Elezioni Comunali, Mastella: “le primarie del Pd a Roma sono una finzione”

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Elezioni Comunali, Mastella: “le primarie del Pd a Roma sono una finzione. Conte ha sbagliato a chiudersi nel M5S, dove c’è un elevato che decide anche il suo destino. Salvini vuole andare alle elezioni il prima possibile per non essere superato dalla Meloni”

Clemente Mastella, sindaco di Benevento, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta”, condotta dal direttore Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus.

Nelle grandi città al voto partiti in difficoltà a trovare i candidati sindaci. “Un sindaco incontra tantissime difficoltà, situazioni che come parlamentare non vedi mai perché sei sempre mediato –ha affermato Mastella-. Oggi il parlamentare finisce per essere in una dimensione molto burocratica, tant’è vero che il parlamento ha perso ogni tipo di potere reale. La sfida è sul piano personale, ma anche sulla capacità di fare, in relazione alla propria comunità. Il sindaco dovrebbe diventare come negli Stati Uniti, con il potere di decidere veramente”.

Sulle elezioni a Roma. “Non capisco la scelta del Pd di fare le primarie a Roma. Se già hai stabilito chi vince le primarie, che senso ha fare le primarie? E’ una finzione. A quel punto candida Gualtieri e non fare le primarie. I 5 Stelle continuano ad essere ondivaghi, sono di destra e di sinistra, l’infinito e l’abisso, la morte e la vita, è difficile fare alleanze con loro. A Conte avrei consigliato di fare una cosa diversa, non di andarsi a chiudere in un Movimento con un elevato che sta sopra di lui e che a un certo punto può dirgli di farsi da parte”.

Sul futuro del governo Draghi. “Il PD ha bisogno di recuperare tempo e quindi spera di arrivare fino al 2023. Il centrodestra invece vuole andare a votare, Salvini ci vuole andare il prima possibile perché la Meloni sta per superarlo e se arrivasse prima alle elezioni farebbe lei il premier. L’Europa spingerà perché Draghi resti al governo per terminare i lavori del Recovery, vedo più la Cartabia come presidente della Repubblica”.

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