Pasqua, tra fede e tradizioni: i riti più suggestivi in Sicilia e a Taormina

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Le tradizioni di Pasqua in Sicilia e a Taormina

I riti della Settimana Santa presentano in Sicilia una complessità di contenuti e di simbologie dovute ai numerosi influssi e alle tradizioni di questa terra dove la Pasqua è la festa che più di ogni altra ricorrenza ha suscitato in tutta l’isola, una passionale partecipazione locale ma anche turistica. Si evidenzia così come nel mistero della morte e della resurrezione ci siano, nella cultura popolare dell’isola, riferimenti più ampi di quelli seicenteschi, arrivando perfino alla cultura bizantina che rappresenta un sostrato religioso importante e alla memoria dei più antichi riti di una tradizione mediterranea, ancor più antichi di quelli dello stesso cristianesimo.

Lo scrittore Gesualdo Bufalino citava:

« A Pasqua ogni siciliano si sente non solo spettatore ma attore, prima dolente, poi esultante, d’un mistero che è la sua stessa esistenza. »

Durante la Settimana Santa infatti diverse città Siciliane rievocano e commemorano la Passione, la Morte e la Resurrezione di Gesù Cristo, secondo usi e costumi locali. Le processioni si svolgono per le vie delle città e sono formate dalle confraternite delle arti e dei mestieri, che sfilano nei loro caratteristici antichi costumi, dal clero con i paramenti quaresimali e seguite da simulacri di Gesù morto, della Madre sua in dolore e dagli altri personaggi che contornano la Passione di Cristo. Molto spesso queste rappresentazioni sono impersonate anche dai fedeli che raffigurano con grande pathos i tristi momenti del calvario. La presenza attiva della gente è sentita a tal punto che, anche a livello emotivo, i sentimenti del dolore per la Morte prima e poi della gioia per la Resurrezione del Redentore, appaiono autentici per la teatralità che assumono nei vari passaggi del ciclo pasquale. Forte è la simbologia che connota e caratterizza la Settimana Santa sia a livello decorativo degli scenari dovuta alla presenza di elementi ormai rituali quali il grano, il pane, il colore viola dei paramenti religiosi, i fiori ed molto altro. A livello metaforico la Pasqua, che cade sempre in Primavera, rappresenti il risveglio della Natura dopo il letargo invernale, e quindi la rinascita della Vita ed il trionfo del Bene sul Male.

Le diverse manifestazioni si caratterizzano per la grande varietà che assumono nei vari centri dell’isola, diventando elemento caratterizzante della comunità, nonostante i mutamenti sociali e culturali della modernità. Tuttavia alcuni elementi accomunano le diverse manifestazioni e processioni della Sicilia :

La Domenica delle Palme

La processione della Domenica delle Palme. Tale ricorrenza è comune al resto dell’Italia ed a tutta la Cristianità, ma in Sicilia si svolge con particolare enfasi, con rievocazioni figurate, eredi di tradizioni di teatro religioso tardomedievali. Durante la processione, in quasi tutti i paesi della Sicilia, si utilizzano i ramoscelli di ulivo e anche foglie di palma, artisticamente intrecciate in forme tradizionali, che vengono portate in processione, generalmente da fanciulli. Praticamente solo a tale scopo venivano coltivate, in luogo assolato e protetto alcuni esemplari di palma da dattero o altre varietà che in Sicilia non hanno mai fruttificato. Ugualmente utilizzate, soprattutto in passato, fronde di alberi sempreverdi come l’alloro. Tali fronde assumono un valore magico-religioso apotropaico e vengono conservate tutto l’anno per preservare dai rischi di malattie e disgrazie.

In alcune processioni si rievoca l’ingresso di Gesù a Gerusalemme. Per esempio a Caltanissetta dove nel pomeriggio della Domenica delle Palme il centro della città è attraversato dalla processione di un simulacro di Cristo su una barca interamente ricoperta di fiori. Altrove, come a Enna, la processione prevede la presenza di figuranti appartenenti alle varie confraternite, che rappresentano l’arrivo del Messia nella città santa. Uno dei confratelli, rappresentante Gesù, monta su un asinello, preceduto da dodici compagni, rappresentanti gli apostoli, che reggono ramoscelli di ulivo

Il Lunedì Santo

Il Lunedì Santo, ma anche il Martedì e il Mecoledì, in molte località si svolgono processioni delle varie Confraternite che organizzano cortei sacri con le statue da loro custodite. In tali occasioni i santi destinatari del culto locale vengono integrati nei riti della Settimana Santa.

Il Martedì Santo

A Caltanissetta “La Scinnenza” è una rappresentazione sacra che inizia la sera del martedì santo nel centro storico con la recita del processo a Gesù seguito da altri momenti della Via Crucis. Accompagnati dalle bande musicali, gli attori in costume rievocano i vari momenti della Passione di Gesù, che culminano nella vera e propria Scinnenza (dalla lingua siciliana scinniri che significa scendere), ovvero la deposizione di Gesù dalla croce.

