione in serie B di Reggina e Reggiana, ancora a Napoli a novembre scorso nel pieno della seconda ondata per la morte di Maradona. In nessun caso questi assembramenti hanno provocato alcun aumento del contagio, dei ricoverati e dei morti. Probabilmente perchè si sono verificati all’aperto, dove non ci si contagia. Probabilmente perchè si è sempre trattato di persone in grandissima prevalenza giovani e sane, che quindi possono anche contagiarsi ma rimangono nella stragrande maggioranza dei casi asintomatiche. Più probabilmente ancora perchè il contagio segue il suo corso stagionale a prescindere da ogni tipo di comportamento, come dimostrano i dati a confronto tra vari Paesi di vari continenti che hanno adottato strategie opposte (lockdown duri, nessun lockdown) senza alcuna corrispondenza tra rigide restrizioni e miglioramento della situazione epidemiologica ma con un andamento sempre legato alla stagionalità meteo-climatica.

Viva, allora, il calcio che si conferma una delle poche e residue attività che continua a regalare emozioni. Viva i tifosi che hanno il coraggio di scendere in piazza per un’emozione disobbediendo a leggi vessatorie e discriminatorie dei diritti umani. Combattiamole e rendiamo illegale tutto ciò che ingiustamente stiamo sopportando: il coprifuoco, il distanziamento, l’alienazione e il terrorismo di pseudo scienziati da 14 mesi smentiti dai fatti: stiamo ancora aspettando i 100 mila ricoverati in terapia intensiva dopo le riaperture di maggio 2020, i 600 morti al giorno dopo le riaperture del 26 aprile 2021 e adesso attendiamo la strage di Milano tra 15 giorni. Se ci sarà, chiederemo scusa in ginocchio. Al contrario, però, se come Napoli, Reggina, Reggiana e Maradona, la situazione continuerà a migliorare e questi assembramenti non avranno determinato alcuna criticità sanitaria, a chiedere scusa dovranno essere coloro che li combattono uccidendo la vita socio-economica del Paese e violentando le libertà delle persone.

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