Intimidazione a Klaus Davi, la clamorosa rivelazione: “né Rom e né ‘ndrangheta, ma era legata alla politica” | VIDEO

Klaus Davi ha parlato delle intimidazioni che lo riguardano e in particolare di quella risalente al 23 settembre di 2 anni fa, quando davanti a una scuola elementare di Reggio Calabria fu rinvenuto un biglietto con minacce e un proiettile a lui indirizzati

  • Klaus Davi
    Foto di Stefania Giuffrida / StrettoWeb
  • Eduardo Lamberti Castronuovo Klaus Davi
    Foto di Salvatore Dato / StrettoWeb
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  • Klaus Davi Eduardo Lamberti Castronuovo e Roque Pugliese
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  • Eduardo Lamberti Castronuovo Klaus Davi e Roque Pugliese
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  • Eduardo Lamberti Castronuovo
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  • Eduardo Lamberti Castronuovo Klaus Davi e Roque Pugliese
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  • Eduardo Lamberti Castronuovo e Klaus Davi
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  • evento con Klaus Davi
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  • Klaus Davi Eduardo Lamberti Castronuovo e Roque Pugliese
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  • Klaus Davi Eduardo Lamberti Castronuovo e Roque Pugliese
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  • Eduardo Lamberti Castronuovo Klaus Davi e Roque Pugliese
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  • Eduardo Lamberti Castronuovo Klaus Davi e Roque Pugliese
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  • Klaus Davi Eduardo Lamberti Castronuovo e Roque Pugliese (3)
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“Inchiostro, politica e pallottole: il mio impegno per la città di Ashkenaz”. Questo il titolo della conferenza stampa che ha visto protagonista oggi Klaus Davi. Il giornalista ha parlato delle intimidazioni che lo riguardano e in particolare di quella risalente al 23 settembre di 2 anni fa, quando davanti a una scuola elementare di Reggio Calabria fu rinvenuto un biglietto con minacce e un proiettile a lui indirizzati. “Sono stato contattato da una persona, molto legata alla presunta persona che avrebbe messo la pallottola, che mi ha raccontato tutto il retroscena. Vorrei lanciare un appello agli inquirenti affinché si chiuda il cerchio” afferma Davi.

Poi va nel dettaglio: “la persona nell’ambito del presunto sottobosco ha voluto fare questo gesto per motivi che non sappiamo. Io penso che le Forze dell’Ordine sappiano tutto, però sono passati due anni. C’erano stati murales ad Archi (“cornuto”), poi quella a Gallico (“uomo di pace”) e poi quella sulla villa di Barreca, assassinato nel 2002. Quindi una sequenza di minacce conclamate, non social” aggiunge.La persona presunta che aveva fatto l’intimidazione mi aveva contattato, dicendomi che non erano stati i Rom, né la ‘ndrangheta, ma era collegata alla politica. Auspico che gli inquirenti e la Procura facciano chiarezza. E’ una vicenda intricata” chiude l’intervista Davi, con questa clamorosa rivelazione.