Crotone, corso di Archeologia e storia del Gak: la cinta muraria dell’Antica Kroton

"Ricognizioni e prospezioni alla cinta muraria cinquecentesca": è il titolo della XI lezione del Corso di Archeologia e Storia del Gak

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Giovedì prossimo, 11 aprile, dalle ore 17,00 alle ore 19,00, presso la Casa della Cultura di via Vittorio Emanuele, sala Caiazza, XI lezione del Corso di Archeologia e Storia del Gak. Relatore: Tommaso Tedesco. Titolo: “Ricognizioni e prospezioni alla cinta muraria cinquecentesca“.

Presentazione

La rimodulazione del progetto Antica Kroton, operata nel 2021, ha previsto una maggiore previsione di spesa per gli interventi da farsi sulle mura e sul castello. Il successivo avvio ha consentito l’acquisizione di nuovi elementi conoscitivi utilizzando metodologie ricognitive, rilevamenti geometrici e prospezioni geofisiche soprattutto del perimetro murario, lungo circa tre kilometri.

La campagna di ricerche e indagini, intrapresa dal Comune di Crotone, coordinata dallo staff dell’Unità Operativa Antica Kroton supportati dai tecnici della Di Lieto & C. di Cz, società operante in tale settore in campo nazionale, ha avuto inizio a dicembre del 2022 e si è protratta fino alla primavera dell’anno successivo. Le risultanze delle indagini sono state poi consegnate ai professionisti incaricati di eseguire le fasi di progettazione per il recupero della parte di mura di proprietà comunale.

Nei quattro mesi di attività sono stati svolti diversi sopralluoghi nella fortezza, composta da cinque bastioni e relative cortine, nonché da due rivellini, non solo nella parte pubblica, ma, grazie alla disponibilità di molti cittadini, anche in quella parte di cinta muraria finora inaccessibile poiché di proprietà privata. Finalmente sono state aperte le porte di suggestivi camminamenti, lamie, casamatte e ambienti finora sconosciuti.

Gli spagnoli, giunti a Crotone agli inizi del 1500, realizzarono la fortezza fondando le mura in profondità, addirittura sotto il livello del mare. Trovarono infatti una conformazione dei luoghi particolare, le due colline, dove era insediato l’abitato medioevale, erano circondate da una profonda depressione del terreno, accentuata nella parte a nord ovest che culminava in una insenatura utilizzata fin dall’antichità per approdo.

Il terreno esterno alla cinta muraria per tutto l’arco che da sud volge a nord, sul lato ovest, venne ulteriormente scavato raggiungendo quasi il livello del mare, mentre all’interno dell’abitato per colmare il dislivello tra mura e terreno delle falda collinare vennero creati ambienti terranei in continuità con i camminamenti che percorrevano il perimetro delle mura. Dunque è emersa la certezza che gran parte delle strutture murarie cinquecentesche sono tutt’ora esistenti, anche se manomesse e interrate.

Strutture percepite solo se vengono indagate con opportuni strumenti capaci di penetrare in strati profondi, come appunto il geoelettrico e il georadar. In via Raimondi e piazza Umberto I, largo Covelli, nei giardini di viale Regina Margherita, in discesa Fosso, in parte di via Risorgimento, piazza Immacolata, via Ruicella con le prospezioni elettriche e georadar, sono emersi ambienti ipogei a profondità diverse e variabili da 3 a 8 metri al disotto degli attuali piani di calpestio di tali strade. Non solo ambienti di pertinenza delle mura spagnole ma anche ambienti di epoca più antica, come quelli intercettati davanti al Museo archeologico di via Risorgimento e nel bastione Marchese.

Quando all’inizio degli anni sessanta fu costruito il Museo fu sacrificato infatti, inconsapevolmente presumo, un pezzo importante del paramento esterno delle mura medievali, il resto sembra essersi salvato. Lo stesso è capitato per la torre Pignalosa, ancora visibile in una stampa del 1867, oggi una parte è diventata un locale di servizio ad un’attività commerciale ma se pur inconsciamente esiste. L’incontro si pone l’obiettivo di aprire questo mondo reale alla città stimolandone la tutela e il recupero. Per ogni cortina e bastione si cercherà di illustrare con foto, piante e ricerche effettuate ciò che emerge e ciò che è ancora sommerso.

Un patrimonio culturale enorme, secondo per importanza solo all’abitato antico della polis achea di Kroton, che la storia ha donato alla città. Con i finanziamenti ora disponibili si potrà intervenire solo in alcune situazioni, va adottata da subito una regolamentazione urbanistica capace di tutelare, soprattutto la parte privata, di questa importante identità ritrovata.

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