Ponte sullo Stretto, arriva il “Cassetto virtuale” per gli espropri: ecco come funzionerà

Ponte sullo Stretto, si tratta di uno strumento innovativo il cui utilizzo da parte dell’utente è su base volontaria

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StrettoWeb

Sarà pubblicato domani sui quotidiani nazionali e territoriali di Sicilia e Calabria l’avviso di istituzione del Cassetto virtuale, uno strumento, previsto dal DL 35/2023, implementato con la finalità di dematerializzare lo scambio delle comunicazioni tra le parti e di facilitare l’accesso agli atti dei destinatari delle procedure espropriative relative alla realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina.

Si tratta di uno strumento innovativo il cui utilizzo da parte dell’utente è su base volontaria: infatti, a partire dal prossimo 10 giugno i destinatari delle procedure espropriative potranno manifestare la volontà di richiederne l’attivazione e l’utilizzo attraverso un form che sarà reso disponibile sul sito della società Stretto di Messina.  Sempre a partire dal 10 giugno 2024 sarà attivo, a supporto di coloro che vorranno avvalersi del cassetto virtuale, un servizio di help desk informatico, contattabile dal lunedì al venerdì al numero verde 800766472.

“Anche in questo caso – ha dichiarato l’amministratore Delegato della Società Pietro Ciucci – il progetto del Ponte sullo Stretto si conferma veicolo di innovazione, facendo da apripista all’applicazione della dematerializzazione ad una procedura complessa come quella degli espropri. Ovviamente, la pubblicazione di questo avviso non rappresenta un’accelerazione delle procedure espropriative, si tratta di una attività propedeutica all’avvio della fase attuativa degli espropri che sarà possibile solo dopo l’approvazione del Progetto Definitivo da Parte del CIPESS, prevista per l’autunno prossimo”.  

A cosa servono gli Sportelli informativi?

Questa fase intermedia, legata alla pubblicazione dell’Avviso, deve consentire a tutti gli interessati di prendere visione della documentazione relativa al Piano espropri e formulare eventuali osservazioni. Al fine di favorire il rapporto di collaborazione tra l’espropriando e l’espropriante, nel pieno rispetto dei diritti, dei principi di equità e trasparenza, la società Stretto di Messina ha aperto “Sportelli informativi” sia a Messina che a Villa San Giovanni, in spazi dedicati messi a disposizione dai rispettivi comuni, per fornire il supporto necessario per l’analisi della documentazione.

Indennizzi non solo per espropri

Verranno spiegate tutte le forme di indennizzo configurabili nella realtà operativa, comprese quelle riguardanti i proprietari degli immobili “frontisti”, ovvero coloro che, ancorché non espropriati, siano posti in adiacenza alle opere dalla cui realizzazione risultino gravati da una servitù o subiscano una permanente diminuzione di valore per la perdita o la ridotta possibilità di esercizio del diritto di proprietà. Tali fattori tengono conto dei seguenti aspetti: diminuzione della luminosità e del soleggiamento; inquinamento acustico; vibrazioni; ridotta funzionalità della viabilità di accesso agli immobili; ridotta fruibilità del contesto panoramico ed ambientale.

Chi e come determina il Valore di Mercato?

Il valore di mercato è offerto dall’autorità espropriante. Il valore di mercato degli immobili è il valore che si attribuisce a un immobile in una normale compravendita e si determina mediante tecniche estimative quali: la tecnica per comparazione, quella analitica e quella così detta per capitalizzazione del reddito. Nel primo caso il valore dell’immobile si determina in base a precedenti compravendite registrate nel territorio, nel secondo caso in base alle rilevazioni di quotazioni di mercato come l’OMI (Osservatorio del Mercato Immobiliare – Agenzie delle Entrate) e nel terzo caso mediante la capitalizzazione di tutti redditi che l’immobile è in grado di garantire al proprietario. Nella stima di un immobile soggetto a espropriazioni i valori vengono determinati tenendo conto delle loro caratteristiche oggettive al momento dell’esproprio e delle situazioni estrinseche che ne connotano una peculiare caratteristica dell’immobile medesimo.

Il valore del bonus e come si applica?

Il così detto “bonus” rappresenta l’onere di cui l’autorità espropriante si fa carico per favorire la liberazione dell’immobile oggetto di procedimento una volta concordata l’indennità e condivisa la modalità di rilascio dell’immobile. Mediamente 20 mila euro per tutte le case.

Che significa asservimento?

