Salute: la depressione colpisce 130 mila persone in Sicilia

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Salute: dai dati Istat si stima che oltre 130.000 siciliani soffrono di depressione

La depressione e’ riconosciuta dall’Organizzazione Mondiale della Sanita’ come prima causa di disabilita’ a livello mondiale e riguarda circa 3 milioni di italiani. Il numero e’ destinato ad aumentare a causa dell’isolamento sociale e dei risvolti economici della pandemia da Coronavirus tanto che l’OMS parla di un’emergenza Covid-19 che riguarda anche la salute mentale. Di questi, circa 1 milione soffre della forma piu’ grave e invalidante della malattia: la depressione maggiore. Considerando solo la Sicilia, dai dati Istat si stima che oltre 130.000 siciliani ne soffrono, di cui circa 9.000 non rispondono ai trattamenti, secondo la rielaborazione su base regionale dei dati dello studio epidemiologico italiano Dory, volto a identificare, attraverso un’analisi di database amministrativi, i pazienti affetti da depressione resistente.  “La pandemia da Covid-19 ha comportato, parallelamente all’emergenza sanitaria, un’emergenza psicopatologica molto ampia e diffusa che ha riportato in primo piano l’importanza della salute mentale come fattore irrinunciabile per il benessere complessivo della persona“, ha spiegato Daniele La Barbera, Professore Ordinario di Psichiatria, Universita’ degli Studi di Palermo, in occasione della tavola rotonde organizzata da Fondazione Onda, Osservatorio nazionale sulla salute della donna e di genere, tappa siciliana del percorso di sensibilizzazione “Uscire dall’ombra della depressione “. “In particolare, il grave incremento di disturbi psichici che stiamo constatando ogni giorno di piu’ ha riguardato in modo netto le sindromi di tipo depressivo, al cui determinismo hanno contribuito numerosi fattori: da quelli legati alle preoccupazioni per il contagio e alle quote di tipo fobico-ipocondriache alle situazioni traumatiche e stressanti alle quali molti sono stati esposti piu’ direttamente, dal disagio per i provvedimenti restrittivi e per il confinamento domestico all’ansia della ripresa delle attivita’; senza trascurare i gravissimi problemi di ordine psicosociale legati alle difficolta’ economiche e lavorative che diversi milioni di persone stanno oggi affrontando in Italia e che possono rappresentare uno specifico fattore di innesco di gravi condizioni depressive. Tali considerazioni richiamano quindi l’importanza e la centralita’, anche in un periodo di grandi incertezze e di estrema precarieta’ economica e sociale come quello che stiamo attraversando, dei servizi per la cura della salute mentale al fine di limitare la sofferenza psichica individuale e di migliorare le capacita’ di reazione e di adattamento all’interno delle comunita‘”. La depressione , e in particolare la sua forma piu’ grave, la depressione maggiore, ha un forte impatto sulla qualita’ della vita e sui costi sanitari e sociali che risultano molto elevati. “I costi diretti non sono l’unico tassello da tenere in considerazione se si vuole cogliere appieno il peso economico e sociale di questa patologia. I costi indiretti (sociali e previdenziali) la fanno da padrone rappresentando il 70% del totale dei costi della malattia“, ha ricordato Francesco Saverio Mennini, Professore di Economia Sanitaria e Direttore del EEHTA del CEIS dell’Universita’ degli Studi di Roma Tor Vergata. “Basti pensare ai costi previdenziali legati all’elevato numero di giorni di assenza dal lavoro causato dalla depressione maggiore, alla perdita di produttivita’ legata al presenteismo. Visto l’incremento previsto del numero delle persone con depressione in seguito alla pandemia di Covid-19, il peso economico della malattia e’ destinato ad aumentare“. Anche il costo legato agli assegni ordinari di invalidita’ e alle pensioni di inabilita’, che si aggira intorno ai 106 milioni di euro, pari a 9.500 euro annui a beneficiario, rientra tra quelli indiretti legati alla malattia. In Sicilia, secondo un’analisi dell’EEHTA del CEIS (Economic Evaluation and HTA CEIS) basata su dati del 2015, tali prestazioni di invalidita’ previdenziale vengono concesse a 1,3 persone con depressione maggiore ogni 100.000 abitanti. Analizzando la situazione per provincia, a Messina sono state accolte 2,8 domande di invalidita’ previdenziale, a cui seguono Siracusa 2, Enna con 1,8, Agrigento e Ragusa 1,3, Catania con 1,1, Palermo con 0,9, Trapani con 0,5 e infine Caltanissetta con 0,4 ogni 100.000 abitanti. “Questi dati testimoniano che stiamo parlando di una malattia fortemente invalidante, che impatta in maniera significativa sulla vita dei pazienti e della societa’, da molteplici punti di vista”, ha aggiunto Mennini. “Gestire il paziente in una fase precoce della malattia consente non solo un miglioramento della sua qualita’ di vita, ma anche una riduzione dell’impatto dei costi per il sistema sanitario e sociale“. “Janssen e’ impegnata da oltre 60 anni nel campo della salute mentale. In questi decenni, abbiamo sviluppato ben 2 molecole ritenute fondamentali dall’OMS per il trattamento della schizofrenia e abbiamo lavorato sul fronte della ricerca e sviluppo per mettere a disposizione soluzioni farmacologiche sempre piu’ innovative per molte patologie mentali tra cui la depressione “, ha dichiarato Massimo Scaccabarozzi, Presidente e Amministratore Delegato di Janssen Italia, l’azienda farmaceutica del Gruppo Johnson&Johnson, che ha sostenuto l’iniziativa. “La nostra presenza rappresenta il segnale concreto del nostro impegno nel supportare momenti di confronto costruttivo tra tutti gli attori coinvolti, particolarmente in un momento critico come quello che stiamo vivendo da mesi. Un impegno passato presente e futuro, accanto alle persone che soffrono di depressione e ai loro familiari“.

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