Regionali Sicilia, il riepilogo: vince Crocetta, si rafforza l’asse Pd-Udc. Avanzano i grillini

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Ora Pier Luigi Bersani e Rosario Crocetta parlano di evento storico, e hanno a loro modo ragione: il nuovo presidente della Regione Sicilia rappresenta un indubbio elemento di discontinuita’. Ma la “rivoluzione” (altro termine usato stasera) rischia di essere un’altra, quella di Beppe Grillo. Grillo annuncia lo sbarco in Parlamento il prossimo anno, e nel frattempo detta le regole. Quelle per la selezione dei candidati, e anche quelle per la stampa (nessuno lo aveva mai fatto prima). E’ il partito di maggioranza relativa in Sicilian vuole esserlo un giorno anche a Roma. Stasera e’ iniziata l’ultima fase della legislatura, i partiti prendono a riposizionarsi. Se il Pd prende fiato (“cose da pazzi”, commenta felice Bersani), il Pdl ha a che fare con la crisi piu’ profonda dal giorno in cui Berlusconi sali’ sul predellino. Alle urne si e’ presentato diviso, ed ha perso anche se Musumeci e Micciche’ insieme fanno il 40 percento. Angelino Alfano, che ha perso in casa, convoca una conferenza stampa in serata e fa sapere che non si dimette. Anzi, guarda alle primarie e se la prende con chi sparge veleni tra lui e Berlusconi. La Sicilia, del resto, e’ tradizionalmente laboratorio politico. Se cosi’, Fli, Sel e Idv dovrebbero fare due conti: oggi non riescono nemmeno ad entrare nell’assemblea regionale siciliana. Vendola parla di politica finita in un buco nero, Di Pietro preferisce gioire della sentenza che impone nuove elezioni regionali in Molise. Piu’ reattivo Pier Ferdinando Casini. L’udc ha vinto – sosteneva Crocetta insieme al Pd e Api – e ne trae le debite conseguenze. Per bloccare l’antipolitica, spiega a caldo, ci vuole un’alleanza di moderati e riformisti. Sara’ un caso, ma e’ la stessa cosa che twitta da dentro il Pd Beppe Fioroni. Resta solo un dubbio: Montezemolo e quelli della “Lista per l’Italia” sono d’accordo? Chissa’. Intanto dal Colle Qualcuno guarda preoccupato ad un Paese dove il 50 percento della gente non va a votare. Un mese fa Napolitano, a Mestre, se la prese con i partiti. Inconcludenti, poco autorevoli. Corrotti. La situazione da allora non e’ migliorata.

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