L’asservimento non è altro che una limitazione che si impone alla proprietà privata. Il proprietario dell’immobile non perde la proprietà in conseguenza della procedura espropriativa ma perde la possibilità di “esercitare” la proprietà in talune specifiche fattispecie. Il proprietario dell’immobile può essere obbligato a fare passare dal suo fondo altri proprietari, può essere obbligato a consentire lo scolo delle acque sul suo fondo o a non alterare le piante che possono essere piantate sul proprio fondo.

A cosa fa riferimento l’Art 49 DPR 327/2001?

L’art. 49 del DPR disciplina la fattispecie di occupazione temporanea di aree private per realizzare strade o cantiere necessari per la realizzazione dell’opera dichiarata di pubblica utilità. L’ordinanza di occupazione temporanea consente al realizzatore dell’opera di utilizzare temporaneamente la proprietà di un terzo con l’obbligo, però, di corrispondere un’indennità di occupazione pari a 1/12 del valore dell’area per ogni anno di occupazione (o di 1/144 per ogni mese), di pagare i danni eventualmente arrecati e di ripristinare le aree all’originario stato ( se si tratta di aree agricole devono essere garantite la originaria caratteristica anche mediante strati di terreno vegetativo ecc.…).

L’occupazione temporanea prevede in alcuni casi il ritorno al proprietario?

L’occupazione temporanea disposta ai sensi dell’art. 49 prevede sempre la restituzione delle aree ai proprietari fatto salvo che si dovesse trattare di un’occupazione temporanea preordinata all’esproprio.

Che cosa si intende per “occupazione temporanea”?

Fatte salve le casistiche come sopra descritte per le quali l’occupazione temporanea è fine a se stessa in quanto non presuppone una successiva acquisizione della proprietà del bene, la norma, e in particolare l’art. 22 bis del DPR 327/2001 consente all’autorità espropriante, qualora ricorrano i motivi previsti dalla medesima norma ossia la particolare urgenza oppure il caso in cui i soggetti espropriati siano in un numero maggiore di 50, di emanare un decreto motivato che dispone l’immissione in possesso del bene rinviando a un secondo momento l’acquisizione della proprietà. In questo caso è dovuta al proprietario un’indennità di occupazione temporanea alla stessa misura dell’art. 49 di cui ai punti precedenti fino a quanto con l’emanazione del decreto di esproprio cessi la occupazione medesima e si provvede al pagamento dell’indennità di espropriazione. Quindi l’occupazione temporanea si distingue in due differenti tipologie: quella NON preordinata all’esproprio (art. 49 utilizzato per la cantierizzazione) e quella preordinata all’esproprio ( art. 22 bis del DPR).  Quindi in caso di concordamento dell’indennità l’uso dell’art. 22 bis è utile per anticipare la disponibilità dell’immobile; per tale anticipo è corrisposta, oltre all’indennità di occupazione temporanea, anche quella di espropriazione (80% nel caso di concordamento)

Per la locandina “Simbologia del Piano particellare” che differenza c’è tra ESPROPRI e ALTRI TITOLI?

Nella locandina della leggenda, sono riportate le colorazioni utilizzate per il piano particellare per evidenziare, in forma grafica, la finalità dell’esproprio ( e quindi per realizzare opere connesse con il ponte, con la viabilità, con le ferrovie, con la deviazione di canali ecc.…) oppure gli ulteriori titoli della procedura: le aree in asservimento, le aree in occupazione ecc.…

Come e quando saranno comunicate le indennità di esproprio?

Conclusa l’interlocuzione con i soggetti espropriandi ai sensi dell’art. 17 del DPR e, eventualmente, acquisite le informazioni necessarie per una puntuale determinazione del valore dell’immobile, l’Autorità espropriante determina l’indennità provvisoria e la notifica all’espropriato il quale può accettarla o non accettarla. Nel primo caso si provvede alla sottoscrizione di un verbale di accordo sull’indennità. Nel caso di mancata accettazione il soggetto espropriando può avvalersi della determinazione definitiva della terna arbitrale ovvero, in caso non accetti nemmeno quest’ultima determinazione, può adire l’autorità giudiziaria (Corte di appello territorialmente competente).

Come vengono disciplinati gli eventuali danni (diretti/indiretti) causati durante il periodo della cantierizzazione?

La normativa disciplina la corresponsione di un’indennità nel caso in cui dalla realizzazione dell’opera pubblica derivino lesioni di diritti da parte di proprietari NON interessati dal procedimento espropriativo. In questo caso ai sensi dell’art. 44 è riconosciuta un’apposita indennità commisurata al pregiudizio patito dal proprietario dell’immobile. In questa circostanza Stretto di Messina ha previsto che i relativi oneri vengano stimati applicando le specifiche tecniche utilizzate per la realizzazione delle linee ferroviarie ad alta velocità. Gli elementi di tale calcolo sono stati riportati nella bozza di accordo che si intende sottoscrivere con gli enti locali e le associazioni di categoria . Mentre i danni diretti ossia quelli cagionati durante l’esecuzione dei lavori, sono riconducibili all’attività di cantiere e, pertanto, di esclusiva competenza del soggetto realizzatore.

