Reggio Calabria, l’appello di un cittadino: “il lungomare sembra un accampamento Indios”

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Reggio Calabria, l’appello di un cittadino: “ho ritrovato una città quasi Fantasma”

Piovono le lamentele e le critiche da parte di alcuni cittadini della città di Reggio Calabria. Queste riguardano le condizioni e lo stato di abbandono e incuria in cui versa il Lungomare Falcomatà. Di seguito il testo:

“Salve signor sindaco, ed un saluto a chi mi legge in questo momento, vorrei Presentarmi, mi chiamo Mario Morabito, e sono nato a Reggio Calabria, percio’ cittadino di questa meravigliosa e martoriata citta’, un tempo , negli anni 70, fiore all ‘occhiello di tutto il meridione, periodo di cui mi  vanto di aver vissuto.

Purtroppo ho ritrovato quella che un tempo veniva anche battezzata dall opinione pubblica, come la Reggio Gentile,una città quasi Fantasma, priva di servizi, priva di intenti priva di programmazione presente e futura.

Aldilà della differenziata o delle altre problematiche di facile gestione, ma che hanno bisogno un po di carburazione, vorrei sottoporre alla Vs attenzione un tratto di strada, che per anni è stato un volano turistico ricco di attrazioni, e cioè del famoso Dannunziano  km più bello d ‘Italia, ovvero il lungomare Reggino.

Ma bello significa anche ordine, disciplina, pulizia, e divertimento puro, sano.  Il lungomare sembra un accampamento  Indios:

-aiuole della via Marina bassa,trasformate in deposito ed  occupate da sedie divani e tavolini,spazzatura, e conviventi

 

– area ludica anche essa occupata da tavolini sedie poltrone, fino al punto che è difficile circolare persino a piedi

 

– la spiaggia libera occupata forse abusivamente dai lidi che la utilizzano per fini personali ed economici sottraendo lo spazio alla cittadinanza

– sporcizia di lattine bottiglie di vetro, sacchi patatine, lasciate in tutto il tratto tuirstico.

 

-Musica ad altissimo volume di tutte le strutture esistenti sul lungomare, con conseguente aumento dell inquinamento acustico.

che impedisce a chi ha problemi d salute di sopravvivere. E le istituzioni?Non vedono o non vogliono vedere?

E gli organi di controllo dove sono?“.

 

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