Reggio, emergenza idrica: “Userò la prima persona, in barba alle regole auree del giornalismo, per una nobile ragione”

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acqua-pocaUserò la prima persona, in barba alle regole auree del giornalismo, per una nobile ragione.

Perché ancor prima di avere la fortuna di scrivere per una testata giornalistica e, dunque, di aver la possibilità di far conoscere a Voi lettori le mie idee e le mie opinioni, sono una cittadina di Reggio Calabria e sono arrabbiata.

Ho la fortuna (se così ormai si può dire) di abitare al Centro, di potermi spostare ovunque a piedi senza quasi mai ricorrere alla macchina, di avere a pochi passi da casa il Corso Garibaldi e il Museo e – dimenticavo- sono perennemente senz’acqua. Come me migliaia di residenti del Centro Storico, che ormai da 3 giorni –dopo l’illusione di qualche settimana di civiltà con l’acqua corrente-  stanno patendo una gravissima emergenza idrica: rubinetti a secco, cisterne vuote (per chi ha la fortuna di averle), comunicazioni istituzionali assenti.

Anzi no! Perché il Comune di Reggio Calabria ha giusto oggi segnalato che il Centro Storico sarà interessato da disagi idrici in data odierna… tralasciando la tempestività con cui sono stati avvisati i cittadini, che già da sabato mattina ne erano al corrente, allora quale perdita è stata riparata così come annunciato ieri da un consigliere di maggioranza su un noto social network?

Che la rete idrica cittadina sia un colabrodo ne siamo tutti ben consapevoli, che da 3 giorni ci sia una perdita e ancora non sia stata riportata l’acqua nelle case dei cittadini è inaccettabile.

In una città civile squadre di operai lavorerebbero giorno e notte, il Comune manderebbe autocisterne e quanto meno avrebbe la decenza di sospendere l’invio di quelle buste verdi con cui pretende il pagamento di servizi inesistenti. Ma Reggio Calabria – mi duole dirlo- non è tutto questo.

Perché se un guasto viene riparato e dopo pochi giorni cede di nuovo, bhè qualche dubbio viene.

Perché se l’acqua manca al Centro Storico e negli altri quartieri no, bhè qualche dubbio viene (bis).

Perché ad una città distrutta come la nostra non può chiedersi ulteriore pazienza, non ci si può nascondere dietro gli errori del passato e del “siamo qui da poco tempo” da parte della classe dirigente attuale.

Perché i tempi sono cambiati, perché la gente è stufa di “dare, dare, dare” senza mai ricevere. Quantomeno l’acqua.

Adesso ci scusiamo con i nostri lettori per aver infranto molte regole del giornalismo, ma era un atto dovuto per l’amore che proviamo per questa città.

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