La crisi di Governo, il Rosario di Salvini e la ‘Ndrangheta: Morra offende la Calabria al Senato, Cannizzaro difende Polsi

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Crisi di Governo, nel dibattito al Senato anche la ‘Ndrangheta e la Calabria: le parole del senatore grillino Morra, la replica di Salvini e del reggino Cannizzaro

Abbiamo imparato che la laicita’ dello stato e’ un valore indiscutibile su cui soprattutto un uomo politico deve essere molto prudente. Ribadisco questo perchè Salvini dopo che l’8 agosto ha fatto sapere urbi et orbi, dando la benedizione del Papeete che bisognava interrompere l’esperienza di governo, ha poi avviato un tour e non un pellegrinaggio. In Calabria, incontrando i cittadini ha ostentato pubblicamente un rosario. Ostentare un rosario, votarsi alla Madonna dove c’e’ il santuario in cui la ‘ndrangheta ha deciso di votarsi, significa mandare messaggi in codice che uomini di stato debbono combattere e non favorire. Ma sicuramente è stato per ignoranza e non per intenzione“. Lo ha detto il senatore del M5S Nicola Morra, intervenendo in Senato dopo l’informativa del premier Giuseppe Conte.

Io parlo da cittadino, affidando il futuro del popolo italiano a Maria e al buon Dio, ma secondo il presidente dell’antimafia Morra (M5S) ho mandato un messaggio alla ‘ndrangheta. E’ una offesa a tutti i calabresi e i cattolici. In Calabria, stando a Morra, non si puo’ tirar fuori il Rosario, ne’ pregare, ne’ affidarsi alla Madonna: alla faccia della liberta’ e della democrazia“. Cosi’ Matteo Salvini parlando in diretta Fb.

La risposta del deputato reggino Cannizzaro: “Morra offende i calabresi, fedeli in Calabria non hanno nulla a che vedere con la ‘ndrangheta”

Troviamo assolutamente surreale e fuori luogo che che in un momento così delicato per il Paese e nel bel mezzo di una grave crisi di Governo, si possano dedicare anche solo pochi minuti di intervento in Senato su crocifissi, madonne, rosari e quant’altro, così come ha fatto – evidentemente irritato per la caduta del suo Governo – il senatore Nicola Morra, presidente della Commissione Antimafia, in piena esaltazione grillina”. Lo afferma, in una nota, Francesco Cannizzaro, Deputato di Forza Italia, eletto in Calabria.

Le parole di Morra, che ha attaccato Salvini sull’esibizione di simboli sacri in Calabria che equivarrebbe ad un messaggio alla ‘ndragheta, sono inqualificabili, un’offesa alla mia regione e a tutti i calabresi, alle nostre tradizioni culturali millenarie, agli uomini e donne che in quei simboli credono fermamente e ritengono il santuario un luogo di fede, cultura e storia. In modo particolare il Santuario della Madonna di Polsi è una meta di pellegrinaggio in cui ogni anno si ritrovano migliaia di fedeli, calabresi e non, assolutamente onesti e genuini che nulla hanno a che fare con le dinamiche della criminalità organizzata. Piuttosto, il senatore Morra, che farebbe bene a DIMETTERSI ci ragguagli su quanto fatto dalla Commissione da lui presieduta finora e quali misure abbia messo in campo per contrastare le mafie. È tempo di bilanci per il governo Conte, aspettiamo il suo, augurandoci che anche i suoi colleghi deputati 5 stelle Calabresi prendano le distanze da queste offese così pesanti nei confronti dei cittadini della Calabria”, conclude.

