Il Movimento 5 Stelle voleva vincere le Regionali in Calabria ma i suoi elettori non sanno neanche votare

Dopo le gaffe di Tridico in campagna elettorale, arrivano quelle dei suoi elettori ai seggi: il Movimento 5 Stelle voleva vincere le Elezioni Regionali in Calabria ma i pentastellati non hanno ben capito come votare

Una vittoria schiacciante e senza precedenti. Per usare le parole di Francesco Cannizzaro: “Occhiuto ha fatto la storia della Calabria” (VIDEO). Un trionfo quello del presidente uscente, il primo a essere riconfermato in back to back, con dati non ancora definitivi che parlano di un larghissimo 60%. Una vittoria dell’intero centrodestra, fiducia incassata dai calabresi nonostante le noie giudiziarie, soprattutto una sconfitta della sinistra.

A farne le spese il Movimento 5 Stelle con una scoppola storica in Calabria: i dati parlano di un 6% che vede il partito pentastellato ai minimi storici in una Regione in cui ha raccolto sempre numeri particolarmente favorevoli. Disfatta, resa ancor più grave, dall’avere il candidato alla presidenza della Regione fra le proprie file.

Il reddito di dignità non ha fatto breccia nei ‘poveri’ calabresi? Del riconoscimento della Palestina interessa solo ai ProPal e chi (come Ricci) prova a cercare consenso in campagna elettorale poi finisce per perdere il contatto con i veri problemi della sua gente? Forse questi sono alcuni dei motivi della sconfitta di Tridico. Ma, probabilmente, nell’indagine sulle cause della disfatta, bisogna fare un passo indietro e tornare all’atto simbolo delle elezioni: il voto.

E poi chiedersi: ma gli elettori del Movimento 5 Stelle avevano capito come votare o no?

Dalle gaffe di Tridico a quelle degli elettori

Premesso che gli scrutatori un po’ se la ridono, un po’ si mettono le mani nei capelli nel leggere tutto ciò che viene scritto sulle schede, un particolare legato ad alcune foto recuperate da StrettoWeb è particolarmente indicativo del voto dei pentastellati.

Alcuni elettori hanno barrato con una X il simbolo del M5S e nelle righe in cui indicare il nome del candidato al Consiglio Regionale, hanno scritto… Pasquale Tridico (il nome del presidente!). Un errore grossolano che, in teoria, porterebbe all’annullamento della scheda.

In realtà, c’è una regoletta che impone agli scrutatori di usare il buon senso e affidarsi al principio di “chiara volontà dell’elettore“. Per farla breve: se è chiaro che un elettore volesse votare per quel partito / candidato, anche se ha commesso un errore (per esempio, un errore grammaticale) la scheda viene conteggiata come valida. In questo caso: voto a Tridico e al M5S, ma nessuna preferenza al candidato al Consiglio Regionale (in quanto non specificato).

Questo va a discrezione degli scrutatori che hanno la facoltà di rendere valido o meno tale voto. Chissà che qualche scrutatore, particolarmente severo, si sia impuntato. Domani il duo Schlein-Conte potrà affidarsi a questo articolo per richiedere il conteggio e giustificare una debacle elettorale storica: è colpa degli scrutatori, delle matite… dei fascisti! Qualcosa si inventeranno.

Comunque, Tridico, da buon leader, ci ha messo del suo. Figuracce tragicomiche, errori sulle province, gaffe geografiche e l’impossibilità di poter votare alle stesse elezioni in cui concorreva come candidato presidente ne hanno consegnato il ritratto di un candidato parecchio debole in confronto alla serietà, alla competenza e ai risultati raccolti di Occhiuto nel primo mandato.

Una confusione generale che avrà distratto gli elettori pentastellati dalle spiegazioni su come effettuare correttamente le procedure di voto. Insomma, volevano vincere… senza saper votare.