Reggio Calabria, al Polo Culturale “Mattia Preti” l’inaugurazione della mostra di Alberta Dito | INTERVISTE

"Alberta Dito si racconta con i suoi dipinti in cui trasferisce il proprio mondo interiore, semplice esteriormente ma assolutamente profondo nella sua dimensione intima e spirituale"

  • Vernissage Alberta Dito
    Foto di Salvatore Dato / StrettoWeb
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Siamo in piena primavera, stagione della rinascita in cui la natura si esprime con le sue forme ed i suoi colori avvolgendoci in clima di serenità e di speranza ed in questa atmosfera si vuole proporre ai pubblico Alberta Dito, giovane artista reggina che ha fatto della pittura la sua espressione di vita. L’occasione viene offerta dall’opportunità di poter realizzare una propria personale in uno dei luoghi più prestigiosi della città, ovvero il Salone del “Polo Culturale Mattia Preti” del Consiglio della Regione Calabria vista la disponibilità che gli è stata concessa dal Presidente del Consiglio Regionale on. Filippo Mancuso e dal Direttore Generale dott.ssa Stefania Lauria.

“In questa personale, con la direzione Artistica di Miriam Arconte, Alberta Dito si racconta con i suoi dipinti in cui trasferisce il proprio mondo interiore, semplice esteriormente ma assolutamente profondo nella sua dimensione intima e spirituale, trasmettendo le sue emozioni ed i suoi sentimenti qualsivoglia sia il soggetto dipinto. Il linguaggio pittorico di Alberta è privo di sovrastrutture“. è quanto sottolinea il padre Oreste Mario Dito. “Il suo linguaggio è intriso di emozioni che l’artista, e la donna, vuole trasferire all’osservatore tramite le tele, sule quali il segno pittorico rappresenta le espressioni dell’anima che guidano il suo gesto creativo. L’artista si pone di fronte alle realtà o a ciò che da essa deriva non per riprodurla come una semplice operazione di trasferimento di immagini, ma con lo spirito critico di una reinterpretazione che trasferisce con una varietà di accostamenti cromatici tali da personalizzarla anche a costo di stravolgerla. Questo processo nasce dalla intima necessità di una rappresentazione visiva scevra da ogni subordinazione razionale: la sua pittura nasce dall’anima, dipinge con il cuore ed il pennello ne è il mezzo espressivo”, evidenzia il padre dell’artista.

“Tutte queste peculiarità si colgono nei suoi dipinti, e quando ammiriamo i suoi panorami cogliamo che l’artista utilizza la forza dei colori per raccontare l’immagine, attraverso un processo di catarsi in cui l’opera, priva di orpelli, permane nella sua essenzialità percettiva. In questa visione in cui muta vicendevolmente l’invisibile attraverso il visibile, l’artista è sostenuta dalla pennellata fluente e vigorosa. Se ci soffermiamo sui dipinti di celebri architetture, Castel del Monte, Guggenheim Museum, Shard, si percepisce che l’artista ci dà di essi la sua personalissima rielaborazione: Non li dipinge per come esistono, ma per come queste immagini si formano nella propria interiorità, nella profondità del proprio “Io” e che si manifestano con il tratto inverosimile, in cui le alternanze cromatiche ne restituiscono l’insieme“, conclude Dito.

“Pittura dinamica”

“Nel suo percorso artistico Alberta Dito ha voluto anche darci la visione di una pittura dinamica e questa sua evoluzione la si coglie nelle opere Onda del Pacifico, Onda nel Tramonto Rosso, il Grido del Mare nelle quali ci rappresenta il turbinio del mare con la forza spaventosa della sua dinamicità creando immagini in movimento con pennellate vibranti e ricche di energie”, è quanto sottolinea il padre Oreste Mario Dito. “Trovandosi immersi tra i dipinti di Alberta sembra di ascoltare le voci delle sue emozioni, imperiose e travolgenti, espresse con luminosità e intensità da pennellate colorate che trasmettono forza vitale, e che ancor più prorompenti si percepiscono dai suoi dipinti astratti quali: Il Silenzio, Il Vortice, La città Ri-Nasce, Macchie Colorate, Emozioni e Realtà. Tutto ciò si traspare anche quando l’artista offre la sua pittura al servizio di temi sociali con opere quali The Gate, il Pugnale, le Mani, Scarpette Rosse nei quali traspare la sua profonda sensibilità per temi quali La guerra; le donne e la violenza: è significativa la visione astratta della figura da cui fuoriesce la vita, li Cranio. Queste sensazioni nascono durante il percorso per ammirare i dipinti esposti in questa personale che esprimono appieno le Sue emozioni. La mescolanza e la vivacità dei colori tramutano la sua pittura in una spinta dinamica incontrastabile, comunicano e dialogano della propria intimità ai fruitori. In tutte le sue opere si percepisce distintamente la ricerca espressiva di Alberta, che denota una penetrazione profonda nel proprio intimo da cui esplode una rappresentazione pittorica in cui la realtà, anche se vissuta, sembra che nasca sempre da un sogno, forse da quel mondo di sogno che Alberta vive nell’intimo della sua anima in cui intraprende dei viaggi meravigliosi”, rimarca Dito.

“Queste notazioni sono state esposte in modo magistrale dalla Prof.ssa Giuseppina De Marco storica dell’arte che ha evidenziato tra l’altro “le capacità artistiche di Alberta nel saper interpretare in un modo altamente personale i soggetti che dipinge sulle tele trasferendo il suo mondo, semplice esteriormente ma assolutamente profondo nella sua dimensione intima e spirituale”, mentre il prof. Amato, Presidente del Premio di Poesia Nosside, ed il dott. Vitale, Presidente della Fondazione Mediterranea hanno messo in evidenza la sensibilità e la capacità espressiva dell’artista che ben si fonde con il suo essere donna, sempre pronta a cogliere gli attimi della realtà e trasformarli sulle tele in sogni immaginari intrisi delle sue emozioni. Durante la serata è stato distribuito agli ospiti il catalogo della mostra “I Viaggi nell’ Anima” -introspezione con pennelli e colori – edito dal dott. Santisi Presidente della Rosa del Pozzo edizioni e conduttore dell’evento”, conclude il padre.

Interviste

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