Premio Guerrieri 2024 tributa il chirurgo Corso e mamma Filomena Claps

Il vaticanista Giampaolo: "la Chiesa deve far emergere la verità anche se occorre sacrificare qualche Monsignore"

  • Giampaolo, Aloi, Corso
  • Chirurgo Giovanni Corso
  • premio Guerrieri 2024
  • Aloi, Soaracino, Piromalli, Corso
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Un premio che diventa un’occasione preziosa per creare solidi ponti tra il mondo della ricerca, dell’arte, della cultura, del sociale ma, soprattutto, è un’opportunità per dimostrare ancora una volta, che da Reggio Calabria si valorizza il lavoro di professionisti e gente comune che contribuiscono e si battono per una società migliore. La terza edizione del “Premio Guerrieri” ideato dall’Officina dell’Arte di Peppe Piromalli in sinergia con la “Pietà del Pellicano” guidata dall’avvocato Nino Aloi, quest’anno ha scelto di omaggiare il professore Giovanni Corso di Bagnoli Irpino considerato uno dei migliori studiosi a livello internazionale nell’ambito della ricerca dei tumori ereditari dello stomaco e della mammella e Filomena Iemma, madre della sedicenne Elisa Claps scomparsa da Potenza il 17 settembre 1993 e il cui cadavere fu ritrovato il 17 marzo 2010 nel sottotetto della chiesa della Santissima Trinità.

In un gremito teatro “Cilea”, ieri sera, l’avvocato Aloi ha consegnato i prestigiosi riconoscimenti ai due premiati sotto l’attenta visione della magnetica conduttrice Eva Giumbo, anticipando che per il “prossimo anno, di concerto con il direttore artistico dell’Oda, abbiamo pensato di dedicare al premio una serata unica perché dietro a questi uomini e donne, ci sono talentuosi professionisti che donano la loro vita per il bene dell’umanità e il loro prezioso lavoro deve essere riconosciuto”.

Felice ed onorato di ricevere il premio il dottor Corso che più che un guerriero si “sente un soldato semplice perché noi medici, ogni giorno, siamo sul campo per affrontare battaglie dure, difficili ma ci impegniamo per vincerle”.

“La prevenzione salva la vita e gli studi epidemiologici oggi, dimostrano chiaramente che se riuscissimo ad abolire i fattori di rischio, entro il 2070 in Europa, molti tumori potrebbero addirittura scomparire come per esempio il tumore al polmone – afferma il professore -.Ovviamente, è fondamentale la possibilità che il nostro territorio offre con molti programmi di screening ai quali noi siamo chiamati ad aderire in maniera massiva perché lo screening fa parte della prevenzione secondaria e permette di trovare delle lesioni precoci. Grazie a questi controlli, c’è la possibilità di guarire al 90%. La paura è umana, fa parte della nostra entità e dobbiamo imparare a sconfiggerla”.

Il chirurgo specializzato in senologia presso l’Istituto Europeo di Oncologia e ricercatore all’Università Statale di Milano insieme al suo team, ha scoperto l’esistenza di una sindrome denominata “carcinoma mammario lobulare ereditario”, caratterizzata proprio dalle mutazioni del gene CDH1. Una scoperta importante non solo perché aggiunge un tassello alla comprensione delle basi genetiche dei tumori al seno, ma stabilisce anche un collegamento diretto tra la predisposizione genetica individuale e le forme specifiche di cancro.

“Abbiamo identificato una nuova sindrome ereditaria – spiega il dottor Corso -. Io sono stato il capofila di questo progetto ed è uno studio che però parte 10 anni fa, perché come dico sempre, queste cose non nascono dall’oggi al domani. C’è molto lavoro e, soprattutto, si parte sempre da un’osservazione iniziale: la prima cosa da fare nella ricerca e nella cura della persona è osservare e dopo, buttare giù un progetto e portarlo avanti finché viene confermato dagli esami di laboratorio”.

Per motivi di salute a causa anche dell’età avanzata, la signora Filomena Claps non è riuscita ad affrontare il lungo viaggio ma, in una missiva letta dal vaticanista Nicola Giampaolo ringrazia “Reggio Calabria per l’affetto che ha dimostrato a lei e a tutta la sua famiglia”.

“Filomena è una esemplare donna che ha lottato per avere delle spiegazioni precise sia dalle autorità ecclesiastiche sia da quelle della giustizia italiana ma, ancora, si naviga nel vuoto – afferma il postulatore accreditato presso la Santa sede -. Da vaticanista ho a cuore tante di queste situazioni e noi dobbiamo sempre raggiungere la verità. La Chiesa deve incominciare a guardare nella sua storia e non deve aver paura di far emergere la verità anche se occorre sacrificare qualche monsignore. Mi sono trovato di fronte ad un testimone che stiamo vagliando, ha confessato qualcosa di importante e la Curia romana deve sapere che per tenere viva e alta l’onorabilità della Chiesa, perché nonostante le cose che si sentono in giro la Chiesa ha tante anime belle, la verità deve venire alla luce sacrificando qualche disonesto prelato. Se vogliamo continuare a tramandare i valori religiosi allora, bisogna fare giustizia. Alla signora Claps, dirò che questo premio è il cuore pulsante della città di Reggio Calabria”.

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