Gratteri: “custodia cautelare firmata da tre giudici? Un’utopia”. E sulle carceri…

Le parole di Nicola Gratteri, procuratore di Napoli, ospite di Ping Pong su Radio 1

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Il sovraffollamento delle carceri e la riforma del Guardasigilli sulla custodia cautelare tra i temi trattati da Nicola Gratteri, procuratore di Napoli, ospite di Ping Pong su Radio 1. Si parte dal sovraffollamento nelle carceri: “Premesso che è un problema comune a tutti gli stati d’Europa – ha detto il magistrato – in Italia è stato spesso risolto con la scorciatoia di indulti e amnistie. Penso che finora non si sia affrontato il problema in modo sistematico. Penso ad esempio che le carceri costruite in cemento armato si potrebbero ampliare allungandole con delle sezioni e se non si fa ora con i soldi del Pnrr non so quando. Credo inoltre che le carceri siano piene di tossicodipendenti e che questi ragazzi vadano portati in centri terapeutici. Inoltre nelle carceri ci sono centinaia di malati di mente, penso che questa gente andrebbe portata fuori e assumere medici e infermieri per poterli curare. In questo modo si risolve il problema delle carceri”. Quanto al progetto del Guardasigilli Nordio di far firmare la custodia cautelare a un collegio composto da tre giudici Gratteri boccia l’idea come irrealizzabile.

“E’ semplicemente un’utopia – spiega – soprattutto nei tribunali più piccoli dove ci sono sei sette magistrati. Se in tre firmano e un altro deve fare da Gup e se tra i giudici poi c’è una donna incinta come si fa? Va preso da un altro tribunale vicino. In questo momento è semplicemente irrealizzabile”.

Per il magistrato a capo della procura di Napoli lo Stato dovrebbe fare di più anche sul fronte delle nuove tecnologie: “Lo Stato non ha pensato di investire in tecnologie negli anni passati e non ha pensato di assumere anche hacker buoni o ingegneri informatici. Sulla tecnologia altre polizie, tedeschi, francesi e olandesi, stanno avanti avendo accesso a piattaforme che noi non intercettiamo”.

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