Governo, il Movimento 5 Stelle ci ripensa e apre a Draghi. Crimi: “reddito di cittadinanza punto fermo”

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Grillo cambia visione nei confronti del premier incaricato Draghi ma mette dei paletti

Alla fine Beppe Grillo ci ha ripensato: il “no” al governo Draghi si è trasformato in un “forse”. L’ok del Movimento 5 Stelle, infatti, ci sarà solo ad alcune condizioni: difesa di tutti i provvedimenti portati a casa dal governo Conte, in primis il reddito di cittadinanza, il decreto dignità, le norme anticorruzione e un programma che abbia tra i punti principali il reddito universale, una imposta patrimoniale per i super-ricchi, acqua pubblica, blu economy, digitalizzazione, conflitto di interessi e banca pubblica. Il “M5S si siederà al tavolo per rispetto istituzionale” e “gentilezza” nei confronti del Presidente della Repubblica.

“Sento già qualcuno appellarsi al presidente incaricato affinché tolga il reddito di cittadinanza, una misura che in questi mesi ha anche fatto da scudo al rischio di tensioni sociali e che ha aiutato quasi 3 milioni di italiani, inclusi minori e disabili. Abbiamo lottato con tutte le nostre forze per realizzarlo e, invece che affossarlo, dobbiamo portarlo definitivamente a termine completando il versante delle politiche attive del lavoro”. Lo ha scritto su Facebook il capo politico reggente del Movimento 5 stelle, Vito Crimi. “Sabato prossimo – ha aggiunto – andremo alle consultazioni con il presidente incaricato. Ascolteremo attentamente quanto avrà da dirci e porteremo al tavolo il Movimento 5 stelle con la sua storia, le sue battaglie e le sue visioni. E, chiaramente, fra queste il reddito di cittadinanza è uno dei punti fermi. Perché, oggi più di ieri, nessuno deve rimanere indietro”.

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