‘Ndrangheta: identificati gli autori dell’inchino al boss di Oppido

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‘Ndrangheta: hanno un nome ed un cognome gli autori dell'”inchino” fatto fare alla statua della Madonna delle Grazie davanti alla casa di Peppe Mazzagatti, il boss ottantaduenne di Oppido

Hanno un nome ed un cognome gli autori dell'”inchino” fatto fare alla statua della Madonna delle Grazie davanti alla casa di Peppe Mazzagatti, il boss ottantaduenne di Oppido Mamertina che sconta una condanna all’ergastolo ai domiciliari per motivi di salute. A mettere nero su bianco la loro identità e comunicarla alla Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria sono stati i carabinieri di Oppido guidati dal maresciallo Andrea Marino, gli stessi che hanno ricevuto un plauso unanime dalle istituzioni per avere abbandonato la processione nel momento dell'”inchino”, lanciando un segnale inequivocabile. Tra la sessantina di portatori della vara, i carabinieri, grazie alle riprese effettuate subito dopo avere lasciato la processione, ne hanno individuati 25 che sarebbero gli autori dell'”inchino” e tra loro ci sarebbe anche chi ha dato l’ordine di fare il gesto di deferenza all’anziano boss. I 25 non appartengono a organizzazioni o congregazioni religiose, ma sono tra coloro che sono stati scelti in un gruppo di volontari. I nomi sono confluiti nel fascicolo aperto dalla Dda ma al momento non ci sono provvedimenti giudiziari. L’identificazione, infatti, viene ritenuta dai magistrati della Dda come l’atto “da cui parte l’indagine” dal momento che nel gesto in se’ “non c’e’ un reato” specifico, come ha spiegato il procuratore di Reggio Federico Cafiero de Raho. Tuttavia quel gesto, sempre secondo il magistrato, “e’ indicativo di una contiguita'”. Dunque, ha sottolineato de Raho, da quei nomi i pm reggini inizieranno a lavorare “per capire chi sono questi soggetti, evidentemente condizionati o contigui alla cosca”.

Le indagini punteranno quindi a verificare eventuali collegamenti tra le 25 persone identificate ed esponenti della cosca dei Mazzagatti, senza tralasciare le modalita’ di organizzazione della processione per accertare se gli stessi Mazzagatti abbiano ottenuto dei posti di portatore della vara grazie ad offerte in denaro, come e’ successo in altre zone della Calabria. Oggi, intanto, il maresciallo Marino ha voluto ringraziare, dal suo profilo facebook, “coloro i quali hanno manifestato apprezzamento per quanto fatto nel corso della processione”. E fra tutti, Marino ha individuato “gli oppidesi onesti, che sono tanti – ha scritto il sottufficiale – cosi come tanti sono i veri devoti di Maria Vergine delle Grazie” perche’, “pubblicamente e non, hanno comunque scalfito quel muro di silenzio che qui e’ piu’ duro del cemento armato”, E li ha invitati “a perseverare, a non aver paura di vivere liberi ed a dimostrare che i cambiamenti sono frutto dei fatti e dei sacrifici e non solo delle belle parole”. Perche’ la ‘ndrangheta, ha scritto il maresciallo Marino, “che a Oppido esiste, e’ una forma odiosa di sopraffazione fra esseri umani, uccide ed e’ venditrice di morte. Oppido e gli oppidesi hanno vissuto passivamente ed ammutoliti cruente faide di cui oggi ancora in tanti portano addosso i segni”. Ma contro questa sopraffazione “il piagnisteo – ha scritto ancora il sottufficiale – non giova a nulla, al pari del nascondimento. Servono azioni concrete”. Il sindaco di Oppido, Domenico Giannetta, invece, facendo proprio l’hastag ?#?iononminchino? coniato da Fiorello, ha invitato l’artista ad organizzare un evento culturale annuale sui temi della legalita’. Magari da realizzare proprio in coincidenza con i festeggiamenti in onore della Madonna delle Grazie.

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