Dossieraggio, parla ex vicequestore: “su Striano nessuna anomalia”. Incognita sulla fuga di notizie

Giuseppe Puzzo, ex vicequestore, è stato ascoltato dalla Commissione Antimafia per l'inchiesta di Perugia sul cosiddetto 'dossieraggio'

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Nel settembre 2015 mi chiama Vito Calvino e mi dice che mi ha scelto per comandare questo gruppo di lavoro. Io dico che non voglio andare perché ho fatto domanda per un altro ufficio, ma lui mi spiega perché ha scelto me e alla fine vado a fare questo gruppo di lavoro. La premessa è che il gruppo sarebbe stato ristretto, io e due collaboratori, uno sarebbe stato scelto dal reparto indagini preventive e l’altro avrei potuto sceglierlo io. Il I Reparto della Dia sceglie Striano che io non conoscevo“. E’ quanto dichiarato da Giuseppe Puzzo, ex vicequestore, ascoltato davanti alla Commissione parlamentare Antimafia nell’ambito del filone di inchiesta di Perugia sulle vicende relative al cosiddetto presunto ‘dossieraggio‘.

La presidente della Commissione Chiara Colosimo ha precisato che Puzzo “era a capo del gruppo Sos prima di Striano (il finanziere coinvolto nell’indagine ndr)“. Puzzo ha riferito che conosceva un tenente colonnello della Gdf “con cui lui lavorava e ci vado a parlare e mi dice che Striano era uno dei più preparati luogotenenti della guardia di finanza in tema di criminalità organizzata e di sequestro di beni e che per lui è una delle persone più affidabili in assoluto. L’altro del gruppo era un sottufficiale dell’Arma dei Carabinieri che conoscevo, un esperto di criminalità organizzata e prima di essere assegnato alla Dia era nel gruppo di Dalla Chiesa“.

“Su Striano mai riscontrato anomalie”

Sul finanziere Striano (coinvolto nell’inchiesta di Perugia ndr) e sull’altro collaboratore del gruppo Sos “non ho mai riscontrato nessuna anomalia. Entrambi i collaboratori, sotto l’aspetto della criminalità organizzata, hanno una preparazione e memoria notevole, la collaborazione è stata ottima“, ha affermato Puzzo. “Avevano un ritmo lavoro notevole e la loro collaborazione fu totale – ha sottolinea Colosimo -. Neanche da Laudati (il magistrato ndr) è mai venuto un richiamo su qualcosa che non andava“. Puzzo aggiunge che Striano “ha sempre studiato le pratiche in maniera approfondita e mai fuori tema“.

Non credo che Striano mi avesse mai scavalcato, il gruppo era così piccolo che una manovra del genere si sarebbe vista subito. Non è mai successo“, ha precisato l’ex vicequestore. Secondo Puzzo il finanziere Striano non lo sostituì: “Io ero funzionario, lui era luogotenente della guardia di finanza e non mi poteva sostituire“. “Nel gruppo di lavoro formalmente non mi poteva sostituire, avrebbero dovuto mandare un altro funzionario“. Dopo che Striano andò via e fece il concorso, ricorda, “è rientrato alla Gdf e come ufficiale della Gdf si occupava delle Sos nella dna. Formalmente Striano non mi ha sostituito“. Puzzo ha precisato di essere andato via dal gruppo per sua scelta: “Nessuno mi ha mai detto: ‘te ne devi andare’“.

“Le notizie possono uscire anche da altri uffici”

Ritengo, da osservatore esterno, che almeno alcune di quelle notizie ritrovate sui quotidiani potessero uscire anche da altri uffici piuttosto che solo dalla Dna“, ha precisato ancora. “Per la fuga di notizie sulle segnalazioni sospette bisogna sapere che la sos è in mano a decine di soggetti, non solo alla Dna, ad altri uffici, alla Uif e ai direttori della banca che l’hanno prodotta“, ricorda Puzzo. “Io ritengo che quell’ufficio all’interno della Dna non fosse solo che potesse avere quelle notizie, altri uffici possono avere le stesse notizie. Questo è un conflitto che è sempre sorto“, sottolinea. L’ex vicequestore ha infine osservato che di solito il primo chiamato in causa però è sempre il “funzionario di polizia“.

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