ACR Messina: resta un’unica strada possibile per salvare la Serie D. E quel segnale di quasi un anno fa…

Rimane solo un modo - uno - affinché oggi il Messina (destinato al fallimento) possa essere in Serie D l'anno prossimo, ma gli ostacoli non mancano
StrettoWeb

Il 10 giugno si terrà l’udienza fallimentare dell’ACR Messina. La Procura ha chiesto formalmente il fallimento, mentre la retrocessione in Serie D ha solo peggiorato uno scenario già profondamente compromesso. In Lega Pro sarebbe stato quasi impossibile ripartire, tra penalizzazioni in arrivo e un monte debitorio elevatissimo, ma in D le prospettive sono – se possibile – ancora più gravi. Oggi non esistono imprenditori disposti a investire milioni di euro per ripianare i conti, iscrivere la squadra e costruire una rosa da promozione nonostante il segno “meno”. E alternative di piccolo cabotaggio – un altro Sciotto, una nuova AAD Invest – sarebbero solo palliativi: soluzioni transitorie, inadatte a convincere il tribunale e a dare certezze.

A proposito di AAD Invest e Sciotto, da non dimenticare mai come rappresentino i principali responsabili, insieme alla politica, di questo disastro. Soprattutto l’imprenditore messinese, che avrebbe potuto fare ben altro per evitare tutto questo, affidando il club in mani migliori e molto prima che si materializzasse – per suo volere – l’acquisizione di Cissé con Alaimo portavoce. Tuttavia, il sempre più probabile fallimento non deve stupire, non può stupire. Era prevedibile, col passare del tempo sempre più vicino. Sarebbe stato soltanto una questione di tempo.

StrettoWeb aveva parlato di questa ipotesi addirittura lo scorso luglio, con un articolo dal titolo “Messina, la situazione è grave ma non è seria. Lo spettro del fallimento e le preoccupazioni della FIGC”. Ribadiamo: luglio (!!!). Quasi un anno fa. Allora era fondati i timori della FIGC e la situazione era appunto grave, ma non seria. Nel senso che si sarebbe potuto ancora evitare il disastro successivo. E invece non si è fatto nulla per evitarlo. StrettoWeb aveva aperto gli occhi, specie verso chi “sbavava” sulle fake legate a una presunta presenza dell’ex Milan Rijkaard, ma anche su tanto altro. La verità è che si stava consumando un massacro ai danni di Messina e del Messina. Ed ecco il risultato.

Milazzo unica via praticabile, ma…

In questo scenario, l’unica via percorribile per vedere ancora il nome “Messina” tra i dilettanti passa da circa 40 chilometri più a nord: Milazzo. La società mamertina, appena promossa in Serie D, versa in difficoltà economiche. Il presidente Versaci si è dimesso, la società ha respinto le dimissioni ma ha di fatto messo il club in vendita. In più non c’è la disponibilità del campo a Milazzo e per questo si è chiesta la soluzione “Olivarella”. Secondo la logica e i regolamenti federali, dunque, il Messina potrebbe acquisire il titolo sportivo del Milazzo per iscriversi regolarmente alla prossima Serie D. Una “migrazione” del titolo che consentirebbe di evitare penalizzazioni, ereditare una categoria e, con le giuste condizioni, anche ricostruire il progetto sportivo.

Tuttavia, c’è un ostacolo tutt’altro che secondario: l’ambiente milazzese. La tifoseria e l’opinione pubblica locale, secondo indiscrezioni, non sarebbero affatto favorevoli a un’operazione che di fatto cancellerebbe l’identità sportiva del Milazzo per trasformarlo nel nuovo Messina. La città conta 31 mila abitanti, ha una sua storia, una sua tifoseria, una passione autentica che mal digerirebbe la trasformazione in una “succursale” peloritana. Ad oggi la società siciliana studia il da farsi, attende offerte che possano far proseguire la storia del club appena promosso in D e pare voglia escludere altre soluzioni che portino alla prosecuzione del Messina.

Tuttavia bisognerà fare i conti con le prossime settimane, i prossimi mesi. Quasi impossibile che l’attuale proprietà del Messina saldi i debiti entro il 6 giugno, l’ultima scadenza utile per l’iscrizione ai campionati. Molto probabile invece che il 10 il Tribunale dichiari il fallimento e nomini un curatore. A quel punto sarà nuova matricola, ma da altra categoria, oppure si potrà appunto bussare alla porta del Milazzo, che qualora si trovasse al bivio – in una situazione emergenziale – potrebbe anche pensare di “cedere”, in tutti i sensi. E’ l’unica soluzione questa, ribadiamo, per vedere ancora il Messina in Serie D, farlo senza debiti e penalizzazioni e farlo con qualche settimana di tempo in più, senza rimanere “attaccata” ai prossimi giorni.

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