Pratticò (FdI): “Le parole di Morra, offendono la religiosità dei calabresi”

Sono rimasto a dir poco esterrefatto, come la stragrande maggioranza dei cittadini calabresi, dopo aver ascoltato le dichiarazioni del Senatore del Movimento Cinque Stelle e Presidente della Commissione Antimafia, Nicola Morra, che durante il suo intervento, nell’aula di Palazzo Madama, dove si stava discutendo la crisi del Governo Conte, replicando alle dichiarazioni del leader della Lega, Matteo Salvini, il quale ha mostrato, per l’ennesima volta, un Rosario,;affidando alla Madonna il destino della nazione, ha associato il suddetto simbolo religioso alla ndrangheta,;facendo un chiaro riferimento alla Madonna di Polsi, che in alcune occasioni, e’ stato un punto di ritrovo di alcune cosche della malavita calabrese”. Lo afferma in una nota Pratticò (FdI).

“Ma questo, non può e non deve identificare quel luogo, meta di pellegrinaggi, da parte di tanti fedeli, sin dal IX° secolo, come un simbolo della ndrangheta calabrese. Se pensiamo che il Senatore Morra, ricopre anche il ruolo di Presidente della Commissione Antimafia, queste sue dichiarazioni, assumono una gravita’ ancora piu’ accentuata, perche’, come presumiamo, durante le sue visite istituzionali in Calabria, avra’ potuto constatare di persona, che il 99,9% della popolazione calabrese e’ formata da gente onesta, che combatte quotidianamente il crimine e cerca di andare avanti tra mille difficolta’. Da calabrese, oltre che da credente, mi sono sentito profondamente offeso dalle sue dichiarazioni, come credo tutti i cittadini calabresi,  e lo invito, oltre che a fare le pubbliche scuse, di recarsi, il prossimo 2 settembre, alla tradizione festa in onore della Madonna della Montagna a Polsi. Si potra’ rendere conto che la realta’ e’ ben diversa da quella che ha descritto ieri in Senato”.

Tripodi (FI): “attonita dalle offese di Morra ai Calabresi”

“Rimango attonita dalle offese del Senatore Morra indirizzate ieri ai calabresi, durante la seduta convocata per le dichiarazioni del Presidente Conte”. Lo dichiara Maria Tripodi deputata calabrese di Forza Italia, che prosegue: “E’ incredibile oltre che imbarazzante che un rappresentante istituzionale eletto tra l’altro in Calabria accosti la sacralità del Santo Rosario come messaggio per la ‘ndrangheta portando ad esempio il Santuario di Polsi. Il Senatore dovrebbe comprendere che essere cattolici e’ una cosa seria e i fedeli, tutti non meritano di essere trascinati o peggio offesi da una vis polemica assolutamente fuori luogo che alimenta lo stereotipo Calabria uguale criminalità, conclude l’esponente azzurra”.

Anche Siclari risponde a Morra: “deve essere sbagliato, non posso credere a queste parole”

Il Crocifisso l’ho sempre portato sin da piccolo e credo lo porti anche Morra, il Senatore calabrese M5S che, come avete ascoltato in diretta TV, ha dichiarato che “La #Madonna e il Rosario in Calabria sono utilizzati per mandare messaggi alla ’ndranegherà”. Sono certo, mi auguro di non essere smentito, che il Senatore (Presidente della Commissione Bicamerale Antimafia) non voleva affermare quanto ha dichiarato, oggi, in aula del Senato. Non ci credo e non voglio crederci!” È questa la considerazione amareggiata che il senatore forzista Marco Siclari ha lasciato sui social dopo aver ascoltato in aula l’intervento del senatore 5stelle, anche lui calabrese, Morra.

Piuttosto ci tengo a dire, ancora una volta, che in Calabria non vivono 4 milioni di presunti ndrangestisti, ma 4 milioni di vittime di ‘Ndrangheta che, maledettamente, ha distrutto la vita e la reputazione dei calabresi impoverendo la nostra regione, colpendo gli imprenditori calabresi ed impedendo ai giovani di avere un futuro nella nostra terra. Mi piacerebbe che la stampa nazionale, però, parlasse della parte sana della Calabria e che la politica lavorasse seriamente per creare #msviluppo in Calabria investendo in modo sano e serio quei miliardi di euro che sono stati sottratti negli ultimi 40 anni ai calabresi e che devono essere destinati alla realizzazione delle infrastrutture e dei trasporti necessari per lo sviluppo del territorio e dell’occupazione. In questo modo la Calabria uscirà dall’isolamento geografico e culturale e saremo, veramente, utili anche alla magistratura che lavora per liberare definitivamente e finalmente i calabresi dalla ‘Ndrangheta”, ha concluso il senatore azzurro.

