Pirata della strada non si ferma all’alt sulla SS106 Taranto-Reggio Calabria e poi denuncia l’agente: epilogo pesantissimo

Assolto agente delle forze dell'ordine accusato falsamente di violenza, il pirata della strada verrà processato per calunnia e falso

StrettoWeb

Se denunciare dei torti subiti è un primario diritto del cittadino, muovere denunce infondate può costare parecchio caro in termini economici e di pena. È questo l’insegnamento che si trae dalla recente sentenza emessa dal Tribunale di Castrovillari che in accoglimento delle tesi sostenute dal difensore, avvocato Ettore Zagarese, ha assolto per insussistenza del fatto S.E. noto appartenente alle forze dell’Ordine, disponendo allo stesso tempo la trasmissione degli atti alla locale Procura della Repubblica di Castrovillari perché proceda per il reato di falsa testimonianza o di calunnia nei riguardi del denunciante.

I fatti – L’agente di polizia giudiziaria, in seguito ingiustamente imputato, nel corso di un servizio di pattugliamento lungo la strada statale 106 notava la presenza di una autovettura che marciava ad alta velocità procedendo, inoltre, a zig zag  lungo la via mettendo così a repentaglio l’incolumità degli altri utenti della strada.

Unitamente al collega di pattuglia decideva prontamente di intervenire segnalando con la paletta di fermarsi per un controllo. Il guidatore procedeva oltre, incurante degli ordini di arresto. La pattuglia attivava anche i lampeggianti in dotazione alla vettura di istituto. Neanche questi strumenti lo facevano recedere costringendo quindi la pattuglia ad un inseguimento a sirene spiegate che terminava solo con il sorpasso ed il blocco forzoso del veicolo pirata.

All’atto del controllo il conducente risultava ubriaco tanto da rendere necessaria l’elevazione di verbale per guida in stato di ebrezza ed il sequestro della vettura, attività queste doverose per gli agenti ma mal digerite dal contravventore che, a distanza di mesi, faceva recapitare all’appartenente alle forze dell’ordine una denuncia nella quale sosteneva di essere stato senza alcun motivo fermato e controllato e di poi aggredito e selvaggiamente percosso.

A seguito della complessa istruttoria l’accusa risultava però palesemente infondata tanto da indurre il Giudice non solo ad assolvere l’agente, ma a segnalare alla Procura la falsità delle accuse onde procedere nei confronti del denunciante

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