Sindacato della Polizia Penitenziaria: “l’Amministrazione usa il guanto di ferro con i dipendenti e quello di velluto con i detenuti autori di aggressioni e violenze”

Le parole di Aldo Di Giacomo, segretario generale del S.PP

StrettoWeb

“Il vertiginoso aumento, del tutto ingiustificabile, dei procedimenti disciplinari nei confronti del personale penitenziario, con numeri più alti negli istituti siciliani ma comunque molto diffuso in tutti gli altri, è un ulteriore segnale del grave stato di confusione che pervade l’Amministrazione Penitenziaria che usa il “guanto di ferro” con i suoi dipendenti e il “guanto di velluto” con i detenuti specie nei confronti degli autori di aggressioni e violenze (1200 solo nei primi quattro mesi dell’anno”.

Così Aldo Di Giacomo, segretario generale del S.PP., che aggiunge: “è accaduto che persino un “mi piace” postato su Facebook e sui social può essere ritenuto offensivo nei confronti della pubblica amministrazione con il rischio di sanzioni disciplinari e pecuniarie da parte dell’amministrazione con l’ulteriore rischio, se si prova ad impugnare al Tar tali decisioni, di perdere la causa e spendere pure soldi in avvocati. I procedimenti disciplinari nella grande maggioranza hanno origine dai turni stressanti di lavoro, accorpamenti nei posti di servizio, che non tengono conto in alcun modo del sacrificio degli agenti costretti a turni anche di 14 ore oltre che a fronteggiare situazioni di rivolte e risse tra detenuti. Senza dimenticare delle migliaia di ore di straordinario non retribuite e delle ferie troppo spesso negate”.

“Ci sono poi altri due aspetti allarmanti: un uso discutibile dei sistemi di video-sorveglianza presenti in istituti, allarmante è che, non solo il personale verrebbe controllato mediante sistemi di video-sorveglianza, ma subirebbe anche delle contestazioni disciplinari, scaturite sempre dalla successiva visione delle immagini estrapolate dagli impianti audio-visivi; sentenze di Tar che impongono all’Amministrazione a concludere il procedimento disciplinare nel termine di complessivi 270 giorni dalla data della notizia. Per tutte queste ragioni – afferma Di Giacomo – dopo il nostro tour tra le carceri innalzeremo il livello di mobilitazione a tutela di tutti i colleghi colpiti ingiustamente da provvedimenti disciplinari”. .

Condividi