‘Ndrangheta, a Torino come in Calabria: “Io non potevo sapere”

'Ndrangheta, Ciarambino: "ci informino anche gli amministratori". Il questore di Torino: "Nulla deve cadere nel vuoto"

StrettoWeb

Il contributo informativo lo pretendiamo anche dagli amministratori, che ricevono le informazioni e compongono le liste elettorali. Nulla deve cadere nel vuoto“. E’ quanto dichiara il questore di Torino Vincenzo Ciarambino, che, a pochi giorni dall’inchiesta Echidna, della procura torinese, lancia un appello contro il silenzio. L’inchiesta si è occupata delle presunte infiltrazioni della ‘Ndrangheta sui cantieri e i lavori dell’autostrada Torino-Bardonecchia.

Il monito arriva dal palco dell’ex Ogr, dove questa mattina si sono tenuti le celebrazioni per la 172/a festa della polizia. “Noi abbiamo bisogno e ci dobbiamo nutrire quotidianamente del contributo informativo, del supporto, delle segnalazioni della gente, che deve attivarsi, non solo quando sente la percettibile puzza del marcio emessa dalla criminalità, ma anche quando l’illecito è inodore, insapore, ma poi ti pervade e provoca la morte, come le esalazioni del monossido di carbonio“, ha chiosato Ciarambino.

Mi riferisco alla criminalità organizzata, in tutte le sue forme – ha aggiunto – ma nello specifico alla ‘Ndrangheta, sua espressione di matrice calabrese, ma radicata in questa provincia con sostegni e presenze quasi pari ai livelli registrati nelle terre di origini“. Per il questore di Torino “ogni volta che si pronuncia la frase ‘Io non potevo sapere‘ è troppo tardi per spostare il buio più in là“.

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