Klaus Davi: “Morra ha mitizzato il potere della ‘ndrangheta”

«Con le sue dichiarazioni, il presidente della Commissione parlamentare antimafia Nicola Morra ha semplicemente mitizzato il potere linguistico e ‘religioso’ della ‘Ndrangheta. Ha conferito a un’organizzazione di criminali un potere linguistico e simbolico che non ha nella maniera più totale, raggiungendo così un obiettivo plurimo: ha offeso i Sanluchesi, i Calabresi e tutti coloro che attribuiscono al rosario un messaggio di pace e di carità umana. Un vero capolavoro. Per nostra fortuna la ‘Ndrangheta e la Calabria descritte da Morra sono solo appannaggio di un passato in cui si riteneva il popolo calabrese schiavizzato, anche linguisticamente, dai mafiosi. Oggi la mafia viene invece contrastata sul piano giuridico, culturale e religioso». Lo ha dichiarato Klaus Davi, giornalista e consigliere comunale di San Luca, in merito alle dichiarazioni di Nicola Morra rivolte a Matteo Salvini durante il dibattito in Senato svoltosi nella giornata di ieri.

La replica della Fiamma Tricolore al presidente commissione antimafia sen. Nicola Morra e la richiesta di dimissioni

Il Movimento Sociale Fiamma Tricolore intende esprimere con la presente il profondo sdegno da parte dei suoi dirigenti, iscritti e militanti per quanto ascoltato ieri in Senato durante l’intervento del presidente della commissione antimafia sen. Nicola Morra“. Lo afferma in una nota Francesco De Leo Segretario Regionale MSI Fiamma Tricolore

“Il nostro movimento ha messo da sempre la legalità e l’estraneità da ambienti mafiosi e corrotti al centro della propria attività politica in una regione come la Calabria dove le organizzazioni criminali sono spesso risultate determinanti per l’ottenimento di risultati elettorali come di recente dimostrato dagli ultimi arresti ordinati dalla magistratura. Non è però possibile, fuori da ogni logica, ascoltare le parole del presidente della commissione antimafia che attribuisce all’utilizzo in Calabria di un simbolo religioso diffuso come il rosario l’invio di “un messaggio mafioso”.

“Da movimento laico non nascondiamo che noi stessi ci troviamo in estremo imbarazzo nel dover commentare tali affermazioni stupide, puerili, diffamatorie per un intero popolo; parole senza senso che denotano quanto in basso sia precipitata la politica italiana. Una politica del pressapochismo, dell’ignoranza al potere, del luogo comune: come se noi dicessimo che tutti i cinque stelle sono inetti ed ignoranti. In effetti, probabilmente visti gli applausi seguiti ieri a questa sciocchezza, ci avvicineremmo molto più noi alla realtà che il senatore Morra ma di certo non è questa un’affermazione plausibile”.

“Le sue dichiarazioni sono estremamente lesive della dignità di quei calabresi onesti che hanno la sfortuna di essere rappresentati nel massimo consesso del paese da un soggetto come lui. Non nutriamo per il ministro dell’Interno del suo governo, bene precisarlo onde evitare amnesie, alcuna simpatia ma non possiamo accettare che si dica che in Calabria utilizzare un rosario è inviare un messaggio di ‘ndrangheta. Possiamo altresì affermare che il sen. Morra ha utilizzato la Calabria e i suoi elettori per inviare un messaggio di stupidità inaudita”.

“Chiediamo pertanto le immediate dimissioni dall’incarico ricoperto e le scuse a tutti quei calabresi, cattolici e non, che quotidianamente denunciano, lottano per la legalità, contro la criminalità organizzata e subiscono continuamente, spesso con la complicità dello stato, soprusi e attentati al patrimonio e alla persona”.

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