Già nel Medioevo esistevano tali rappresentazioni a Caltanissetta, che si svolgevano nei quattro venerdì di marzo che precedevano la Settimana Santa. La prima vera rappresentazione con molti attori ebbe luogo nel 1840 ma l’anno successivo, a causa di gravi disordini generati dalla grande folla, venne abolita. Ripresa con successo nel 1957 per iniziativa dei salesiani e poi nel 1972, la Scinnenza si svolse ogni anno la sera del Sabato santo per le vie del centro storico. Dal 2006 la manifestazione è stata spostata al martedì santo per volere del clero.

Il Mercoledì Santo

A Caltanissetta,nel Mercoledì Santo di mattina vi è la solenne e famosa processione della che si svolge dal 1500: tutte le categorie artigianali realmente operanti sul territorio, che anticamente costituivano la milizia urbana della città feudale, guidate dal loro capitano – che riceve simbolicamente le chiavi della città – sfilano con le bandiere, per rendere onore al Santissimo Sacramento, portato in processione dal Vescovo. Nel pomeriggio dello stesso giorno vi è la processione delle, 19 piccoli simulacri, che una volta erano portate a spalla dai lavoranti e ragazzi di bottega. I giorni precedenti il Venerdì, che rappresenta il tempo della crocifissione e morte, si svolge in molti paesi della Sicilia, la processione del “Cristo alla colonna”.

Il Giovedì santo

I “Sepolcri“, allestimenti all’interno delle chiese per l’adorazione a partire dal Giovedì santo. Elemento particolare è la presenza negli altari predisposti per tali allestimenti, di vasetti con germogli di grano fatti crescere al buio (“i lavureddi” cioè “piccole messi”) che alcuni studiosi riferiscono a tradizioni elleniche.[2] Le spighe di grano verdi sono inoltre presenti in altri momenti delle manifestazioni religiose.
La messa messa in Coena Domini che si svolge il Giovedì santo e durante la quale si svolge il rito del lavaggio dei piedi degli Apostoli rappresentati da anziani confratelli e la rappresentazione dell’Ultima Cena.
Il Giovedì Santo è il giorno più famoso della Settimana Santa di Caltanissetta. Le strade del centro vedono una grandissima animazione: sfilano in Processione i 16 Gruppi Sacri chiamati che rappresentano, in certo qual modo, le stazioni della Via Crucis. Le Vare, opera per la maggior parte dei, scultori napoletani della seconda metà dell’Ottocento, sono maestose in quanto accolgono ciascuna diversi personaggi in grandezza naturale. Tutte sono accompagnate da una banda e tutte le sedici bande suonano contemporaneamente durante il percorso. Ogni Vara, decorata di luci e di fiori, è accompagnata da un corteo di devoti, dal ceto dei proprietari, da portatori di candele e di fiaccole. È una processione molto amata dalla città e che attrae moltissimi turisti, tanto che la folla fa ala sino a notte tarda, lungo tutto il percorso. Pur avendo origini settecentesche la processione ha assunto la forma attuale negli anni del grande sviluppo dell’attività zolfifera.
Il Venerdì santo
Il venerdì è caratterizzato dalla processione del Cristo Morto, caratterizzata quasi sempre da una notevole durata (a Trapani la processione dei Misteridura ben 24 ore) o da una esasperata lentezza, che spesso portano la manifestazione fino al buio della sera. La processione è caratterizzato in genere dalla presenza non solo del Crocefisso o del Cristo morto adagiato su di una lettiga o in un’urna di vetro (“cataletto”), ma anche dei “Misteri” come l’Ecce Homo, e della statua della L’Addolorata.

Spesso tale processione è preceduta o seguita dalla processione della “Cerca” che si svolge anch’essa quasi sempre al Venerdì santo (spesso di mattina) e che vede il simulacro della Madonna “cercare” Cristo a volte inutilmente, a volte incontrando (Cerda) il Cristo morto; in questo caso la processione prende il nome di “Giunta” (Licodia Eubea). A volte tale “cerca” si svolge al sabato (Cassaro).

