Villa San Giovanni: bufera nel Pd. Bellantone si ritira dalla corsa: “la città inerme ha assistito ad una fase di tatticismo spregiudicato, mirato ad escludere o includere un percorso, una famiglia o anche un solo tentativo di scardinamento dello status quo”
Bufera totale nel Partito Democratico di Villa San Giovanni che resta a bocca asciutta in questa tornata elettorale. A poche ore dalla presentazione delle liste, Filippo Bellantone, scelto dal segretario regionale Nicola Irto, ha deciso di ritirare la propria candidatura a sindaco: “sono state settimane intense e meravigliose -scrive sui social- in cui ho potuto toccare con mano quanta speranza di cambiamento ci sia nella nostra città. Il desiderio forte di vedere un’inversione delle stanche e pervasive dinamiche di un consociativismo deteriore, che ha sempre controllato Villa. Purtroppo però i legacci che ci imbrigliano, seppur ormai ridotti ad una strenua resistenza, hanno nuovamente determinato l’ennesima disgregazione delle parti sane della nostra comunità in spregio all’interesse comune. La città inerme ha assistito ad una fase di tatticismo spregiudicato, mirato ad escludere o includere un percorso, una famiglia o anche un solo tentativo di scardinamento dello status quo. Con la mia candidatura a sindaco tutto questo è stato messo in discussione, è stato rotto un ingranaggio e messo all’angolo un metodo di egemonia sulla città. Un metodo che incurante della condizione disastrosa del nostro comune, viene perpetrato di elezione in elezione senza giudizio alcuno, rispetto all’esigenze del territorio. Questo io non posso permetterlo! Ecco perché difronte al mio Partito, che ha visto storici dirigenti lavorare senza sosta alla formazione di liste avversarie e il gruppo consiliare autosospendersi a 24 ore dalla presentazione delle liste, non ho potuto che ritirare la mia candidatura a sindaco. Oggi resta tuttavia un dato di enorme gravità a Villa San Giovanni, al csx è stato impedito con ogni mezzo di offrire la propria proposta politica ed elettorale, fatta da una classe dirigente nuova e libera da vincoli di “mandato”, che aveva il solo “torto” di prospettare un orizzonte nuovo e che ha di conseguenza, risvegliato tutti quei consolidati sistemi di controllo, sudditanza e bieco ego personale, che da decenni comprimono la capacità di scelta e naturale evoluzione della comunità cittadina”.