“Se è doveroso definirci antifascisti, i democratici devono definirsi anticomunisti”

Le parole del ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, sull'antifascismo

StrettoWeb

Se è doveroso e sacrosanto definirci antifascisti perché il fascismo tolse la libertà agli italiani, fece le abominevoli leggi razziali e portò l’Italia in una guerra rovinosa in cui fu sconfitta da chi in Europa occidentale si oppose ai regimi nazifascisti – per inciso, da nazioni guidate da due statisti esponenti della destra come Winston Churchill e Charles De Gaulle – allo stesso modo se si è sinceri democratici bisogna definirsi anticomunisti. La reticenza su questo punto è una spia preoccupante. Nessuno lo ha mai chiesto ad Elly Schlein e sarebbe ora che qualche giornalista prendesse coraggio per porle questa domanda“. E’ quanto dichiarato dal ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, sul Corriere della sera.

In Italia non c’è stata una dittatura comunista ma c’è stato un partito che ha operato a lungo per instaurarla, finanziariamente e politicamente legato all’Unione Sovietica di Stalin e Breznev, guidato da un leader stalinista – scrive il ministro -. Palmiro Togliatti fu, infatti, fra i massimi dirigenti del Comintern, appena un gradino sotto il leader sovietico. Durante le violente purghe staliniane degli anni Trenta non solo Togliatti non disse una parola su quei massacri ma dopo collaborò allo sterminio di tutti i dirigenti del partito comunista polacco, come scrisse Piero Ostellino, rei di difendere la propria nazione dalle mire di Stalin, e ancora organizzò, in nome e per conto di Stalin, l’assassinio degli anarchici spagnoli, ritenuti non allineati al vero bolscevismo“.

Condividi