Reggio, caos in Consiglio: Minoranza lascia l’Aula, Minicuci furioso

Consiglio Comunale di Reggio Calabria caldo, a seguito di una mozione sull'autonomia differenziata che ha scatenato l'ira della Minoranza

  • Minicuci furioso in Consiglio Comunale
  • Consiglio Comunale Reggio Calabria 26 febbraio 2024
    Foto di Salvatore Dato / StrettoWeb
  • Consiglio Comunale Reggio Calabria 26 febbraio 2024
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  • Consiglio Comunale Reggio Calabria 26 febbraio 2024
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  • Falcomatà Consiglio Comunale Reggio Calabria 26 febbraio 2024
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  • Palazzo San Giorgio Consiglio Comunale Reggio Calabria 26 febbraio 2024
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Un Consiglio Comunale movimentato, quello di oggi, a Reggio Calabria. Dopo la discussione dei preliminari, e in seguito all’intervento del Sindaco, il Consigliere Quartuccio è intervenuto per parlare di una mozione sull’autonomia differenziata: “gradiremmo, come Maggioranza, l’inversione del punto all’ordine del giorno, per trattarla adesso”. E’ qui che si è scatenata l’ira della Minoranza, con Minicuci e Ripepi tra i più agguerriti. “Non dobbiamo trattare né votare niente, si è deciso di parlarne in un apposito Consiglio Comunale aperto. Cosa si vota? Lo abbiamo già stabilito!”.

Confusione totale in Aula, con l’intervento del Presidente Marra, le precisazioni della Segreteria Generale e le urla del Consigliere Minicuci, che ha lasciato poi l’Aula insieme a tutta la Minoranza in segno di protesta. A detta loro era stato già deciso di parlare della mozione in un Consiglio Comunale aperto, non c’era nulla da discutere o votare nella giornata di oggi. Nonostante ciò, è stata poi votata l’inversione e Quartuccio ha potuto esporre il proprio discorso sul tema.

Il testo della mozione

Tra le premesse citate nel testo della mozione approvata dalla maggioranza si legge che:

  • “il Disegno di legge sulla autonomia differenziata proposto dal governo e già approvato dal Senato della Repubblica è sbagliato, ingiusto e incostituzionale perché apre grandi varchi per chi intenda consolidare i divari e creare nuove disuguaglianze in un paese già segnato da profonde disparità territoriali, bisognoso invece di ricuciture e coesione;
  • il Disegno di legge, che traduce quanto disposto dall’articolo 116 comma 3 della Costituzione fuori da procedimenti di revisione costituzionale e per l’ampiezza delle funzioni esercitate dello stato trasferibili alle singole Regioni, è in contrasto con i principii costituzionali di solidarietà e eguaglianza e le garanzie di sussidiarietà e perequazione;
  • la riforma proposta non garantisce il rispetto dei principii di cui all’articolo 119 della Costituzione, poiché deresponsabilizza le regioni avvantaggiando alcuni territori, quelli più ricchi, che avranno in più ingenti risorse fiscali proprie, sottratte agli introiti dello Stato, da usare per integrare il finanziamento standard delle funzioni aggiuntive, per coprire inefficienze o garantire nuove prestazioni senza affidarsi allo sforzo fiscale;
  • i diritti sociali e civili, per soddisfare i quali ancora devono essere fissati livelli essenziali delle prestazioni, non saranno garantiti nel tempo per la voluta indeterminatezza della riforma, ma, anzi, saranno ulteriormente lesi e compressi;
  • il Disegno di legge varato dal governo espropria il Parlamento delle sue prerogative e rafforza il neocentralismo regionale contro l’autonomia locale assegnando ai presidenti delle Regioni poteri pressoché illimitati”.

La mozione ritiene inoltre “inaccettabili i rischi di un arretramento di diritti universali sanciti dalla Costituzione, di presidi fondamentali per l’identità culturale nazionale e di funzioni statali che garantiscono l’unità del paese e che devono essere preservate: il servizio sanitario nazionale; la scuola e l’istruzione a tutti i livelli; il lavoro e la previdenza; le infrastrutture materiali e immateriali di rilievo nazionale e di valenza strategica; la sicurezza energetica del paese”.

La mozione prende inoltre atto che “non sono state ascoltate le critiche delle rappresentanze sociali, di tante forze della cittadinanza attiva e della cultura; quelle dei comuni, delle province e città metropolitane espresse nelle mobilitazioni spontanee molto partecipate indette dagli amministratori locali; quelle che motivano la proposta di legge costituzionale di iniziativa popolare promossa per la modifica degli articoli 116 c. 3 e 117; Considerata la particolare urgenza, attesa l’avvenuta approvazione da parte del Senato della Repubblica del D.D.L. Calderoli e l’imminente calendarizzazione alla Camera”.

Il testo approvato dall’aula impegna infine il Sindaco e la Giunta municipale a promuovere un Consiglio Comunale aperto alla cittadinanza attiva per avanzare proposte alternative, coerenti con i principii costituzionali e con la garanzia di unità nazionale, a partire dal dibattito parlamentare e con nuovi pronunciamenti delle assemblee elettive locali; condividere le iniziative da adottare, compresa l’indizione di una manifestazione di protesta pacifica che coinvolga studenti, liberi cittadini, le parti sociali, associazioni e forze politiche che si oppongono alla scellerata riforma e per la difesa dell’autonomia locale; a sollecitare l’immediata definizione dei LEP, slegandoli dai criteri di spesa storica, e degli altri strumenti perequativi e di eliminazione delle attuali diseguaglianze, come già previsti dalla Costituzione e dalla legislazione vigente, a partire dai criteri per il riparto del fondo sanitario nazionale”.

Il testo viene inviato “alle rappresentanze parlamentari e regionali, agli altri Comuni della Città Metropolitana, alle principali rappresentanze sociali e associazioni che esprimono la cittadinanza attiva e a tutti gli organi d’informazione”.

L’intervento dell’Assessore Battaglia: “dispiace che la Minoranza non sia in Aula”

In seguito all’approvazione della mozione è intervenuto in aula l’Assessore Domenico Battaglia che, relazionando sulla delibera per l’efficientamento del sistema delle riscossioni, ha stigmatizzato il comportamento dell’opposizione che proprio in occasione della presentazione del testo sull’autonomia differenziata ha inteso abbandonare i lavori del civico consesso. Dispiace che la minoranza in questo momento non sia in aula ha affermato Battaglia. Al punto successivo una parte dei consiglieri di centrodestra sono rientrati tra i loro banchi in aula Battaglia.

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