Renzi stacca la spina al Governo Conte: ritirati i Ministri Bellanova e Bonetti, adesso serve nuova maggioranza in parlamento

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È scontro totale tra il premier Giuseppe Conte e Matteo Renzi. La conferenza stampa convocata nel pomeriggio alla Camera certifica l’addio di Italia Viva al Governo

All’indomani del via libera del Consiglio dei Ministri al Recovery Plan, Matteo Renzi nella conferenza stampa di oggi, mercoledì 13 gennaio, ha annunciato le sue intenzioni circa la prosecuzione dell’esperienza all’interno della maggioranza del Governo Conte. L’incontro con i giornalisti è stato inizialmente posticipato di mezz’ora: fonti di partito hanno riferito si sia tratto di problemi tecnici, molti però hanno interpretato come l’apertura di un’ulteriore margine di discussione. Ma non è così: infatti nel CdM di ieri le due ministre di Italia Viva, Teresa Bellanova e Elena Bonetti, si sono astenute, oggi si è concretizzata l’ipotesi di una crisi di Governo: Matteo Renzi infatto ha annunciato “dimissioni di Teresa Bellanova, Elena Bonetti e Ivan Scalfartotto come da lettera inviata al presidente del consiglio”.

Adesso serve una nuova maggioranza in Parlamento. Renzi ha continuato: “Davanti a questa crisi il senso di responsabilità consiste nel risolvere i problemi non nasconderli e siamo consapevoli che la nostra responsabilità dare risposte al paese. La crisi politica non è aperta da Italia Viva, ma è aperta da mesi – ha aggiunto – . La politica richiede il rispetto delle regole, non si possono risolvere i problemi con un tweet o con un post, questo è populismo. La democrazia ha delle forme e se le forme non vengono rispettate, allora qualcuno deve avere il coraggio anche per gli altri per dire che il Re è nudo. Le tre questioni poste al presidente del consiglio sono tre. La prima di metodo. Quelli che ora ci fanno la morale erano per andare alle elezioni e consegnare il paese alla destra populista. Non consentiremo a nessuno di avere pieni poteri. Questo significa che l’abitudine di governare con i decreti legge che si trasformano in altri decreti legge, l’utilizzo dei messaggi a reti unificate, la spettacolarizzazione della liberazione dei nostri connazionali, rappresentano per noi un vulnus alle regole del gioco. Chiediamo di rispettare le regole democratiche”.

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