In principio fu Cellino, insieme a Gravina. Ora Gravina c’è sempre, ma è spuntata anche l’Inter. Ma intanto Cellino non c’è più. Ah no, c’è anche la Sampdoria. Insomma, è sempre colpa di tutti, ma mai della Reggina. Non lo era di Saladini allora, che aveva deciso di sfidare il sistema non rispettando le regole; non lo è di Ballarino adesso, che in due anni non è riuscito a vincere un campionato di Serie D. La colpa è sempre della Figc, che avrebbe dovuto bocciare a prescindere un bel po’ di squadre perché “la Reggina doveva essere ripescata”. Dall’alto di non sappiamo quale merito. Neppure a Ravenna, che pure motivo e speranze ne avevano, hanno alimentato questa illusione a senso unico per riempire la testa dei tifosi delle solite balle e fake news.
Solo a Reggio Calabria, secondo l’illustrissimo dirigente Giuseppe Praticó, c’erano “dieci squadre in difficoltà”. Ma chi glielo ha confidato? Topo Gigio? Che figuraccia, l’ennesima. Però, per non perdere la faccia (spoiler: l’hanno comunque già persa da tempo), ora alimentano la narrazione secondo cui la colpa è della Figc, che ha dato l’ok a tutte. E anche dell’Inter “piena di debiti”. Come prima la colpa era degli arbitri, della Vibonese che non si “scansa” e di Nino Neri. E l’anno prima invece era della partenza in ritardo, di Bandecchi e del “mamau”. Risultato? Ottenuto. Stamattina i soliti illusi e vittimisti sparano a zero contro la federazione e Marotta. Se non hanno ripescato la Reggina la colpa è loro, solo ed esclusivamente loro, mai di una proprietá dalle risorse limitate e anche scarsa nei progetti, nelle idee, nella comunicazione.
Il regolamento è chiaro da sempre, nel calcio: chi presenta domanda in regola, è dentro. E’ un concetto che vale per la vita: chi rispetta le regole, non ha problemi. Nessuna interpretazione, nessun dubbio. Se il Foggia o la Triestina hanno avuto delle difficoltà, non significa che non abbiano diritto a iscriversi. Un diritto che, tra l’altro, hanno comunque ottenuto sul campo. E quindi è merito. Pieno. Non a Reggio Calabria, però. Il calcio è meritocrazia, dicono i tifosi, ma fino a quando non ripescano la Reggina. È meritocrazia, ma si arrabbiano se la Vibonese si “scansa” col Siracusa, pretendendo però che lo faccia anche con gli amaranto. Un’assurdità da folli, arrivata oltre ogni limite dell’immaginazione umana, frutto però purtroppo della lobotomizzazione instillata dai vertici del club nella testa del tifoso, volta sempre a cercare un nemico per mascherare le loro inefficienze. Una vergogna, la stessa strategia usata dalla politica che la appoggia, la quale manda avanti una propaganda invereconda, celebrando un ponticello di qualche metro – realizzato in ritardo e ancora da concludere dopo 10 anni – come se fosse il più grande grattacielo della storia dell’umanità.
È questo il frutto dell’abitudine alla mediocrità a cui hanno condotto questa città, crollata ben al di sotto del degrado, anche sociale. Dove si accoltellano persone in pieno giorno, si defeca per strada, dove tutto è consentito. Anche a un imprenditore di fare un po’ quello che vuole, sparando menzogne a destra e a manca con l’obiettivo (riuscito) di giocare coi sentimenti dei tifosi illusi.






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