Regionali Sicilia, l’analisi di Ceccanti: “i partiti hanno perso oltre 1 milione voti”

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“In Sicilia l’area astensione più Grillo sale di più di un milione di voti. Dal punto di vista dei grandi trend il dato più rilevante di queste elezioni è l’aumento dell’astensione: I votanti scendono da poco più di 3 milioni a 2.2, cioè di 800.000. La protesta si è poi espressa a favore del candidato di Grillo che dovrebbe finire a poco più di 350 mila voti, rispetto ai 70 mila circa del 2008. Se si sommano i due dati, un pò più di un milione di voti si è spostato fuori dai partiti tradizionali. La loro somma era di circa 2.700.000 mila voti validi, stavolta si andrà su circa un milione e mezzo”. Lo ha sottolineato il costituzionalista Stefano Ceccanti, senatore del Pd, conducendo una prima analisi sui flussi elettorali in Sicilia. “Dentro la competizione tra i partiti tradizionali – ha evidenziato Ceccanti sulle regionali siciliane- si è passati da due a quattro poli: un perdente quantitativo (Pdl), due perdenti qualitativi (Mpa ed estrema sinistra), un vincente perché regge pur prospettando un’alleanza pre-elettorale al momento non preivsta sul piano nazionale(Crocetta). La vota scorsa l’offerta sui presidenti era più smeplice, strutturata su due poli: oltre 1 milione e 800 mila a Lombardo (che sommava Pdl, Udc e Mpa; la metà, 900 mila, voti, era la sola lista Pdl a cui se ne affiancava poi qualcun’altra di area) contro poco meno di 900 mila a Finocchiaro (che sommava Pd e sinistra estrema).  “L’offerta dei partiti tradizionali – ha proseguito la sua analisi Ceccanti- si è riarticolata su quattro poli. Il Pdl di Musumeci, sostanzialmente solo, ha pagato il prezzo più alto, dimezzando sostanizlamente i voti, da un milione a mezzo milione. E’ il vero sconfitto quantitativo del voto”. Mentre “Crocetta è stato eroso in modo minore, di circa un terzo dei voti: partiva da una base di circa 850.000 mila, di cui 500.000 Pd e 350 mila Udc, si fermerà a poco più di 600 mila. Vince perché realizza un sorpasso in discesa, non scontato, anche perché il Pd in astratto avrebbe potuto subire un’erosione a sinistra per l’alleanza con L’Udc e così pure l’Udc a destra, dato peraltro che questa alleanza al momento non coincide con quelle propostettae nazionalmente per le Politiche e che ciò avrebbe potuto disorientare gli elettori. Nessuna delle due si è verificata”. “Gli altri due poli sono quindi i perdenti qualitativi del voto. L’altro pezzo che derivava dalla rottura del centro-destra, quello di Micciché, sembra aver retto un pò meglio del pdl perché partiva dai quasi 400 mila voti dell’Mpa e si è fermato a 300 mila circa. Tuttavia che il partito che ha avuto le redini delle giunta per tutti e cinque anni e che avrebbe in asstratto potuto erodere l’Udc si fermi a quel dato è una sconfitta qualitativa seria. Altrettanto pessimo dal punto di vista qualitativo il risultato dell’estrema sinistra con la candidatura Marano che partiva da un minimo storico di 180 mila a causa del tonfo della Sinistra Arcobaleno nel 2008 e che poteva sperare di erodere il Pd da sinistra e invece si ferma a poco più di 100 mila voti”.

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