No al lavoro senza diritti: Cgil e Uil si preparano al sit-in di Cosenza

Il segretario Celebre: "scenderemo in piazza per ribadire il nostro categorico No al lavoro senza un’adeguata formazione"

StrettoWeb

“Adesso Basta”. Questo è lo slogan coniato dalla Cgil e dalla Uil per lo sciopero generale nazionale che si terrà giovedì 11 aprile. Una mobilitazione proclamata da Cgil e Uil che interesserà per otto ore il settore dell’edilizia e per quattro ore tutti i settori privati, con manifestazioni e iniziative che si terranno a livello territoriale. La manifestazione regionale calabrese si terrà a Cosenza.

Il programma del sit-in

Partirà, alle 10, da via Tagliamento per raggiungere, in corteo la Prefettura. Gli obiettivi e le ragioni della mobilitazione di giovedì, che arriva dopo quella dello scorso 8 marzo, sono: stop alle morti sui posti di lavoro, una nuova e più giusta riforma fiscale e un nuovo modello sociale.

“Come Fillea Cgil giovedì – dichiara il segretario Celebre – scenderemo in piazza perché la salute e la sicurezza sul lavoro devono diventare un vincolo per poter esercitare l’attività d’impresa. È necessario cancellare le leggi che negli anni hanno reso il lavoro precario e frammentato, così come bisogna superare la logica del subappalto a cascata e ripristinare la parità di trattamento economico e normativo per le lavoratrici e i lavoratori di tutti gli appalti pubblici e privati”.

No al lavoro senza diritti

“Questo “sacrificio economico” chiesto a tutti i lavoratori dell’intero settore delle
costruzioni servirà anche per chiedere il rafforzamento delle attività di vigilanza
e prevenzione nei cantieri con l’incremento delle assunzioni nell’Ispettorato del
lavoro e nelle aziende sanitarie locali; per ribadire il nostro categorico No al
lavoro senza un’adeguata formazione e diritto alla formazione continua per tutte
le lavoratrici e i lavoratori”.

“Saremo in piazza soprattutto per perorare, per l’ennesima volta, l’istituzione della vera “patente a punti” per tutte le aziende e per tutti i settori, per chiedere il blocco delle attività per quelle imprese che non rispettano le norme di sicurezza e per introdurre il reato di omicidio colposo”.

“Ma soprattutto per garantire il diritto delle lavoratrici e dei lavoratori di eleggere, in tutti i luoghi di lavoro, i propri rappresentanti per la sicurezza e, infine, per sancire l’obbligo per le imprese ad applicare i Ccnl firmati dalle organizzazioni comparativamente più rappresentative e al rispetto delle norme sulla sicurezza, quali condizioni necessarie per poter accedere ai finanziamenti e agli incentivi pubblici”.

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