La Vara ha attraversato le strade cittadine fra gli osanna della cittadinanza. Il monito del Vescovo di Messina sulla necessità di ripensare i nostri stili di vita
Resta sullo sfondo l’amarezza dei fedeli per una celebrazione all’insegna del risparmio. Mentre a Catania attorno a S. Agata girano cifre milionarie, a ridosso dello Stretto il Comune ha potuto garantire giusto una manciata di spicci. In tal senso dalle parti di Palazzo Zanca si confida nel benestare della Corte dei Conti per il 2016, affinché sia rimossa questa sorta di supervisione tecnica sul dissestato erario dell’Ente. Frattanto è toccato agli sponsor il compito di sopperire alle spese per la riuscita della manifestazione: i privati che hanno messo mano al portafogli lo hanno fatto non per agevolare l’operato della Giunta, ma per supportare la festa cittadina. In questo quadro può essere letto il contributo fornito da sigle diverse. Perfino Unicredit e Cartour, che non brillano per vicinanza politica alle scelte del primo cittadino, hanno adempiuto a quello che appare come un “dovere civico morale” per il secondo anno di fila, senza sottrarsi per partigianeria.
L’ascia di guerra, insomma, è stata sotterrata per la festa di Maria, nella speranza che dai “Piani Alti” arrivi quella benedizione celeste che permetta a Messina di risorgere e risplendere con la protezione del Signore. Un auspicio condiviso da tutta la popolazione.