I giorni passano, il tempo scorre e nulla si muove. La strada del fallimento e della fine, per la Messina calcistica, è sempre più vicina. Ormai la piazza non discute più se arriverà o meno, ma cosa ne sarà dopo. La tifoseria, infatti, è rassegnata e ha abbandonato ogni speranza. Si è fidata di AAD Invest, dopo anni di anonimato con Sciotto, e poi si è ritrovata a sbattere contro il muro della realtà: era tutta f(tr)uffa e ora c’è poco da fare. Come anticipato quasi un anno fa da StrettoWeb, la strada del fallimento è quella certa, ormai neanche probabile. In un anno si sarebbe potuto fare tanto, la situazione era grave ma non seria, ma si è deciso di scegliere la strada peggiore e ora è troppo tardi.
Quale imprenditore, infatti, si sobbarcherebbe i tanti debiti e una penalizzazione importante ripartendo dalla Serie D? Peditto è scomparso, ma la piazza è sempre stata scettica, mentre al momento nessuno si è palesato pubblicamente. Come spiegato già più volte, solo un soggetto facoltoso – ma uno di quelli che butterebbe diversi milioni di euro come un comune mortale butta 50 centesimi per un caffè – potrebbe risolvere questa situazione, ma ovviamente non c’è nessuno. L’unica strada a questo punto rimane il titolo sportivo di un’altra società messinese di Serie D, ad oggi il solo Milazzo, ma in un altro articolo abbiamo spiegato gli ostacoli a questa soluzione.
Intanto, domani potrebbe arrivare l’ennesima stangata di questi giorni caldi. Il Tribunale Federale Nazionale si riunirà infatti per discutere del deferimento rispetto ai mancati pagamenti federali di aprile. Cosa significa? Che ufficializzerà l’entità dello stesso e quindi infliggerà la penalizzazione da scontare nella prossima stagione. Per questo, ieri la Lucchese ha ricevuto 14 punti di penalizzazione. L’impressione è che i punti per il Messina non saranno molti di meno, considerando le irregolarità contestate e la recidiva. E’ evidente, tuttavia, che ad oggi possa cambiare ben poco, sul futuro: il tempo stringe, entro il 6 giugno vanno saldati i debiti e si deve procedere all’iscrizione, ma a farlo dovrebbero essere gli attuali proprietari, scomparsi. Il 10 giugno ci sarà poi l’udienza fallimentare che – a prescindere dall’esito di domani – sancirà il fallimento e la nomina di un curatore.