Shock nel vibonese: agnello appeso per le zampe durante la messa

Gli animalisti si chiedono che fine abbia fatto l’agnello dopo la funzione religiosa

StrettoWeb

L’Associazione Italiana Difesa Animali ed Ambiente ha annunciato la presentazione di un esposto alla procura di Vibo Valentia in merito all’esposizione nella chiesa di Santa Maria del Socccorso a Monterosso Calabro “durante una funzione religiosa cattolica di un agnelllino legato ai piedi che è statato costretto, in chiara violazione dell’articolo 544 del codice penale, che riguarda il maltrattamento di animali, a subire per diverso tempo questa tortura”.

Nell’esposto l’AIDAA chiede di “verificare le responsabilità di questa tortura a cui è stato sottoposto il piccolo agnello a partire da quelle del parroco o di chiunque altro sia responsabile di questo atto compiuto in aperta violazione delle leggi a tutela degli animali, ma sopratutto gli animalisti si chiedono che fine abbia fatto l’agnello dopo la funzione religiosa essendici in giro voci che si stato ucciso e poi mangiato e di verificare se queste corrispondono al vero se siano stati rispettate le leggi vigenti in materia”.

Anche altre associazioni animaliste operanti nel Vibonese, nello specifico Oipa, Lav, Argo e Balzoo, hanno condannato quanto avvenuto in occasione della celebrazione del Giovedì Santo quando, come da tradizione, è stato portato in chiesa un agnello con le zampe legate. Per questo motivo hanno trasmesso una lettera al parroco, don Angelo Facciolo, e al sindaco, Antonio Giacomo Lampasi.

“Chiediamo che discutibili manifestazioni che coinvolgono, loro malgrado, gli animali, non abbiano più a verificarsi. Anche il solo esporre un animale, come in questo caso, sottoponendolo a condizioni di stress o di paura “per crudeltà e senza necessità” è considerato maltrattamento. Le motivazioni di tradizioni folkloristiche o religiose non sono sufficienti a giustificare tali pratiche, che possono violare la legge e suscitano sentimenti di riprovazione nella maggior parte dell’opinione pubblica”.

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