Reggio Calabria: al Circolo Culturale L’Agorà la storia della televisione italiana

Il Circolo Culturale “L’Agorà” organizza la conversazione sul tema “1954-2024: i settant'anni della televisione italiana”

StrettoWeb

Era il 1954, precisamente il 3 gennaio alle ore 11.00 quando una scatola con uno schermo, presente in pochissime case italiane, si illuminò e apparve un’annunciatrice di nome Fulvia Colombo che diede il via da Torino alle trasmissioni televisive in Italia, pronunciando questa frase che rimane nella storia della Tv: “La RAI – Radiotelevisione Italiana inizia oggi il suo regolare servizio di trasmissioni televisive”.

Il prossimo 13 febbraio sulle varie piattaforme Social Network presenti nella rete, sarà disponibile la conversazione, organizzata dal Circolo Culturale “L’Agorà” sul tema “1954-2024: i settant’anni della televisione italiana”. Era il 1954, precisamente il 3 gennaio alle ore 11.00 quando una scatola con uno schermo, presente in pochissime case italiane, si illuminò e apparve un’annunciatrice di nome Fulvia Colombo che diede il via da Torino alle trasmissioni televisive in Italia, pronunciando questa frase che rimane nella storia della Tv: “La RAI – Radiotelevisione Italiana inizia oggi il suo regolare servizio di trasmissioni televisive”.

Già perché in realtà quello schermo già da qualche tempo e per pochi minuti si “accendeva” per trasmettere programmi in via sperimentale. Queste trasmissioni servivano non solo a verificare la tecnologia della messa in onda ma avevano anche lo scopo di incentivare gli italiani all’acquisto di quel “nuovo elettrodomestico” che avrebbe cambiato completamente, a loro insaputa, nel giro di pochi anni, i loro usi e le loro abitudini.

Quella data fu l’inizio di un’era che dura ancora oggi, quando per guardare la televisione basta premere un pulsante del telecomando e non uscire di casa alla sera, andare nella più vicina osteria o sala cinema e sperare che ci siano sedie vuote in prima fila e che il monoscopio svanisca dallo schermo. Le primissime trasmissioni regolari non avevano pubblicità, la quale avrebbe fatto la sua comparsa 3 anni e un mese dopo, il 3 febbraio 1957, con “Carosello“. Per chi vegliava dopo la fine delle trasmissioni i programmi venivano sostituiti dal monoscopio con tono unico a 384 Hz, cioè una schermata fissa che conteneva al suo interno test per la ricezione del segnale analogico.

Tutte le trasmissioni del primo canale erano ricevibili sulla gamma delle VHF (Very High Frequencies), sistema che già all’epoca non era nuovo, poiché già vent’anni prima su quelle stesse nacque la prima emittente italiana, l’EIAR, (Ente Italiano Audizioni Radiofoniche), che aveva avviato un programma di quella che allora veniva definita “Radiovisione“.

L’apparecchio televisivo ebbe un’impressionante diffusione durante gli anni Sessanta e Settanta, e nei primi tempi si fecero anche esperimenti di televisori pubblici a gettone per chi non poteva permettersi uno. Queste alcune delle cifre che saranno oggetto di analisi nel corso della conversazione, organizzata dal Circolo Culturale “L’Agorà”, sul tema “1954-2024: i settant’anni della televisione italiana”, alla quale parteciperà Antonino Megali (Vice presidente del Circolo Culturale “L’Agorà”.

Tenuto conto dei protocolli di sicurezza anti-contagio e dei risultati altalenanti della pandemia di COVID 19 e nel rispetto delle norme del DPCM del 24 ottobre 2020 la conversazione, organizzata dal sodalizio culturale reggino, sarà disponibile, sulle varie piattaforme Social Network presenti nella rete, a far data da martedì 13 febbraio.

Condividi