In caso di mutuo cosa succede?

Al momento della condivisione dell’indennità viene corrisposta all’espropriando una congrua anticipazione  (anche in relazione al mutuo da estinguere). L’espropriando con l’anticipazione ricevuta estingue il mutuo e cancella l’ipoteca. Si provvede a corrispondere il saldo dell’indennità sull’immobile che non ha più l’ipoteca del mutuo.

Attività commerciali

Per le attività commerciali o produttive è previsto il pagamento di una prima quota dell’indennità nella misura non inferiore al 50% del totale spettante (che sarà determinata in base al valore di mercato o al valore di ricostruzione con l’aggiunta del valore dell’area di sedime) prima dell’esproprio, affinché il titolare possa provvedere all’acquisto/ricostruzione di un nuovo locale. Auspicando la possibile riallocazione della medesima attività in un’altra sede, saranno riconosciuti i mancati redditi conseguenti alla temporanea chiusura dell’attività commerciale in conseguenza all’azione espropriativa. Nel caso in cui non sia possibile riallocare l’attività svolta e venga, pertanto, a configurarsi la perdita a carattere permanente dell’attività medesima, i relativi danni saranno determinati in maniera analitica (in funzione dei bilanci degli ultimi esercizi).

Casi particolari:

ex Orfanatrofio (Messina)

Nessun immobile “ex orfanatrofio” è interessato da esproprio per la realizzazione dell’Opera. La dicitura “Orfanatrofio”, contenuta nel Piano espropri, riguarda un terreno e un tratto di strada interessati da asservimento per passaggio di Pubblici Servizi (energia elettrica, acquedotti, ecc.), quindi non esproprio. Sono intestati all’Istituto delle figlie del divino zelo detto Orfanotrofio Antoniano femminile e all’Orfanatrofio Antoniano maschile del canonico Annibale Maria di Francia. Si tratta di lasciti di terreni per Opere Pie.

Ospedale Papardo (Messina)

Nessun immobile della struttura ospedaliera è oggetto di esproprio. Il Piano espropri prevede l’asservimento per Pubblici servizi (Linee elettriche) che interesseranno terreni già adibiti a viabilità interne del nosocomio. E’ inoltre previsto l’esproprio di una minima parte di terreno nello spazio antistante la via Stagno D’Alcontres, per la realizzazione della stazione metropolitana.

Costruendo Ospedale ortopedico Papardo (Messina)

Stretto di Messina e il Contraente generale sono a conoscenza dell’interferenza dell’area cantiere della stazione ferroviaria di Papardo con il costruendo ospedale ortopedico. In sede di progettazione esecutiva saranno studiate le possibili soluzioni al fine di rimuovere l’interferenza con il futuro ospedale.

Parrocchia Santa Maria del Rosario (Villa San Giovanni)

Nessun esproprio di edifici aperti al culto. Per quanto attiene all’espropriazione di talune aree di proprietà della Parrocchia Santa Maria del Rosario (per il versante Calabria) è opportuno precisare che le medesime non possono essere annoverate fra  “gli edifici aperti al culto” o fra quelle per le quali il DPR 327/2001 ne dichiari la non espropriabilità o che ne subordini la possibilità di espropriazione ad uno specifico accordo con la Santa Sede. Per maggior precisione le aree oggetto di esproprio in questione sono rappresentate da due particelle rispettivamente di 355 e 270 mq in Comune di Villa San Giovanni, con qualità catastale “vigneto”. Tali aree sono previste in esproprio per consentire la realizzazione della viabilità di accesso al ponte e al centro direzionale.

L’inceneritore di Pace (Messina)

L’inceneritore di Pace non è soggetto ad esproprio, nemmeno nelle sue pertinenze.

A valle della struttura è prevista la realizzazione di un viadotto autostradale che scavalca il torrente.

L’area di cantiere per la realizzazione di tale viadotto termina in corrispondenza del muro di confine del parcheggio dell’inceneritore.

Il malinteso nasce poiché – come accaduto in altre circostanze – confrontando le mappe progettuali a quelle catastali (considerando la scala grafica con cui è rappresentato il piano particellare, 1:2000), si otteneva una sovrapposizione su una piccola porzione del parcheggio che è nei fatti inesistente.

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