Salute e sicurezza sul lavoro, Cgil Calabria: “spezzare le catene dello sfruttamento”

Sposato, segretario Cgil Calabria: "liberare il lavoro dallo sfruttamento, dalla precarietà e renderlo più sicuro"

StrettoWeb

“Il Diritto al lavoro e la tutela del lavoro sono i pilastri della nostra Costituzione, ma in Italia il numero degli infortuni, anche mortali, e delle malattie professionali sono inaccettabili. Ogni giorno si muore sul lavoro”. E’ quanto dichiara la Cgil Calabria in una nota. “In questi giorni abbiamo assistito all’ennesima strage sul lavoro, a Suviana, dopo Brandizzo e Firenze. A febbraio 2024 i morti sul lavoro sono già 119, il 19% in più rispetto allo stesso periodo 2023. Nel 2023 sono morti 1.041 lavoratori e lavoratrici”.

“Nel 2023 gli infortuni sul lavoro hanno riguardato 585.000 lavoratori e lavoratrici. Di lavoro ci si può ammalare; le malattie professionali denunciate seppur in aumento rispetto agli anni precedenti (+ 19,7%) (72.754), sono ancora ampiamente sottostimate, sebbene decine di migliaia di persone soffrano a causa delle patologie contratte in ambito lavorativo”. 

“È inaccettabile che nel terzo millennio ancora si debba morire o ci si ammali lavorando: in molti casi per condizioni di lavoro pessime, per l’insufficienza dei controlli nei luoghi di lavoro dovuta alla carenza degli ispettori, per la mancanza di presidi territoriali e per la mancata formazione, perché si è precari, perché si lavora in un appalto dato in sub appalto e al massimo ribasso, perché donna o migrante.

“È necessario – conclude la nota – e non più rinviabile un rinnovato atto di responsabilità del Governo e delle Istituzioni per ridurre le morti sul lavoro e gli infortuni. Bisogna rafforzare ed estendere la rappresentanza sindacale e la Contrattazione su questi temi”.

Sposato: “spezzare le catene dello sfruttamento”

“Oggi 28 aprile è la giornata mondiale della sicurezza e salute sul lavoro. Il numero delle morti sul lavoro nel nostro Paese sono inaccettabili e vergognosi per un Paese civile – dichiara Angelo Sposato, segretario Cgil Calabria. “Il lavoro precarizzato, sfruttato, sottopagato, e conseguenza delle legislazioni flessibili introdotte negli ultimi anni, acuite da un sistema di appalti e subappalti fuori controllo”.

“Tutto ciò rende le lavoratrici ed i lavoratori gli anelli più deboli di catene perverse che producono alti profitti per alcuni e mettono a rischio la vita di migliaia di persone. Sostenere i referendum della Cgil serve anche per spezzare queste catene e liberare il lavoro dallo sfruttamento, dalla precarietà e renderlo più sicuro”.

Condividi