AIDAF fa tappa in Calabria, alla scoperta del tessuto imprenditoriale locale

Diversity, più giovani in posizioni di leadership e tassi di redditività superiori alla media: l’Osservatorio AUB disegna la vivacità delle imprese familiari in Calabria

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AIDAF, l’Associazione Italiana delle Aziende Familiari, nell’ambito di un più vasto impegno nella valorizzazione dei family business del Sud Italia, fa tappa in Calabria per una visita alla scoperta del tessuto imprenditoriale della regione. Qui si è osservata e discussa la vivacità delle imprese calabresi a partire dall’esempio positivo di tre aziende particolarmente distintive, che hanno fatto della tradizione il proprio asset di crescita: Amarelli, Rubbettino e Callipo.

“Questi giorni in Calabria sono l’esempio concreto della nostra volontà, come associazione, di rinsaldare i rapporti con le aziende familiari presenti su tutto il territorio, anche nelle zone forse meno esplorate, e tuttavia ricche di tradizioni ed eccellenze. Come AIDAF intendiamo promuovere un modello di impresa sostenibile, proiettato al futuro, ma concretamente radicato nei valori familiari che sono il nostro asset primario” ha commentato Cristina Bombassei, Presidente di AIDAF. “È quello che osserviamo quotidianamente nelle testimonianze di aziende familiari come quelle di cui stiamo facendo esperienza in questi giorni: una strada che crediamo vincente, e che costantemente trova conferme nella buona salute delle imprese familiari nel nostro Paese”.

Secondo quanto emerge dal XV Osservatorio AUB, promosso dalla Cattedra AIDAF–EY di Strategia delle Aziende Familiari dell’Università Bocconi, in memoria di Alberto Falck, da AIDAF, UniCredit e Fondazione Angelini, con la collaborazione di Borsa Italiana e della Camera di Commercio di Milano Monza-Brianza Lodi, sono 10 le regioni che registrano tassi di redditività operativa superiori alla media nazionale, e tra queste vi è proprio la Calabria, a conferma di una reale capacità di rilancio delle aziende familiari che operano nella regione.

In un contesto produttivo caratterizzato da un’alta percentuale di aziende familiari (82,4% contro il 65% registrato a livello nazionale), i family business calabresi si sono distinti negli ultimi anni per aver registrato performance significativamente superiori non solo alla media delle aziende non familiari del territorio, ma anche rispetto alla media nazionale, con una crescita cumulata del fatturato del 140% nell’ultimo decennio. La media nazionale che emerge dai risultati dell’Osservatorio si attesta intorno al 124%.

In aggiunta, oltre ai livelli di redditività operativa superiori alla media nazionale (11,1% nel 2022 vs 3,8% in Italia), le aziende familiari calabresi mostrano anche una solidità finanziaria molto elevata[1], e una capacità superiore di ripagare il debito rispetto ai livelli pre-covid del 2019[2].

Rispetto agli assetti di governance, i Consigli d’Amministrazione delle imprese familiari calabresi si distinguono per una presenza maggiore di donne (45% di aziende con almeno il 33% di donne nel CdA, contro una media nazionale del 38%) e giovani (25% di aziende con almeno il 33% di consiglieri under 40, a fronte di una media italiana del 14%).

La maggiore apertura a una governance più giovane è confermata anche dal dato relativo all’incidenza dei leader ultrasettantenni, che in Calabria è di gran lunga inferiore rispetto a quanto osservato mediamente nel Paese: 15% vs 27%. Anche l’incidenza dei leader under 50, 31% nella regione, è superiore rispetto alla media nazionale, che si attesta al 16%.

Tutte caratteristiche, queste, rispecchiate dalle tre aziende associate ospiti: attraverso un percorso volto a raccontare la realtà del tessuto imprenditoriale calabrese, la tre giorni di AIDAF è stata ancora una volta l’occasione per un confronto fertile, animato da diverse sensibilità e punti di vista, uno stimolo ulteriore per le imprese familiari italiane a fare sistema, e costruire un futuro consapevole insieme.

[1] Le aziende familiari calabresi mostrano un rapporto di indebitamento pari a 3,7 alla fine del 2022, superiore del 10% rispetto ai valori di fine 2019 (4,1), numero che amplifica ulteriormente il gap rispetto alla media delle aziende non familiari del territorio.

[2] Il rapporto PFN/EBITDA è stato pari a 0,9 alla fine del 2022, contro un valore di 1,2 alla fine del 2019. Un dato, questo, molto inferiore rispetto alla media delle aziende familiari italiane (pari a 3,9 alla fine del 2022).

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