La sinistra chiede la testa di Santanchè ma candida delinquenti, condannati e pregiudicati: con quale coraggio?

La sinistra chiede le dimissioni di Daniela Santanchè per un'inchiesta ridicola, ma candida Decaro e Ruotolo nella lista del PD e Mimmo Lucano e Ilaria Salis in AVS

StrettoWeb

C’è da impazzire. L’esercizio della lettura dei quotidiani al mattino s’è trasformato da un momento di cultura ad uno strazio dell’intelletto: è una presa in giro continua, nei confronti dell’intelligenza del lettore e dell’italiano medio. Ed è un crescendo di ipocrisie e paradossi così sfacciati e palesi che davvero c’è da non crederci. I protagonisti, ovviamente, sono i soliti politici. In queste ore la sinistra ha alzato i toni della polemica contro il Ministro del Turismo, Daniela Santanchè, che secondo il segretario del Pd Elly Schlein e il segretario del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte si dovrebbe addirittura dimettere soltanto perchè risulta indagata in un’inchiesta sulla gestione dei fondi Covid del gruppo Visibilia, un’azienda privata di cui Santanchè era Presidente fino a due anni fa.

Santanchè non è accusata di crimini contro l’umanità né di reati gravi: non è accusata di legami con la mafia né di aver sfruttato il proprio ruolo pubblico per interessi privati. La vicenda riguarda pochi spiccioli, appena 126 mila euro, che l’azienda avrebbe ricevuto come cassa integrazione per i propri dipendenti nel periodo della pandemia, quando – secondo l’accusa – si ipotizza che i dipendenti continuassero a lavorare. Mamma mia che grande scandalo!!! Proprio durante la pandemia, migliaia di aziende hanno visto azzerate le proprie entrate e sono state costrette ad usufruire della cassa integrazione. Al tempo stesso, l’attività aziendale non poteva fermarsi perchè altrimenti l’azienda avrebbe chiuso e non avrebbe potuto continuare ad esistere anche dopo la pandemia, quindi quello che l’accusa ipotizza per il Gruppo Visibilia non è certo un caso unico e isolato. Né grave, appunto. Eppure, apriti cielo. La sinistra si scandalizza per il nulla, tra l’altro reati soltanto ipotizzati e mai certificati da un Tribunale. Tutti da dimostrare.

Daniela Santanchè è innocente. E sarà innocente fino ad (eventuale) condanna definitiva. Fa bene, quindi, il Governo e il Centrodestra a difenderla. Non si deve dimettere. Da Ministro del Turismo sta facendo molto bene: è competente in materia proprio grazie alla sua grande esperienza da operatore privato nel settore turistico. Non è giusto né legalmente né moralmente che interrompa la propria azione al servizio dell’Italia per un’inchiesta che – magari – finirà in un nulla di fatto. In un’assoluzione. Santanchè deve continuare la propria attività politica, e la politica deve ribadire la propria forza e autonomia dalle ingerenze della magistratura. Per la Costituzione, ogni indagato è innocente fino ad eventuale condanna definitiva e può ricoprire ogni tipo di incarico pubblico. A che titolo, quindi, parlano Conte e Schlein? Di cosa blaterano?

Fin qui i fatti e la vicenda di Santanchè. Ma il peggio deve ancora arrivare.

Le controverse candidature della sinistra: condannati, indagati e pregiudicati nelle liste di chi accusa l’innocente Santanchè

Da quale pulpito arrivano le accuse di illegalità da parte della sinistra? Davvero il Pd ha la patente di poter parlare di Santanchè e di politici indagati? Sempre in base alla rassegna stampa quotidiana, crediamo proprio di no. E’ certo che non ce l’ha se il candidato n° 2 nella lista del Partito Democratico al Sud è Antonio Decaro, il Sindaco di Bari travolto dagli scandali con tanto di commissione d’accesso. Chissà cosa ne pensa Lucia Annunziata, la giornalista che aveva promesso che “non si sarebbe mai candidata” e che invece adesso è capolista proprio al Sud? Dieci anni fa diceva ad Alfano se non si “vergognasse di candidare uno come Scopelliti” dieci giorni dopo la sua condanna, adesso è capolista di una tornata elettorale in cui il suo numero 2 sta vivendo una situazione analoga a quella di Scopelliti di allora. Dovrebbe vergognarsi anche lei, o si sbagliava allora?

E nella stessa lista del Pd al Sud c’è anche Sandro Ruotolo, un altro giornalista coinvolto in controversi gruppi di potere. A smascherare le sue attività è stato l’avvocato e poliziotto Gioacchino Genchi che in audizione ufficiale al Copasir ha parlato di “circuito informativo fra giornalisti e magistrati che portava a fughe di notizie” in una brutta vicenda che coinvolgeva anche Pollichieni e Calabria Ora. Ci sarebbe stato, a parere di Genchi, un circuito informativo che permetteva le fughe di notizie, anche su indagini delicate come quella sulla “Strage di Duisburg” e sull’omicidio di Francesco Fortugno in Calabria. Di questo circuito facevano parte anche i gemelli Guido e Sandro Ruotolo, il primo giornalista de la Stampa, il secondo storico inviato di Michele Santoro, una carriera in Rai, adesso nella direzione nazionale del Pd e – appunto – candidato alle Europee.

