Schlein vuole un codice etico per il suo partito e il Pd le si rivolta contro: “lo abbiamo ed è severo”

"Il Pd il codice etico lo possiede ed è severissimo": così Richichi (Direzione regionale PD Calabria) risponde alle dichiarazioni di Elly Schlein

StrettoWeb

Dopo lo scandalo di Bari Elly Schlein è corsa ai ripari pretendendo dai suoi un codice etico e di autoregolamentazione. Chi vorrà far parte del Pd dovrà fornire il proprio certificato penale e sottoscrivere un’autodichiarazione in cui si impegna a denunciare fenomeni come voto di scambio, intimidazioni nella campagna elettorale e tentativi di corruzione. La questione ha fatto saltare molti democratici sulle poltrone ed è diventato (un altro) motivo di scontro all’interno del partito.

Richichi (Pd Calabria): “il Pd il codice etico lo possiede ed è severissimo”

Da quando la Segretaria Schlein, dopo le vicende di Bari e Torino che hanno alimentato attacchi politici contro il PD, si è, improvvidamente, impegnata a dotare il suo partito di un codice etico che faccia da guida per le candidature, il mondo intero si è lanciato nel darle consigli e suggerimenti. Grandi giornalisti (si fa per dire), piccoli ascari di deputati, il presidente 5stelle Giuseppe Conte (cosa c’entra questa interferenza?)“. Così in una nota Domenico Francesco Richichi (Direzione regionale PD Calabria).

Purtroppo, Elly Schlein, ha fatto l’ennesimo errore cadendo nella ennesima trappola tesa dagli avversari politici: annunciando la formulazione di un codice etico ha fatto pensare all’opinione pubblica che il partito non ha morale né etica, mentre, invece, il PD è l’unico partito in Italia e in Europa ad avere un codice etico che risale alla sua fondazione del 2007.

Si è sottoposta, così, alla critica di chi cerca di togliere consensi e denigrare un partito che, rispetto agli altri, invece, ha una struttura fondata sulla libertà e su regole di democrazia interna. Il PD è con le carte in regola sulla scelta e formazione della classe dirigente. Poi ci possono essere uomini e donne che tradiscono principi e regole e che vanno espulsi dal Partito.

L’appunto che si può, certamente, fare al Partito Democratico e alla sua segretaria è che il codice etico in vigore, a volte, non viene rispettato e applicato. Ne danno memoria i molti casi in cui, le scelte dei vari segretari predecessori della Schlein hanno omesso il rispetto di alcune norme interne, soprattutto in materia di candidature così da condurre a risultati elettorali negativi oltre a strumentalizzazioni degli avversari politici.

Quindi, giornalisti faziosi, politici concorrenti, commentatori di parte, antimafiosi di professione, evitino di condannare un partito che, rispetto ad altri, un codice etico lo possiede ed è severissimo, soprattutto nella parte che riguarda le candidature ad ogni tipo di elezione anche di carattere interno al partito”, scrive ancora Richichi.

Stralcio codice etico del Pd

Condizioni ostative alla candidatura obbligo di dimissioni: Le donne e gli uomini del partito democratico si impegnano a non candidare, ad ogni tipo di elezione anche di carattere interno al partito, coloro nei cui confronti, alla data di pubblicazione della convocazione dei comizi elettorali, sia stato:

  • Emesso decreto che dispone il giudizio; emessa misura cautelare personale non annullata in sede di impugnazione;
  • Emessa sentenza di condanna, ancorché non definitiva, ovvero a seguito di patteggia patteggiamento;
  • Per un reato di mafia, di criminalità organizzata o contro la libertà personale e la personalità individuale;
  • Per un delitto per cui sia previsto l’arresto obbligatorio in flagranza; Per sfruttamento della prostituzione;
  • Per omicidio colposo derivante dall’inosservanza della normativa in materia di sicurezza del lavoro.

Inoltre:

  • Per delitti di corruzione nelle diverse forme previste e di concussione;
  • Per reati inerenti a fatti che presentino per modalità di esecuzione o conseguenze, carattere di particolare gravità;
  • Se sia stata disposta l’applicazione di misure di prevenzione personale o patrimoniali, ancorché non definitive, previste dalla legge antimafia, ovvero siano stati imposti divieti, sospensioni e decadenze ai sensi della medesima normativa;
  • le condizioni ostative alla candidatura vengono meno in caso di sentenza definitiva di proscioglimento di intervenuta riabilitazione o di annullamento delle misure.

Misiani a Picierno, “non un codice etico ma rispetto delle regole”

La segretaria Schlein sta portando avanti una istanza di rinnovamento del Partito Democratico di cui si avverte il bisogno nella comunità politica del Pd. Noi in Campania abbiamo varato ieri delle regole a cui lavoravamo da settimane, che non sono un nuovo codice etico, perché il codice etico il Pd ce l’ha dal 2008, ma sono regole per la trasparenza delle candidature“. Lo ha detto Antonio Misiani, senatore e commissario del Pd in Campania.

Le regole in questione, spiega Misiani, che “ci permetteranno di rafforzare il vaglio preventivo sulle donne e gli uomini che presenteremo nelle liste del Partito Democratico in relazione ai criteri del codice etico del Pd, del codice antimafia, delle regole che dobbiamo fare rispettare per presentare liste che siano all’altezza della domanda di trasparenza e di legalità che emerge dai cittadini“.

Replicando all’europarlamentare campana del Pd Pina Picierno, vicepresidente del Parlamento Ue, che ha tra l’altro sottolineato, appunto, che il codice etico esiste già da molti anni, Misiani ha detto: “Ho letto quello che ha affermato Pina Picierno e credo che il senso di quello che stiamo facendo in realtà vada nella direzione che lei auspica: il tema non è un nuovo codice etico per il Pd, ma fare rispettare efficacemente le regole che ci siamo dati. E poi naturalmente queste regole fanno parte di quello che è necessario fare: prima di tutto, lavorare per presentare ai cittadini una proposta politica all’insegna della serietà, del rigore, della competenza, di quello che i cittadini chiedono alla politica e in particolare al Partito Democratico“.

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