E’ il calcio. Il calcio che, come sempre, scherza. Perché gli piace. Gli piace regalare momenti emozionanti, ricordi. Gli piace anche regalare coincidenze che, pensandoci a caldo, sembrano nate per andare in un certo modo. E c’è chi le vive con gioia, chi con entusiasmo, chi anche col magone. Oggi, mercoledì 25 giugno 2025, Palermo e Catania – rivali storiche nel calcio – hanno presentato due personaggi che hanno condiviso tantissimi anni insieme. Di chi parliamo? Di Pippo (Inzaghi) e di Pippo (Sapienza). La coincidenza? Il primo è arrivato oggi nel capoluogo isolano, ha salutato una folla entusiasta al “Barbera” e domani sarà presentato a città e stampa. Il secondo è stato annunciato difatti nella conferenza stampa odierna, quella dove è avvenuta la presentazione del nuovo DG Zarbano e del nuovo DS Pastore.
Loro, oggi, non insieme ma vicini, in Sicilia, distanziati solo da poco più di 200 km, in due squadre rivali, dopo essere stati insieme al Milan per una vita, chi come attaccante e chi come responsabile della Comunicazione. Dopo un lungo girovagare, si erano ritrovati alla Reggina, per qualche mese, in un’annata che sarebbe dovuta finire diversamente e che avrebbe dovuto regalare un altro futuro. In fondo, parliamo soltanto di due anni fa. Ecco, parlavamo prima di gioia ed entusiasmo, quella dei tifosi di Catania e Palermo oggi, senz’altro. E poi parlavamo anche di magone. Il magone è quello provato dai tifosi della Reggina, che due anni fa sognavano e pensavano a un futuro diverso, ingannati da chi stava giocando con la loro passione.
Eppure, allora, si esultava, si sognava, ci si entusiasmava, in Serie B, con un campione in panchina e un altro nella Comunicazione. Entrambi, tra l’altro, non perdono occasione per ricordare la Reggina. Di Inzaghi lo sappiamo, lo fa spesso, ogni qualvolta viene chiamato in causa e anche quando nessuno glielo chiede. Oggi, poi, Sapienza gli ha fatto eco, forse per la prima volta pubblicamente dopo l’addio: “volevo provare a dare una mano, a vivere, quella che è la mia professione dentro la squadra di calcio per la quale tifo. Sapete che sono catanese, nato a Catania da genitori catanesi; sono siracusano perché sono cresciuto a Siracusa; sono milanese perché mi sono formato a Milano professionalmente; sono genovese perché Genova mi è entrata nel cuore e sono reggino perché sono stato poco a Reggio Calabria ma mi sono trovato benissimo e ho imparato tanto, ma tifo Catania”.
Da Pippo a Pippo: entrambi, nonostante l’epilogo, ricordano con affetto Reggio Calabria e la Reggina, oggi impantanata in Serie D per il terzo anno di fila con un patron che si mette a “giocare” con la pazienza di una piazza che ormai non sa neanche cosa significa emozionarsi e che l’ultima emozione l’aveva provata proprio quando c’erano loro. Loro che oggi, per uno scherzo del destino, si ritrovano stranamente rivali, seppur in due categorie diverse. Con l’obiettivo, per entrambi, di arrivare sempre più su. In fondo, sarà solo questione di tempo, e i due Pippo potranno ritrovare quella Serie A che è stata sempre – professionalmente – la loro dimensione.



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