È un collegamento continuo, che non è solo di articolazione di contatti telefonici” spiegava Genchi in quella storica audizione. “La tecnica della fuga di notizie era avvenuta con pubblicazione di anticipazioni su altri giornali; di chi le aveva recepite, perché alcuni giornalisti non hanno accettato il regalo, tipo l’immaginetta della santa che pubblica il giorno prima Ruotolo su ‘La Stampa’, in un asse perfetto che ha collegato i due giornalisti di nome Ruotolo, uno su ‘La Stampa’ e l’altro su ‘Annozero’“. “Lei si riferisce anche a Ruotolo?“, chiedeva nell’audizione uno dei membri del comitato. E Genchi rispondeva: “Certo, in particolare a Ruotolo, che ritengo sia uno dei soggetti principali di questa vicenda, a tutto ciò che ha ruotato intorno all’asse Ruotolo come persona fisica della stampa e il fratello. E questo, anche con il perfetto raccordo sincronico dell’articolo ‘Il Palazzo nelle mani del giudice’ con la puntata di ‘Anno Zero’ che era stata programmata. A questa trasmissione, io, il dottor Ingroia e altri amici abbiamo implorato il dottor De Magistris di non andare, per non prestarsi a quella che era una strumentalizzazione, anche dei giornalisti, per loro finalità, probabilmente anche nobili (quelle di Ruotolo sicuramente non lo erano, perché intendevano anche ‘realizzare’): Vi siete chiesti come mai il dottor Genchi non sia andato ad ‘Anno Zero’, nonostante tutte le volte che è stato invitato?”.

Ma il massimo dell’ipocrisia arriva da AVS, la lista di estrema sinistra alleata al Pd “Alleanza Verdi-Sinistra” guidata da Fratoianni e Bonelli, quello dei sassi dell’Adige in parlamento e delle fake news sul Ponte sullo Stretto. I principali candidati di AVS al Sud sono proprio due delinquenti condannati: Mimmo Lucano e Ilaria Salis. Ma a sinistra se sei condannato devi andarne orgoglioso. Mimmo Lucano, infatti, ieri ha detto testualmente: “sono contento di condividere questa esperienza con Ilaria Salis, una fuorilegge come me che si batte per gli ideali della politica“. Peccato che quegli ideali siano – appunto – illegali. Mimmo Lucano è stato condannato anche in Appello a un anno e sei mesi per falso in atto pubblico, eppure viene celebrato e raccontato dai giornali di sinistra come il paladino dell’umanità. La sua non è un’inchiesta, un’ipotesi di reato – come nel caso dell’innocente Santanchè – ma una sentenza passata in giudicato. Una verità sancita dalla magistratura. Che però a sinistra, evidentemente, non vale. Anzi. Merita una candidatura da capolista alle europee e l’orgoglio “fuorilegge” celebrato sui giornali.

Anche Ilaria Salis è una delinquente conclamata: è stata condannata 4 volte e denunciata 29 volte per reati gravissimi quali violenze, aggressioni, lancio di fumogeni e petardi, resistenza a pubblico ufficiale, invasione di edifici. E’ un’estremista dei centri sociali che ha preso a botte i suoi avversari politici e per questo – secondo le leggi – è stata condannata. E la sinistra cosa fa? La candida per il parlamento europeo, dove certamente potrà esprimere le sue grandi doti legislative da studiosa di diritto comunitario! Celebrata come un’eroina, in realtà Ilaria Salis, la sua candidatura e le parole di Mimmo Lucano dimostrano che la sinistra non ha alcun tipo di cultura della legalità e del rispetto delle Istituzioni. Basti pensare a come la stessa sinistra difende gli ecovandali che imbrattano monumenti pubblici e bloccano le strade, o sia sempre schierata dalla parte dei facinorosi e violenti manifestanti che sostengono i terroristi di Hamas e aggrediscono i cordoni della Polizia, per poi sbraitare di “deriva fascista” se i poliziotti usano i manganelli come previsto dalla legge.

E questa sinistra dovrebbe elargire patenti di moralità, chiedere a Ministri innocenti (e competenti) di dimettersi? Con quale coraggio? Con quale faccia? Dopo che per anni hanno propinato agli italiani il governo di Conte, Speranza, Di Maio, Toninelli, Bonafede? In un Paese normale dovrebbero soltanto provare vergogna e non avere il coraggio neanche di parlare. Invece in Italia – grazie al livello medio del quoziente intellettivo di una società analfabetizzata – riescono persino a fare la voce grossa sui grandi media. Ripetiamo la domanda: con quale coraggio?

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