Misteri, crocifissi e processioni

I “Misteri” sono statue lignee o di stucco, che richiamano i vari momenti della Passione di Cristo (Gesù alla colonna della flagellazione, Gesù schernito, Ecce Homo, Gesù caricato della croce, Gesù crocifisso, Gesù morto posto in una lettiga), che vengono mostrate e portate in processione in vari momenti durante la Settimana Santa (Ispica, Caltanissetta, Trapani, Biancavilla, Barcellona Pozzo di Gotto e tantissime altre località). In alcuni casi, come nelle processioni di Enna, oppure nella processione del Mercoledì santo di Assoro la rappresentazione effettiva dei momenti della passione viene sostituita da oggetti simbolici (la lancia, il martello, la corona di spine, ecc).
I crocefissi “snodabili”, in cui arti mobili che rendono possibile la rappresentazione della Crocefissione e della Deposizione, in cui il simulacro di Cristo viene tolto della croce e deposto in una lettiga. Tale particolare tradizione era comune in tutta Italia nel Medioevo[3] e sopravvive in Sardegna ed in alcuni centri della Sicilia (Avola, Corleone, Licodia Eubea, Biancavilla, Leonforte, Mussomeli) che conservano esemplari di questa particolare opera d’arte. Ad Acate, paesino situato in provincia di Ragusa, è tradizione fare Le sette parti, una commedia teatrale che narra la crocifissione di Gesù.
A Caltanissetta nel Venerdì Santo, giorno di dolore e di lutto, la città assiste compostamente alla processione del, un piccolo crocifisso ligneo del XV secolo, oggetto di grande venerazione da parte dei nisseni che gli hanno dato il titolo di. La processione è accompagnata dai, un gruppo di uomini scalzi, vestiti di una tunica viola, che cantano in un antico dialetto quasi incomprensibile la triste vicenda della morte di Cristo sulla Croce. Fino a qualche anno fa il gruppo dei ladanti era costituito dai, i raccoglitori di verdure selvatiche, i più poveri tra i poveri che si tramandavano oralmente questa antica tradizione. Oggi la devozione si è allargata e tanti nisseni, di tutti i ceti sociali entrano a far parte del gruppo dei ladanti.

La Domenica di Resurrezione

La processione dell”Incontro” chiamata in vario modo:”u Scontru” (Cassaro), u ‘Ncontru (Ribera), “u ‘Ncuontru (Petralia Sottana), “a Giunta” (Aidone), “a Junta” (Caltagirone), “a Paci” (Biancavilla, Comiso), che inizia generalmente molto presto la mattina di Pasqua, con la statua della Madonna che va lungamente in cerca del figlio. Dopo un lungo itinerario, che spesso procede con rituale lentezza, avviene l’incontro tra la statua del Cristo risorto e quella della Madonna per la quale spesso viene prevista una subitanea metamorfosi con la sostituzione della statua o del manto (Ribera, Alcara li Fusi) e volo di colombe (Aragona), per esprimere il potere di rinascita della Resurrezione.[4] La tradizione dell”Incontro” è presente anche in Calabria con in nome di “affruntata” o “cumprunta“[5], Probabilmente il rito dell’”incontro” è derivato da sacre rappresentazioni quattrocentesche.[6] Non mancano casi in cui il simulacro della Madonna si china o si sporge a baciare Cristo o altri in cui è trasformato in una sorta di automa con braccia mobili che possono alzarsi a benedire.
L’incoronazione della Vergine Addolorata. La sera di pasqua alla statua della Madonna Addolorata viene messa sul capo la corona che porta durante l’anno ma che viene tolta il venerdì Santo come segno luttuoso per la morte del Figlio. (Corleone)
Il giorno di Pasqua, intorno a mezzogiorno, avviene il tradizionale Incontro tra Maria e Gesù Risorto, popolarmente detto “La Giunta” . La tradizione popolare vuole che la Madonna inviti gli apostoli alla ricerca del figlio. Gli Apostoli, detti “Santuna” , sono undici giganteschi pupazzi in cartapesta, rivestiti con abiti di stoffa, all’ interno di ognuno dei quali vi è una persona, come nel caso del S. Giovanni che due giorni prima accompagnava l’ Addolorata in processione La sera poi, in un clima di festa gioiosa, si svolge la processione per le vie del centro abitato con tutti i simulacri.

Taormina

Nel periodo primaverile, a Taormina e in particolar modo nelle vie del centro storico ( Corso Umberto ) la Santa Pasqua attira l’attenzione non solo dei cittadini ma anche dei turisti, incuriositi dal grande pathos con cui i fedeli manifestano questa sacra tradizione. Molto caratteristica e degna di nota è senza alcun dubbio la processione del Venerdì Santo, una tradizionale rappresentazione della Passione anche conosciuta come “Processione dei Misteri del Venerdì Santo”, che si svolge all’imbrunire e interessa l’intero centro storico della città che cade nel buio e nel silenzio, e grazie alle caratteristiche torce, ricrea un’atmosfera unica. I personaggi della processione e le statue provenienti da tutte le chiese di Taormina, sfilano illuminate esclusivamente da queste torce e accompagnate dai fedeli che per l’occasione si vestono secondo i costumi della tradizione, difatti una delle particolarità della cerimonia riguarda la partecipazione delle donne, le circa seicento “consorelle” che fanno parte della storica congregazione locale del Varò di Maria, tutte vestite di nero in segno di lutto. I fedeli seguono il Cristo lungo tutto il percorso della processione, con le candele accese portate a mano. Moltissime anche le bambine vestite di bianco. Segue il suggestivo e solenne incontro con la Madonna, dopo una prima sosta in Piazza Duomo, la processione prosegue lungo il Corso Umberto fermandosi poi a Piazza Santa Caterina per un altro momento di preghiera. A tarda sera la processione accompagna Gesù alla Colonna nella chiesa di Sant’Antonio e le statue Ecce Homo, Crocifisso, Gesù morto e la Madonna nelle rispettive Chiese.

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