I tatuaggi di Messina Denaro e quella data misteriosa, 8 agosto 1981

"Non sono per seguire la moda, sono il mio vissuto e servono a non dimenticare": così Matteo Messina Denaro parlava dei suoi tre tatuaggi

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Perché c’è così tanto mistero attorno ai tre tatuaggi di Matteo Messina Denaro? In realtà, con molta probabilità, non hanno e non hanno mai avuto grande rilevanza. Ma come ogni cosa che ruota attorno ai 30 anni di latitanza del boss di Cosa nostra, viene sviscerata e analizzata a fondo, dando così adito a dietrologie che, spesso, si rivelano essere fumo negli occhi.

I tre tatuaggi in questione Messina Denaro se li era fatti fare da un tatuatore di Palermo: “Tra le selvaggi tigri“, “Ad augusta per angusta” e “VIII X MCML, XXXI“. Il significato lo spiegò lui stesso alla sorella Rosalia, durante un colloquio in carcere, prima che venisse arrestata lei stessa, al quale erano presenti anche le altre due sorelle Bice e Giovanna. Nel dialogo, intercettato dagli investigatori, Messina Denaro spiegò che “Ad augusta per angusta“, ovvero il tatuaggio fatto nel 2012, significava “alla gloria attraverso la sofferenza“. “Lo feci per mia figlia quando se ne andò“, raccontò Messina Denaro alle sorelle.

VIII X MCML, XXXI” (8 agosto 1981) è invece una data considerata importante da Messina Denaro, ma non ha aggiunto altro in merito. In quel periodo era in corso quella che è stata definita la seconda guerra di mafia, ovvero un conflitto interno a Cosa nostra proseguito dal 1981 al 1984, che vide poi l’affermarsi del Clan dei Corleonesi tra le famiglie mafiose siciliane. Che quella data sia riferita ad un evento legato a questo?

Questo l’ho fatto sette-otto anni fa“, ha spiegato riferendosi alla scritta “Tra le selvagge tigri“. Prendendo appuntamento dal tatuatore di Palermo, il boss aveva usato il falso nome di Vito Ferreri. In uno dei diari sequestrati dopo l’arresto Messina Denaro scriveva: “non sono per seguire la moda, sono il mio vissuto e servono a non dimenticare“.

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